I principali endoparassiti del coniglio a compagnia

Anche il coniglio, come del resto tutti gli animali da compagnia e non, ha i suoi parassiti “interni”. Quali sono? Quali danni possono causare? Come prevenirli? Scopriamolo insieme.

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A cura di: Dott.ssa Linda Sartini, Dott. Cristiano Papeschi

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Gli endoparassiti (parassiti interni) sono organismi che vivono a spese dell’ospite, in questo caso il coniglio, causando problemi più o meno importanti.

Molti di essi sono microscopici (ad esempio i protozoi), mentre altri visibili a occhio nudo (ad esempio nematodi e cestodi), almeno nella loro forma adulta.

Tutti albergano all’interno del corpo dell’animale, in distretti ben precisi in funzione del loro tropismo.

Il coniglio può essere infettato o infestato da diverse specie di parassiti, la maggior parte dei quali specie-specifici.

Vediamo insieme quali sono i principali e quanto è probabile che il nostro futuro coniglio ne porti con sé qualcuno.

Quali sono gli endoparassiti del coniglio e come si trasmettono

Di seguito descriveremo in maniera sintetica i principali endoparassiti del coniglio con particolare attenzione alla loro frequenza, modalità di trasmissione e pericolosità per l’animale.

Coccidiosi

Iniziamo dai coccidi, i parassiti interni più comuni nel coniglio (puoi approfondire l’argomento leggendo l’articolo dedicato).

Sono protozoi, organismi microscopici il cui riscontro è davvero frequentissimo in questo animale.

Infatti, molto spesso, durante la prima visita post acquisto o adozione e in seguito all’esame delle feci vengono diagnosticati anche in soggetti completamente asintomatici.

Esistono molte specie di coccidi, tutte appartenenti al genere Eimeria, più o meno patogene.

Molto patogene sono, ad esempio, E. intestinalis ed E. flavescens, mentre poco o per nulla patogena è invece E. coecicola.

Le diverse specie parassitano un determinato tratto del tubo digerente dell’animale, causando danni a livello dell’epitelio gastrointestinale.

Questo con la sola esclusione di Eimeria stiedae, che mostra tropismo per il fegato, sul quale esplica la propria azione patogena.

oocisti di coccidi
Oocisti di coccidi.

Le oocisti di Eimeria sono rilasciate attraverso le feci e diventano infettanti dopo una permanenza di alcuni giorni nell’ambiente.

La trasmissione della parassitosi avviene per ingestione delle oocisti sporulate (infettanti) presenti nell’ambiente.

Queste possono essere presenti sul pelo degli animali e ingerite durante la toelettatura, o contaminare gli alimenti (ad esempio fieno, mangime e acqua).

Nel caso di infezioni lievi in cui siano coinvolte specie di Eimeria poco patogene, il più delle volte non si presentano segni clinici evidenti.

In presenza di specie considerate più pericolose o di infezioni massive si può invece avere ritardo nell’accrescimento, dimagrimento importante, diarrea, disidratazione e anche morte.

La coccodiosi può essere trattata efficacemente con farmaci specifici, che devono essere prescritti dal Medico veterinario curante dopo accurata diagnosi.

Altri protozoi

Altre specie di protozoi possono parassitare il coniglio.

Tra queste ricordiamo la Giardia, anch’essa a trasmissione oro-fecale, cioè per ingestione di feci di coniglio infetto da parte di uno sano.

Questo parassita è in grado di causare problemi come diarrea e dimagrimento.

Più raramente riscontrata è Toxoplasma gondii, per il quale il coniglio da compagnia può fungere da ospite intermedio senza alcun pericolo di trasmissione all’essere umano.

Nel coniglio può rendersi responsabile di fenomeni infiammatori a livello di diversi organi, quali ad esempio il sistema nervoso o l’apparato muscolare.

