I rischi di lasciare libero il cane

Lasciare un cane libero e senza controllo può avere dei rischi e delle conseguenze per il proprietario, vediamo quali.

0

A cura di: Dott.ssa Paola Fossati

cane libero
Annuncio

Stavo passeggiando nel parco e sono stato aggredito da un cane libero”.

Facevo tranquillamente colazione al bar e il cane di un altro avventore mi ha morso un polpaccio, all’improvviso”.

Il mio cane, tenuto al guinzaglio, è stato assalito da un altro cane che invece non lo aveva”.

Le cronache riportano, purtroppo, regolarmente notizie come queste.

Facciamo, allora, un punto, sulle responsabilità.

Cane libero di muoversi e senza controllo del proprietario

Un cane di proprietà, lasciato libero di muoversi e magari anche allontanarsi senza essere sotto il diretto controllo del proprietario o di chi ne ha la custodia in quel momento, espone alle conseguenze della violazione dell’Ordinanza ministeriale sulla Tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione dei cani.

Questa impone di tenere sempre il cane al guinzaglio, non più lungo di 1,5 m.

La contravvenzione può diventare un problema se causa danni a persone o ad altri animali oppure a oggetti.

Ma le responsabilità insorgono anche se l’animale è al guinzaglio e riesce comunque a provocare conseguenze negative sfuggendo in qualche modo al controllo.

Questo perché la legge prevede l’obbligo generale di sorvegliare con diligenza i propri animali o quelli di cui si assume la custodia e di evitare che aggrediscano, lesionino terze persone o deteriorino la proprietà di terzi.

In caso si verificasse uno di questi problemi, bisognerebbe risponderne.

Ciò significa dover pagare un risarcimento e, nei casi più gravi, anche ricevere una sanzione penale.

cane libero aggressione

Se il cane aggredisce e ferisce un’altra persona

Ad esempio, nel caso in cui un cane aggredisse, mordesse e, in questo modo, ferisse qualcuno, ci sarebbe una responsabilità per “lesione personale” colposa (art. 590 c.p.).

Le conseguenze sono crescenti a seconda della gravità della lesione stessa.

Se, per disgrazia, la persona aggredita dovesse addirittura morire a seguito delle lesioni riportate, l’accusa si trasformerebbe in quella di “omicidio colposo” (art. 589 c.p.).

Il Codice penale contiene un articolo specifico, intitolato “Omessa custodia e mal governo di animali” (art. 672 c.p.), che aiuta a comprendere in quali casi si configura la colpa.

Questa è attribuita a chi avrebbe dovuto vigilare su “animali pericolosi da lui posseduti” e, invece, non lo ha fatto.

Oppure li ha lasciati liberi o ancora li ha affidati a una persona che non aveva l’esperienza sufficiente per custodirli nel modo corretto.

La definizione di cani pericolosi

Con la definizione “animali pericolosi” sono indicati gli animali che mettono a rischio l’incolumità delle persone, rappresentando un pericolo concreto in determinati casi e determinate circostanze, pur non essendo i classici animali feroci.

Un cane che, ad esempio, morde un bambino o provoca un incidente stradale o causa la caduta di un anziano, che a seguito del trauma perde la vita, è considerato un animale pericoloso (anche se di piccola taglia).

Una vecchia sentenza, che spesso viene ancora ricordata, aveva perfino affermato che la pericolosità può essere direttamente collegata alla attitudine del cane.

I cani da guardia in genere, e quelli appartenenti anche per somiglianza alla razza dei Pastori tedeschi in particolare, sono da considerarsi pericolosi e, quindi, rientranti nella disciplina di cui all’art. 672 c.p. (omessa custodia e malgoverno di animali)”.

Questo secondo la Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1840 del 8 marzo 1990.

cane libero cancello

Inoltre, è importante ricordare che un animale può essere riconosciuto come “pericoloso” non solo qualora causi un danno quando è libero e fuori controllo in un luogo pubblico, ma anche se questo accade in una proprietà privata e recintata.

