Quando un gatto miagola cosa ci vuole dire?

Uno studio dell’Università degli Studi di Milano ha indagato i diversi tipi di versi che fa il gatto quando miagola, per comprendere se esistono dei fattori che influenzano quello che noi capiamo.

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Quanto sappiamo e capiamo dei versi che fa il gatto domestico quando miagola? Ha cercato di comprenderlo una ricerca del Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Milano.

Un felino chiacchierone

Il gatto domestico (Felis silvestris catus) è una specie estremamente diffusa, con più di 600 milioni di individui in tutto il mondo.

Discendente dal gatto selvatico nordafricano (Felis silvestris lybica), durante il processo di domesticazione il gatto è cambiato in realtà ben poco dal punto di vista funzionale e anatomico.

Con il passare del tempo e con la dispersione geografica sono emersi gli antenati delle attuali razze, ma solo a partire da 150 anni fa è iniziata una vera e propria selezione delle razze feline.

Nonostante sia una tra le più diffuse specie da compagnia, la ricerca scientifica sulla comunicazione vocale tra il gatto e l’uomo non è molto ricca.

Tuttavia, capire come il gatto comunica con noi e quanto noi riusciamo a decifrare dai suoi segnali è fondamentale per assicurare il suo benessere e migliorare la relazione con lui.

Questo assume ancora più importanza se si considera che il gatto è una specie altamente vocale rispetto ad altri carnivori e che il suo complesso repertorio acustico conta fino a 21 tipi di vocalizzazioni e forse più.

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Che cos’è la comunicazione acustica?

La comunicazione acustica si definisce come il trasferimento di informazioni attraverso il canale uditivo mediante l’utilizzo di meccanismi di produzione di suoni.

Questo tipo di comunicazione, quindi, si basa sulla generazione di vibrazioni da parte di un corpo.

Nel corso dell’evoluzione alcuni suoni si sono trasformati in portatori di messaggi.

La maggior parte dei suoni che il gatto domestico emette è prodotta attraverso l’oscillazione delle corde vocali durante l’espirazione, ma alcuni possono avvenire anche durante l’inspirazione (come nel caso delle fusa).

Altri segnali acustici felini, invece, sono definiti “senza voce”, non è quindi chiaro se per questi la vibrazione delle corde vocali sia davvero coinvolta.

Perché il gatto miagola?

I ricercatori, ma forse anche i proprietari di gatti, si pongono molte domande sulla comunicazione del loro pet.

Dal 2019 il progetto “What’s in a meow: investigating cat-human communication” dell’Università degli Studi di Milano sta portando avanti la ricerca per trovare alcune risposte.

In particolare, si sta interessando del miagolio: uno dei suoni più studiati nell’ambito della ricerca bioacustica sul gatto.

Il gatto miagola più comunemente e frequentemente quando si rivolge alle persone.

Originariamente il miagolio è usato soprattutto tra le madri e i cuccioli, è un comportamento tipico dei giovani che prosegue anche in età adulta.

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Questa vocalizzazione è usata dal gatto per attirare l’attenzione umana ed è probabilmente il risultato di un lungo processo di domesticazione in cui l’animale ha appreso che questo suono era in grado di catturare l’attenzione degli esseri umani.

Questa ipotesi è evidenziata anche dalle differenti caratteristiche presenti tra i miagolii del gatto domestico e i suoi “cugini” selvatici.

Il miagolio, infine, ha un’ampia variabilità di durata e frequenza.

Miagoli ed emozioni

Nella ricerca dell’Università di Milano sono stati studiati i gatti di razza Maine coon in tre diverse situazioni: l’attesa di ricevere il cibo dal proprietario/a, la spazzolatura e l’isolamento in una stanza inizialmente sconosciuta.

I tre momenti erano molto differenti e per questo si pensava potessero stimolare emozioni diverse, favorendo l’utilizzo del miagolio per comunicare con le persone coinvolte.

I ricercatori  hanno quindi cercato di analizzare gli stati emotivi stimolati dalle tre situazioni “leggendo” i comportamenti messi in atto dai gatti.

I gatti hanno miagolato più volte durante l’attesa del cibo e l’isolamento, suggerendo che questi contesti potessero aver suscitato frustrazione per il ritardo nell’ottenere il cibo e l’ansia dovuta all’isolamento in un ambiente sconosciuto.

Miagolare in situazioni stressanti risulterebbe quindi essere un mezzo efficace per attirare l’attenzione umana e porre fine allo stress.

Il miagolio cambia in base al sesso e alla razza del gatto?

Quello che ci si chiede attualmente è se e quanto il sesso e la razza dei gatti modifichino la frequenza, la durata, la brillantezza (ricchezza timbrica) del miagolio.

Appartenere alla razza Maine coon od essere dei comuni gatti europei determina una diversità a livello di miagolio?

Essere femmina o maschio rende i miagolii differenti?

Ci si aspetterebbe di trovare differenze in termini di frequenza e di tempo delle vocalizzazioni, ad esempio a favore del gatto maschio, che presenta una struttura fisica più grossa e pesante.

Ma anche le differenze anatomiche tra i comuni meticci e specifiche razze farebbero supporre l’esistenza di miagolii diversi.

In generale, non è chiaro se il processo si selezione delle razze feline sia stato sufficientemente lungo e/o “forte” da variare in modo marcato i parametri acustici dei miagolii di razze diverse.

La letteratura scientifica che indaga questi quesiti è al momento scarsa e spesso contradditoria. Servono ulteriori studi per avere risposte certe.

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