Intossicazione da rodenticidi negli animali domestici – II parte
L’intossicazione da rodenticidi anticoagulanti non causa sintomi apparenti per un periodo di tempo variabile da poche ore a 1-3 giorni (in genere) dal momento dell’assunzione del tossico; questo perché anche se il veleno ingerito comincia subito a svolgere la sua azione tossica a livello del fegato, le “riserve” di vitamina K presenti all’interno dell’organismo al momento dell’intossicazione, in quanto precedentemente introdotte con la dieta, svolgono la loro azione protettiva.
Segni di dolore nel cane e nel gatto – I^ parte
E’ anche stato stabilito che, nell’uomo e negli animali, nocicettori e fibre nervose sono virtualmente identici. A seguito di tali acquisizioni è possibile asserire che anche gli animali sono in grado di percepire il dolore a livello cosciente e non solo come stimolo riflesso: stimoli dolorosi per l’uomo lo sono dunque anche per gli animali e il luogo comune che gli animali percepiscano il dolore in minor misura rispetto all’uomo è pertanto da considerare obsoleto.
Alcune riflessioni per un futuro proprietario di gatto
Il gatto è un piccolo carnivoro molto sensibile e di grande longevità: alcuni soggetti vivono per più di 20 anni! La maggior parte raggiunge facilmente i 15 anni.
Si tratta di un animale territoriale, molto...
Intossicazione da rodenticidi (i così detti veleni per topi) – parte I
L’intossicazione da rodenticidi ad azione anticoagulante (i così detti “veleni per topi”) rappresenta purtroppo un’eventualità piuttosto frequente nei nostri animali domestici; in genere ciò si verifica quando la derattizzazione viene effettuata in modo superficiale e/o da parte di personale non specializzato, con conseguente disseminazione di esche pericolose nei luoghi frequentati dall’uomo e/o dagli animali.
La tritrichomonosi felina: una parassitosi emergente nel gatto
Tritrichomonas foetus è un protozoo in grado di parassitare le cellule intestinali del grosso intestino del gatto. Il parassita presenta una forma biologica infettante (definita anche “trofozoite”); sebbene non vi siano evidenze dell’esistenza di forme cistiche di resistenza di Tritrichomonas, si sospetta la presenza di una forma “pseudocistica” in grado di giustificare una parziale resistenza nell’ambiente esterno.
Perché i gatti fanno la pasta? Un comportamento tipico del gatto
A tutti sarà capitato una volta nella vita di tenere in grembo un gatto e quest'ultimo ha iniziato a muovere alternativamente le zampette anteriori addosso alla nostra pancia. Ecco questo comportamento è definito "fare la pasta" o "pompare". È un comportamento tipico del gatto piccolo.
Disturbi dermatologici e alimentazione: quali sono i legami nei pet?
Alimentazione e dermatologia sono due grandi poli nell’esercizio della professione, il cui collegamento è intuitivo. È dunque opportuno “pensare all’alimentazione” quando ci si trova di fronte a un mantello opaco, a squamosi, ipercheratosi, prurito cronico, otiti croniche o piodermiti recidivanti.
Coabitazione pacifica di gatti e uccelli: utopia o realtà?
Cacciatori di piccoli roditori e di uccelli per eccellenza, i gatti vengono spesso accusati di tutti i mali dagli amici della fauna selvatica. È ammessa la caccia ai topi, ma quella degli uccelli, che rappresentano solo il 24% delle prede, sconvolge proprietari e non proprietari.
Come nutrire il gatto senza commettere troppi errori
La qualità del cibo che viene offerta al proprio gatto associata ad alcune regole alimentari influenzano il suo stato di salute. È fondamentale fare attenzione agli alimenti molto appetibili, che diminuiscono i meccanismi di regolazione dell'assunzione del cibo. In tal modo, la sensazione di sazietà è più difficile da ottenere.
Obesità nel gatto: la sovralimentazione è un errore diffuso
Uno degli errori più diffusi è la sovralimentazione: al gatto viene fornita un’eccessiva quantità di cibo senza considerare l’attività fisica, l’età e il peso o semplicemente senza leggere le indicazioni riportate in etichetta sulle confezioni alimentari.





















