Ritorno degli uccelli in migrazione: una rondine non fa primavera

La migrazione degli uccelli avviene con tempi diversi a seconda del luogo di partenza e della specie del volatile.

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A cura di: Dott.ssa Elena Ghelfi

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In Primavera la Natura si risveglia, cominciano a spuntare nuove gemme sui rami, le giornate si allungano e ritornano dalla lunga migrazione una miriade di uccelli di varie specie ad allietare e ripopolare boschi campagne e giardini.

Chi prima e chi dopo

In genere gli uccelli migratori che si erano allontanati in cerca di climi più miti favorevoli alla sopravvivenza durante i mesi invernali e che si erano fermati nel bacino mediterraneo, dovendo percorrere un tragitto più breve, arrivano prima.

Al contrario delle specie che avevano trovato rifugio nelle aree sud sahariane o tropicali, per cui la migrazione sarà più lunga.

Il loro lungo o breve viaggio però può subire ritardi o variazioni a causa delle condizioni metereologiche.

Si sta infatti osservando una modificazione, con anticipo, della migrazione di alcune specie a causa dei cambiamenti climatici dell’ultimo trentennio.

All’interno della stessa specie non tutti gli individui tornano nei luoghi di nidificazione nello stesso periodo.

Ad esempio le prime rondini, osservate attorno al 20-21 marzo, sono maschi che cercano di accaparrarsi i posti migliori per nidificare.

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Altri esemplari raggiungono il sito verso aprile, e in alcune aree, ad esempio la Svizzera, addirittura in maggio.

Quando osservare la migrazione degli uccelli

Per appassionati di birdwacthing ogni settimana è foriera di nuovi arrivi, a seconda delle zone e degli habitat si possono osservare numerose specie.

Le prime ad arrivare verso fine febbraio-inizio marzo sono le pavoncelle, le ballerine bianche, le allodole, i tordi bottacci, i luì piccoli, le cicogne bianche, gli storni e le prime rondini.

In marzo gli arrivi si fanno più consistenti e ad esempio si segnalano i codirossi comuni, le capinere, i verzellini, i balestrucci e le rondini.

I rondoni comuni, che volano stridendo le sere estive in grandi stormi, cominciano ad arrivare verso aprile, assieme a topini upupe e cuculi dal noto canto cadenzato, balie nere, usignoli, pigliamosche, rigogoli, stiaccini, averle, ecc.

Ovvero tutti gli insettivori che necessitavano di un clima più mite e abbondanza di invertebrati per poter sopravvivere.

Anche i rapaci migratori tornano dai loro lunghi viaggi come ad esempio il lodolaio, il falco pescatore, il falco pecchialiolo, il falco di palude o il biancone.

Numerose di queste specie attraversano lo stretto di Messina, percorrono la penisola e proseguono poi a tappe il loro ritorno in Francia, Germania, Polonia, Paesi Bassi, distribuendosi e nidificando nei luoghi che ritengono più idonei.

Il monitoraggio delle specie a rischio

Molte specie di uccelli sono considerate a rischio di estinzione o in condizioni di allarme e sono monitorate da biologi e naturalisti, affiancati da appassionati muniti di taccuino e binocolo, che annotato date, luoghi e specie avvistate, accomunati da rispetto e profonda conoscenza dei vari uccelli osservati.

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I volatili sono talvolta catturati, misurati e inanellati, per poi essere subito rimessi in libertà.

I bollettini della migrazione degli uccelli

Per essere aggiornati sulle specie di uccelli nidificanti esistono varie fonti su cui documentarsi.

Per i più curiosi è possibile consultare i bollettini aggiornati e pubblicati dall’ISPRA o da altre pubblicazioni scientifiche, quali ad esempio il BOL (Bollettino Ornitologico Lombardo, online) oppure della COI (Commissione Ornitologica Italiana).

Associazioni ambientaliste, come ad esempio la LIPU, organizzano quasi ogni anno in tutta Italia eventi, seminari, corsi di birdwatching per approfondire e imparare a riconoscere le specie o i generi di avifauna presenti sul territorio.

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