La tradizione dell’uovo di Pasqua: dalla gallina al cioccolato

Scambiarsi un uovo di gallina all’inizio della primavera è un'antica usanza arrivata fino a noi quale simbolo, ora anche goloso, del giorno di Pasqua.

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A cura di: Dott.ssa Elena Ghelfi

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L’uovo come custode di vita, ciclicità e nascita, icona della Primavera e della Pasqua, della rinascita della vita in una stagione in cui la luce diventa sempre più presente, rimandi sacri e profani che si uniscono attorno a un simbolo.

Un simbolo antichissimo

Regalare uova è una tradizione che si perde nella notte dei tempi. Già il popolo Persiano usava scambiare uova di gallina all’inizio della primavera come gesto di buon auspicio.

La tradizione si diffuse anche agli Egizi, che consideravano l’uovo fulcro dei 4 elementi dell’universo (aria, acqua, terra, fuoco), ai Greci e ai Romani.

Questi ultimi seppellivano uova dipinte di rosso nei campi da coltivare come auspicio di fertilità e promessa di buoni raccolti dopo l’inverno.

Nella religione cristiana l’usanza delle uova pasquali iniziò in Mesopotamia.

I primi fedeli durante le celebrazioni macchiarono le uova di gallina di rosso per ricordare il sangue di Cristo crocefisso, l’uovo era simbolo di resurrezione e rinascita.

L’uovo, che a una prima vista appare inerte e vuoto, in realtà racchiude una nuova vita pronta a schiudersi nel mondo.

Con il passare dei secoli l’uovo a Pasqua diventa assieme all’agnello un simbolo inequivocabile della Pasqua di Cristo, rinascita primaverile della Natura e Resurrezione, subendo però varie rielaborazioni.

Nel Medioevo, ad esempio, assurse a simbolo di rinascita dell’uomo in Cristo.

La tradizione di regalare uova

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La tradizione di donare uova si diffuse in varie popolazioni. Le uova furono dipinte con colori naturali come foglie o fiori e dal rosso si passò a vari colori, fino alla colorazione dorata.

Divenne un dono per la servitù, ma anche per i nobili; infatti, in questi secoli artigiani gioiellieri crearono uova artificiali rivestite di oro, argento o platino.

Si narra che Edoardo I, re d’Inghilterra nel periodo 1272-1307, commissionò a scopo di dono pasquale ben 450 uova d’oro.

Il massimo splendore in fatto di uova artificiali e alla contestuale invenzione della sorpresa al suo interno si deve al gioielliere russo Peter Carl Fabergè, che nel 1887 creò per la zarina (su incarico dello zar Alessandro III) un prezioso oro decorato con smalto, platino, pietre preziose, con un gioiello racchiuso al suo interno.

L’inizio di una preziosa produzione destinata a ricchi facoltosi dell’epoca e ovviamente allo zar.

Dall’uovo di gallina a quello di cioccolato da donare il giorno di Pasqua

Dalle tradizionali uova di gallina, seppur colorate, tutt’ora utilizzate durante il pranzo pasquale nella Chiesa Ortodossa, si arriva alla dolce rappresentazione attuale.

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Nel settecento il chocolatier francese David Chaillou alla corte di Luigi XIV inventò il primo uovo di cioccolato usando pasta di cacao.

L’uovo di cioccolato come lo conosciamo oggi è però nato nel 1819 quando Louis Cailler, pasticcere e maestro cioccolataio, inventò un macchinario dedicato alla lavorazione del cioccolato.

La pasta di cioccolato fu lavorata in una miscela più malleabile e plastica, consentendo di ottenere le famose tavolette, ma anche forme solide differenti quali appunto l’uovo.

La produzione di uova di cioccolato, dapprima frutto di abilità artigianali, con l’industrializzazione entrò nella produzione organizzata in fabbrica.

Verso la fine dell’Ottocento l’inglese John Cadbury inventò il primo uovo di cioccolato con sorpresa prodotto in serie e aprì la strada per la commercializzazione di questo dono pasquale, simbolo antico e moderno di stupore per la vita, e nuova vita, anche spirituale.

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