La Medicina Comportamentale del cane e del gatto

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A cura di: Dott. Riccardo Benedetti, Dott.ssa Manuela Michelazzi

la medicina comportamentale
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Lo studio del comportamento e dei disturbi comportamentali del cane e del gatto ha subito negli ultimi anni un notevole sviluppo grazie al quale oggi è possibile affrontare in maniera scientifica molti problemi inerenti alla convivenza uomo-animale.

In Medicina Veterinaria tali problematiche rientrano in quella che viene definita Medicina Comportamentale, la quale ha come scopo principale quello di comprendere e gestire il comportamento degli animali e quindi le loro emozioni, cognizioni, percezioni e interazioni con l’ambiente sociale e fisico.

Questa necessità scaturisce dal fatto che è ormai comune possedere un cane e/o un gatto all’interno della propria abitazione, ma spesso la convivenza tra essere umano e animale può diventare problematica.

L’uomo, infatti, tende ad imporre uno stile di vita che si allontana da quello naturale dei nostri animali, che sono costretti ad adattarsi; sarebbe, invece, necessario conoscere i bisogni etologici, le fasi di sviluppo del comportamento, il comportamento sociale e i modelli di comunicazione dei cani e dei gatti, in modo tale da prevenire eventuali problemi comportamentali, errori gestionali, interpretazioni sbagliate del comportamento animale e allo stesso tempo migliorare il benessere psico-fisico animale ed il rapporto con l’essere umano.

Non va dimenticato che i problemi del comportamento spesso hanno effetti negativi sui rapporti tra gli animali domestici e i loro proprietari, fungendo da fattori importanti nelle decisioni di abbandono e, nei casi estremi, di eutanasia.

Tra i problemi comportamentali maggiormente riscontrati nel cane possiamo trovare, ad esempio, le diverse forme di aggressività sia nei confronti dell’uomo che tra cani stessi, i problemi correlati all’ansia (ad esempio l’ansia che deriva dal distacco con il proprietario), i comportamenti compulsivi (come il rincorrersi la coda, il dare la caccia ai riflessi di luce, il fissare le ombre, il leccarsi insistentemente alcune parti del corpo), le fobie (paure improvvise ed eccessive verso determinati stimoli visivi e/o acustici) e i disturbi cognitivi negli animali anziani, paragonabili a quelli riscontrati nelle persone malate di Alzheimer, che tipicamente si manifestano con disorientamento, alterazione del ciclo sonno-veglia, perdita delle abitudini apprese riguardanti la deposizione di feci ed urina e diminuzione della capacità cognitive.

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Nel gatto, oltre a quelle già citate per il cane, spesso insorgono anche disturbi correlati all’attività notturna tipica dei felini (richiesta di attenzione verso il proprietario, miagolii, ricerca di cibo durante la notte) che spesso sono incompatibili con il riposo notturno tipico dell’uomo e problemi di eliminazione inappropriata all’interno dell’abitazione che si manifestano con la deposizione di feci ed urina al di fuori della cassetta igienica.

È proprio in questi casi che il Medico Veterinario esperto in Comportamento è in grado, attraverso una visita comportamentale, di aiutare proprietario e animale a superare le difficoltà incontrate.

Solitamente, al fine di poter formulare una corretta diagnosi, è necessario avere una situazione clinica dettagliata e una raccolta completa dei dati inerenti al comportamento.

Conoscere la situazione clinica dell’animale è importante per escludere preliminarmente che le alterazioni del comportamento possono essere causate dalla presenza di specifiche patologie, quali ad esempio le patologie articolari e delle vie urinarie, le dermatiti, le otiti, nonché problemi di natura neurologica e/o ormonale.

Quindi, a seguito della raccolta accurata del maggior numero possibile d’informazioni inerenti alla gestione e al comportamento del cane e/o del gatto in ogni specifica circostanza, il Medico Veterinario sarà in grado di formulare una diagnosi e di impostare un appropriato piano terapeutico.

La terapia comportamentale può prevedere l’utilizzo sia di tecniche che modificano il comportamento animale, l’interazione uomo-animale e la gestione ambientale, sia l’utilizzo di farmaci che con diversi meccanismi d’azione modificano le capacità di apprendimento e di adattamento all’ambiente.

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Le tecniche di modificazione comportamentale modificano i processi mentali degli animali che conseguentemente modificano il comportamento in una determinata situazione e sono differenti dalle tecniche di addestramento che solitamente si basano sul condizionamento operante.

Non meno importante è la gestione del rapporto uomo-animale e la conoscenza delle sue caratteristiche come ad esempio il legame affettivo, la fiducia reciproca e la capacità di comprensione tramite la comunicazione verbale, paraverbale e non verbale.

L’analisi dell’ambiente in cui l’animale vive è utile per assicurare ogni specifica esigenza etologica; pertanto ad esempio dovrebbero sempre essere attentamente analizzati la gestione degli spazi, dei posti di riposo, di alimentazione, di interazione sociale, di eliminazione e di gioco.

Per quanto riguarda il ricorso alla terapia farmacologica sicuramente negli ultimi anni è diventato molto più frequente anche nel cane e nel gatto, ma occorre ricordare come in genere questo risulta più efficace se utilizzato in associazione alle tecniche di modificazione comportamentale e di gestione dell’ambiente in cui vive l’animale.

I farmaci, se prescritti, di solito sono utilizzati per non più di qualche mese o, più raramente secondo il caso, solamente all’occorrenza (ad esempio per le fobie dei temporali o dei fuochi d’artificio).

È poco probabile che l’utilizzo del solo farmaco possa rappresentare la soluzione ideale rispetto ad una patologia comportamentale, a differenza di quanto avviene con le tecniche di modificazione del comportamento e/o dell’ambiente, che da sole possono spesso risultare risolutive.

Peraltro, in commercio sono reperibili anche integratori e feromoni sintetici, che, pur non essendo dei farmaci, vengono spesso associati con successo alla terapia di alcuni disturbi del comportamento.

È sempre necessario ricordare che risolvere un problema comportamentale significa migliorare lo stato di benessere dei nostri animali e che quindi per benessere animale si intende nel complesso sia quello fisico che psicologico.

A cura del Dott. Riccardo Benedetti e della Dott.ssa Manuela Michelazzi

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