Il superpotere dell’olfatto nel gatto

Il gatto ha un senso dell’olfatto molto sviluppato che è per lui essenziale per la sopravvivenza in natura, ma anche per le sue comunicazioni sociali, attraverso la marcatura e l’identificazione dei segni olfattivi.

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A cura di: Dott.ssa Gabriella Battiato

olfatto gatto
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È un viaggio affascinante voler comprendere e approfondire i modi complessi con cui il gatto sperimenta e interagisce con il mondo che lo circonda attraverso l’olfatto, l’organo di senso più antico.

L’olfatto nel gatto

Un primo approccio con un gatto che non conosciamo sarà tanto più efficace se gli si sarà data la possibilità di annusare la nostra mano porgendola con delicatezza, senza volerlo toccare, e lasciandolo libero di esplorare tutti gli odori che ci portiamo appresso.

Il gatto ha un senso dell’olfatto molto sviluppato: la membrana olfattiva che nell’uomo occupa una superficie di circa 4 cm2; in questa specie si estende invece fino a 20 cm2, con circa 60-80 milioni di cellule olfattive rispetto ai 5 milioni di quelle umane.

Esiste quindi una grande differenza nella capacità di captare, discernere e interpretare gli odori con un livello di raffinatezza, che raggiunge tuttavia i massimi livelli nella specie canina, in particolare nella razza Bloodhound.

L’epitelio olfattivo utilizza uno strato di muco per catturare gli odori, composti organici liposolubili, che entrano in contatto con speciali cellule recettive.

Queste trasmettono poi tali informazioni alla parte anteriore del cervello, in una zona specifica chiamata bulbo olfattivo.

L’olfatto e le emozioni

I centri olfattivi del sistema nervoso centrale comunicano con l’amigdala, una struttura all’interno del sistema limbico adibita all’elaborazione delle emozioni e della memoria emotiva.

olfatto gatto feromoni

Sappiamo come negli esseri umani, un odore possa risvegliare ricordi anche piuttosto datati.

Questa reazione psico-emotiva è nota come “sindrome di Proust”, in omaggio allo scrittore francese Marcel Proust che ha ben descritto questa rievocazione olfattiva nell’opera letteraria “Alla ricerca del tempo perduto”, dove è narrato come il passato irrompe nel presente del protagonista grazie al semplice profumo delle madeleine.

E nonostante non sia ancora ben chiaro se provino le stesse sensazioni, sembra che anche gli animali abbiano la capacità di riconoscere gli odori del passato, ad esempio quello della loro mamma.

Nei pets inoltre gli odori esercitano una potente influenza su emozioni molto diverse, che vanno dalla paura all’affetto.

Anche gli esseri umani a seconda delle emozioni che provano possono emettere odori differenti e i nostri animali da compagnia sono in grado di percepirli e capire, ad esempio, se siamo reduci da un’esperienza in cui abbiamo provato paura o altro.

L’apparato vomeronasale e i feromoni

Nel gatto l’olfatto non solo è essenziale per la sua sopravvivenza in natura − quando caccia, nella difesa del territorio o nella fuga di fronte a un pericolo −, ma è un fondamentale strumento comunicativo per le sue interazioni sociali, attraverso la marcatura e l’identificazione dei segni olfattivi.

Al centro del palato e dietro gli incisivi superiori vi è una fessura che corrisponde alle aperture di due piccoli dotti noti come canali nasopalatini.

Questi confluiscono in due sacche piene di liquido che formano il cosiddetto organo vomero-nasale o di Jacobson che è ricco di recettori chimici ed è connesso a un’area cerebrale specifica, diversa dal bulbo olfattivo, ma chiamata bulbo olfattivo accessorio.

Nell’insieme, questo complesso sistema olfattivo è detto apparato vomeronasale.

reazione di Flehmen gatto

Sollevando il labbro superiore e rimanendo a bocca socchiusa per qualche istante, con un’espressione un po’ sulle nuvole, ma molto interessata, in quella che è definita “reazione di Flehmen”, il gatto facilita l’ingresso degli odori nell’organo di Jacobson.

Le molecole odorose sono così trasportate dal fluido che percorrere i canali nasopalatini e permette la percezione vomeronasale.

Il gatto amplifica poi tale percezione dell’odore anche attraverso la saliva.

Gli odori su superfici graffiate da altri animali o quelli di urina o deiezioni emesse da altri gatti o specie coinvolgono questo organo.

Per i felini selvatici disporre di due mezzi per percepire gli odori (l’olfatto e l’apparato vomeronasale) è utile non solo per stanare le prede, ma anche per comunicare tra conspecifici, evitando incontri e scontri non necessari.

Olfatto e feromoni nel gatto

I feromoni sono chemosegnali ovvero molecole volatili che recano informazioni a carattere chimico e specifiche di un gatto.