I nematodi o vermi tondi

Tra i nematodi (vermi tondi) che possono parassitare il coniglio ricordiamo, primo fra tutti in quanto a frequenza, Passalurus ambiguus (puoi approfondire l’argomento leggendo l’articolo dedicato).

Questo ossiuride vive nel cieco e nel grosso intestino e molto spesso convive con il coniglio senza causare sintomi, salvo in presenza di infestazioni talmente importanti da determinare ostruzione o prolasso rettale.

Il nematode adulto misura diversi millimetri e rilascia le sue microscopiche uova attraverso le feci.

Queste potranno infestare un altro coniglio sempre per ingestione (ad esempio quando presenti nell’ambiente, nella lettiera o sugli alimenti).

Molto più rari nell’apparato gastroenterico dei conigli da compagnia sono altri nematodi, più comuni nei soggetti selvatici o di allevamento rurale, come Obeliscoides cuniculi, Graphiduim strigosum e Trichostrongylus retortaeformis.

I nematodi del digerente possono anch’essi essere efficacemente trattati con la somministrazione di antielmintici specifici.

I cestodi

Piuttosto rari nei conigli da compagnia, ma comunque degni di essere nominati, sono i cestodi.

Il coniglio può fungere da ospite per lo stadio adulto di diverse tenie, come ad esempio Cittotaenia ctenoides, la cui infestazione si verifica a seguito di ingestione accidentale di invertebrati (ad esempio acari).

A questa seguirà lo sviluppo nell’apparato digerente dell’animale di lunghi vermi piatti, la cui presenza può causare dimagrimento, diarrea ed ostruzione intestinale.

Queste tenie  possono essere debellate farmacologicamente.

Inoltre, sempre in maniera molto occasionale, i conigli possono ospitare le cisti di alcune tenie dei cani e dei canidi selvatici come la Taenia pisiformis e la Taenia serialis.

In questo caso le forme larvali delle tenie non andranno a localizzarsi nell’apparato digerente, bensì formeranno cisti soprattutto a livello epatico o peritoneale.

L’infestazione, in questo caso, avviene prevalentemente consumando fieno o erba contaminati da feci di cani o volpi che ospitano il parassita adulto.

Le cisti delle tenie dei canidi il più delle volte convivono con il coniglio senza causare sintomi visibili, in altri casi dovrebbero essere rimosse chirurgicamente.

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Come comportarsi in caso di endoparassiti nel coniglio

La cosa più giusta da fare, lo ripetiamo ogni volta, è quella di far controllare il coniglio dal proprio veterinario di fiducia subito dopo l’acquisto o l’adozione.

Successivamente sono sufficienti controlli effettuati con regolarità a cadenza semestrale e, ovviamente, ogni qual volta compaia qualche alterazione o segno di malattia.

Tra le altre cose, il veterinario provvederà ad eseguire esami delle feci periodici per verificare la presenza di molti degli endoparassiti di cui abbiamo parlato.

Se necessario, prescriverà poi le terapie specifiche.

Gli endoparassiti non devono mai essere sottovalutati, perché se è vero che in alcuni casi i danni possono essere minimi, in molti altri la salute dell’animale può essere messa seriamente a rischio.

endoparassiti coniglio lettiera

L’igiene dell’ambiente è fondamentale. Bisogna rimovere quanto prima le feci lasciate in giro e pulire almeno giornalmente la cassetta delle deiezioni, lavandola e disinfettandola settimanalmente.

Questa è sempre una strategia di profilassi molto importante.

Se si acquista o adotta un nuovo coniglio è caldamente consigliato farlo visitare prima di metterlo a contatto con altri soggetti, onde evitare che possa trasmettere qualche patologia a quelli residenti.

Ultimo, non certo per importanza, non formulate mai diagnosi “fai da te”.

E soprattutto non eseguite trattamenti alla cieca e in maniera arbitraria, ma affidatevi sempre alle prescrizioni del veterinario di fiducia.

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