Rhacodactylus, il geco con le ciglia

Scopriamo insieme le principali caratteristiche del geco con le ciglia, detto anche “ciliato”, un rettile molto particolare e dall’aspetto estremamente affascinante.

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A cura di: Dott.ssa Linda Sartini, Dott. Cristiano Papeschi

geco ciglia primo piano
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Un geco con le ciglia? Sì, il Rhacodactylus ciliatus (oggi rinominato dal 2011 Correlophus ciliatus) è un sauro con una caratteristica “estetica” molto particolare. Conosciamolo meglio.

Origine geografica e abitudini del geco con le ciglia

Il “ciliato” è un geco arboricolo originario delle foreste della Nuova Caledonia, un arcipelago di isole sub-tropicali situate nell’emisfero australe.

Il clima di queste isole è temperato, caldo anche in inverno. Le temperature minime infatti raramente scendono al di sotto dei 20 °C e le massime superano di poco i 30 °C.

L’umidità relativa è invece piuttosto elevata.

Le sue abitudini sono prevalentemente notturne: riposa durante il giorno mimetizzato sui rami in mezzo alle foglie e durante la notte si sposta alla ricerca di cibo.

È un agile saltatore, abilità che utilizza anche per spostarsi tra rami vicini.

Morfologia del Correlophus ciliatus

Gli aggettivi “ciliato” e “crestato” che gli vengono attribuiti dipendono dalla presenza di squame di aspetto spinoso che corrono bilateralmente dalla testa, passando sulla regione orbitale in guisa di ciglia o sopracciglia, fino al collo e a parte del dorso.

Questa caratteristica lo rende molto particolare ed esteticamente affascinante.

I neonati misurano mediamente 6-7 cm, mentre gli adulti arrivano a misurare tra i 20 e i 25 cm, coda inclusa che misura circa la metà dell’intera lunghezza del corpo.

Il peso dell’adulto varia da 30 a 50 grammi. La sua testa ha una tipica forma triangolare e appiattita, mentre gli occhi sono privi di palpebre e la pupilla è fessurata verticalmente.

Le zampe sono dotate di cinque dita, ognuna delle quali è provvista di lamelle che gli consentono di aderire anche alle superfici lisce e di unghie.

A differenza di altre specie di rettili, il sessaggio negli adulti è piuttosto semplice.

Il maschio possiede infatti due rigonfiamenti contenenti gli emipeni alla base della coda e i pori femorali.

Esistono diversi pattern e colorazioni selezionati dagli allevatori e l’intensità della colorazione varia durante il giorno: più attenuata durante il riposo, più accesa di notte durante l’attività.

Molta attenzione deve essere fatta alla coda di questo geco.

In caso di autotomia cioè di distacco della coda per cause traumatiche o come strategia di difesa e fuga, questa non ricrescerà.

geco ciglia occhio

Il geco ciliato è adatto ai neofiti?

Prima di procedere con la nostra breve trattazione rispondiamo a questa domanda fondamentale: “è un geco adatto ai neofiti?”.

La risposta è: “sì”. Si tratta infatti di un sauro piuttosto semplice da allevare e dal temperamento docile.

Quindi, rispetto a molte altre specie appartenenti alla famiglia Gekkonidae, è sicuramente uno dei più adatti ai neofiti.

Nonostante ciò, ha delle necessità peculiari che devono assolutamente essere rispettate, in quanto “facile da allevare e gestire” non è sinonimo di “superficialità e trascuratezza”.

Di conseguenza prima di accoglierne uno in casa è necessario informarsi bene sulla sua gestione e valutare con attenzione la nostra adeguatezza a questo tipo di animale.

Carattere e manipolazioni

Prima regola: il geco non si afferra mai per la coda, poiché questa potrebbe “staccarsi”.

Il carattere è piuttosto docile quindi si lascia manipolare piuttosto facilmente, soprattutto se abituato.

Ma attenzione ai salti, poiché potrebbe compiere balzi quando meno ce lo si aspetta.

Difficilmente morde, ma rimane comunque un animale che tende a isolarsi e bisogna considerare che durante il giorno riposa nascosto.

Pertanto le interazioni diurne sono per lo più da escludere.

Alloggio e condizioni ambientali

Terrario

Trattandosi di un animale arboricolo, il terrario si dovrà sviluppare maggiormente in altezza (almeno 60 cm).

geco terrario

È preferibile sia realizzato in vetro o plexiglass e dotato di rete a maglie strette almeno su un lato e sulla sommità, per consentire il ricambio di aria.