Possono essere distinti in feromoni di allarme emessi attraverso la traspirazione dai cuscinetti interdigitali, sociali tramite strofinamento di guance, collo, mento e dorso, di organizzazione territoriale con marcatura urinaria e graffi, sessuali e di attaccamento dalla madre ai gattini che esercitano un effetto appagante.

Anche gli esseri umani emettono feromoni, ma la percezione è inconsapevole a differenza che nel gatto, il cui riflesso di Flehmen è la dimostrazione della percezione cosciente di queste particolari molecole.

Il trattamento a base di feromoni di sintesi (frazione F3 analoga ai feromoni di tranquillizzazione del gatto) è usato sotto forma di diffusore per ridurre il livello di stress del gatto, diminuire la marcatura urinaria, aumentare l’appetito, favorire il gioco e nel trasportino per ridurre la paura di viaggiare.

Le marcature urinarie

Quando si adotta un gatto, è consigliabile non dimenticare quanto sia territoriale questa specie.

Con la marcatura odorosa, il gatto sente l’esigenza di trasmettere informazioni.

In natura, uno dei modi con cui distribuisce il suo odore è attraverso l’urina.

L’atto di spruzzare urina con la coda eretta ed oscillante è molto diverso dall’urinare da una posizione accovacciata, che serve invece a svuotare la vescica.

marcatura urinaria gatto

L’urina deposta in quest’ultimo modo è solitamente ricoperta dal gatto con la sabbietta della lettiera, mentre lo spruzzo è un deliberato comportamento di marcatura che viene effettuato più volte e serve a lasciare un segnale odoroso che altri animali possano rilevare.

È un comportamento associato più comunemente ai gatti non castrati, che tendono ad essere più interessati a pubblicizzare la propria presenza.

L’urina di gatto segna gli oggetti lungo il percorso più frequentato per delineare il territorio.

Le cose e i luoghi marcati sono scelti con criterio: per massimizzare la permanenza del segnale e la probabilità che il destinatario la trovi.

Quando le marcature avvengono in casa

Quando questo comportamento si verifica non in natura, ma in casa da parte di un gatto domestico, è necessario indagare i motivi che si celano dietro quello che costituisce uno dei problemi comportamentali più comuni che porta i proprietari a consultare il Medico veterinario di fiducia o un Veterinario comportamentista.

I gatti che condividono lo spazio all’interno di una casa potrebbero non aver scelto di essere coinquilini e l’ambiente domestico potrebbe non fornire una distanza sufficiente per i loro gusti.

Quindi in caso di più felini conviventi è consigliabile organizzare bene gli spazi e utilizzare più lettiere mantenendole quotidianamente pulite.

I gatti sono animali sensibili all’ambiente che li circonda e percepiscono e catalizzano le tensioni tra gli umani in casa e tra mici conviventi.

Se le interazioni diventano antagoniste, si creano situazioni di competizioni, ansia e stress cronico, che possono manifestarsi con spruzzatura di urina.

Anche lavori di ristrutturazione, tinteggiature o l’arrivo di nuovi arredi in casa possono creare ansia e portare il gatto, molto suscettibile ai cambiamenti, soprattutto per quanto riguarda gli odori, a spruzzare con urina mobilio e suppellettili.

Questo comportamento è quindi il sintomo di un malessere del gatto e non, come spesso è purtroppo erroneamente interpretato, “un suo dispetto”.

Come pulire ed evitare che si ripeta

Per la pulizia delle marcature urinarie l’utilizzo di prodotti contenenti ammoniaca (come l’urina) è sconsigliato perché può indurre l’animale a ripetere la marcatura per coprire l’odore indesiderato.

In questi casi è preferibile un prodotto a base di enzimi, che degradano più efficacemente i componenti dell’urina, e poi ridefinire la funzione dell’area in cui il gatto marca, convertendola a zona gioco, cibo o relax.

La graffiatura

Graffiare è un’attività perfettamente normale e necessaria per i gatti e serve a distendere la muscolatura, affilare gli artigli (per liberarsi dagli strati esterni delle unghie che crescono continuamente) e ridurre lo stress.

È un prezioso mezzo di comunicazione visivo, ma anche olfattivo poiché le zampe dei gatti sono munite di ghiandole interdigitali che lasciano un feromone sulla superficie graffiata.

graffiature gatto

La loro preferenza in genere è verso un oggetto stabile e verticale, che non si ribalti facilmente durante la graffiatura.

Anche in questo caso tensioni e conflitti all’interno della casa possono spingere il gatto a graffiare più del normale e sgridarlo è controproducente e alimenta un circolo vizioso, essendo ulteriore fonte di stress.

Meglio proporre al micio un bersaglio alternativo (tiragraffi e scatole di cartone) sui cui farsi le unghie, magari posto nei luoghi vicini a dove dorme abitualmente e in cui la necessità di marcare la propria presenza, è maggiore.

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