Come arricchimenti ambientali si possono inserire all’interno del terrario dei rami, meglio se con foglie, delle piante naturali o artificiali, tubi, cortecce, sughero e una o più tane per nascondersi.

Come substrato si potrà disporre sul fondo torba, fibra di cocco o carta assorbente.

Una vaschetta contenente del substrato umido sarà particolarmente utile per favorire la muta.

Temperatura

Il range di temperatura ottimale per il “crestato” oscilla tra 20 e 30°C (range ottimale 22-28 °C).

Di conseguenza il microclima presente all’interno delle nostre abitazioni potrebbe addirittura essere adatto senza bisogno di riscaldamento o raffreddamento, ponendo sempre attenzione alle stagioni estreme.

Pertanto sempre meglio dotare il terrario di un termometro ed essere pronti ad accendere il riscaldamento nella stanza in inverno (oppure tenere a disposizione dei riscaldatori per la teca) o il condizionatore nel caso di estati particolarmente calde.

Al di sotto dei 20 °C l’animale entra in “ciclazione”, cioè non va in letargo, ma mangia meno.

Quindi in inverno di giorno si dovrebbe rimanere sempre attorno ai 20 °C, mentre di notte si può scendere anche a 14-15 °C.

Questo è un fenomeno fisiologico che, in animali sani, non comporta problemi e, anzi, è consigliata nel caso di soggetti destinati alla riproduzione.

Umidità e illuminazione

L’umidità può essere garantita da 1 o 2 nebulizzazioni di acqua al giorno e dovrebbe mantenersi tra il 60 e l’80%.

Non sono necessarie lampade per l’illuminazione, mentre per quanto riguarda i raggi UV, alcuni allevatori ne suggeriscono l’uso (lampade al 2%), mentre molti altri non le ritengono indispensabili.

Convivenza di più esemplari

All’interno di un terrario possono convivere più femmine adulte con o senza maschio, in quel caso si avranno accoppiamenti e deposizione di uova.

Sconsigliata invece la convivenza di più maschi, poiché si verificherebbero competizioni, litigi con possibili lesioni.

Alimentazione del geco ciliato

Il geco con le ciglia è onnivoro, prevalentemente carnivoro soprattutto nei primi mesi di vita.

La sua alimentazione si basa sulla somministrazione di insetti vivi (ad esempio grilli, blatte, camole, bachi da seta, kaimani) di dimensioni adeguate all’apertura buccale del rettile e variando il tipo di insetto per evitare l’abitudine e soprattutto eventuali carenze.

Agli adulti si possono offrire frutti maturi (evitando gli agrumi), omogeneizzati di frutta, frullato, bocconcini di polline o miele.

Per quanto riguarda la frequenza del pasto, i giovani dovranno mangiare a giorni alterni.

Gli adulti ogni 2 o 3 giorni e almeno una volta a settimana dovrà essere offerta loro la frutta.

Poiché gli insetti da pasto sono molto poveri in calcio, è necessario spolverare le prede con integratori a base di questo elemento e settimanalmente somministrare anche un integratore di vitamina D3.

Bisogna però evitare la soluzioni casalinghe, affidandosi invece a prodotti commerciali appositamente formulati, seguendo i dosaggi e le modalità indicate sulla confezione, meglio dietro indicazione del veterinario di fiducia.

Una ciotolina dai bordi bassi (ad esempio il tappo dei barattoli da conserva) contenente acqua di abbeverata deve essere lasciata sempre a disposizione.

geco ciglia dito

La visita veterinaria

Come tutti gli animali, anche i gechi hanno bisogno del Medico veterinario.

Si consiglia sempre una visita subito dopo l’acquisizione del pet per verificarne le condizioni di salute e la presenza di patologie in corso, comprese le parassitosi dell’apparato gastroenterico, che possono essere diagnosticate con un semplice esame copro-microscopico.

La prima visita veterinaria presso un professionista esperto in rettili sarà utile per ottenere tutte le informazioni e i consigli sulla corretta gestione e alimentazione, passaggi fondamentali per garantire una vita lunga e in salute al nostro geco.

Suggeriamo, inoltre, nonostante non siano previste profilassi o vaccinazioni per questi animali, di far eseguire una visita periodica di controllo a cadenza almeno annuale, meglio semestrale.

 

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