La giurisprudenza ha, infatti, più volte precisato che, per non avere problemi, è necessario assicurarsi che la recinzione e il cancello impediscano effettivamente l’accesso di estranei e prevengano la fuga degli animali.

La presenza di cani di grossa taglia deve, altresì, essere segnalata con appositi cartelli.

Se si affida il cane a una persona con poca esperienza

Da non sottovalutare l’affidamento del proprio animale a un detentore.

Come anticipato, l’obbligo di custodirlo correttamente ricade, infatti, anche su quest’ultimo.

Lo ha precisato la Corte di Cassazione in un’interessante sentenza inerente proprio a un caso di “lesioni personali” causate da un Pastore tedesco, che aveva aggredito e ferito a una gamba una persona.

All’epoca dei fatti il cane era detenuto da un uomo che non ne era il proprietario e che, per questo motivo, aveva cercato di svincolarsi da qualunque responsabilità.

La Corte ha, però, affermato che quello che si deve valutare non è la proprietà dell’animale, ma l’esistenza di una relazione tra l’animale stesso e la persona che lo deteneva.

Da questa nasce infatti il dovere di custodia e vigilanza.

E la relazione può derivare da una semplice detenzioneanche solo materiale e di fatto” (Cass. Pen. Sent. n. 51448/2017; Sent. n. 13464/2020).

Quindi, bisogna sempre fare molta attenzione quando si affida il cane a qualcuno.

Ma anche quando si tiene il cane di qualcun altro.

zuffa tra cani

Il risarcimento

Non bisogna sottovalutare, poi, quello che abbiamo accennato in merito al dovere di risarcimento.

Significa che il proprietario (o il detentore) dell’animale che ha provocato un danno dovranno pagare tutte le spese derivanti.

L’unico modo, per loro, di sottrarsi a questo onere sarebbe quello di fornire la prova di un “caso fortuito”.

Il caso fortuito è difficile da dimostrare

Nel caso quindi di un fatto assolutamente improvviso, imprevedibile e che non abbiano potuto evitare, pur facendo uso di ogni diligenza.

In questo caso, infatti, sarebbe chiaro che un evento esterno e ineluttabile è stato la vera causa della situazione che si è creata, in assenza di colpa, anche minima.

Il caso fortuito però non è facile da dimostrare.

Di solito, è rappresentato dal verificarsi di una catastrofe naturale improvvisa.

Può, altrimenti, essere identificato nell’intervento di una terza persona (ad esempio, una persona che causa un rumore forte spaventando il cane e provocandone la reazione) oppure nella colpa del danneggiato stesso.

In quest’ultimo caso è, comunque, difficile che il giudice accetti come giustificazione il fatto che chi ha subito il danno ha avuto un comportamento che ha stimolato la reazione del cane.

Infatti, è stato più volte rimarcato in diverse sentenze che le reazioni degli animali non possono essere considerate del tutto “imprevedibili”, perché è nella loro natura rispondere agli stimoli anche in modo improvviso.

Per portare un esempio di colpa del danneggiato, si può pensare alla circostanza in cui una persona dovesse “inciampare” in un cane accovacciato.

In questo caso, il cane non ha parte attiva nel causare l’accaduto.

Non si potrebbe ribaltare la responsabilità sul malcapitato, invece, nel momento in cui lo stesso inciampasse nel guinzaglio a cui è assicurato il cane, a causa di un improvviso cambio di direzione di quest’ultimo.

Tale situazione vedrebbe, infatti, in gioco ben due elementi rilevanti a carico di chi tiene l’animale: la mancanza di cautela nel governarlo e l’incapacità di contenerne la reazione, evitando l’intralcio del percorso altrui.

Fare sempre molta attenzione al proprio cane

Quindi, si torna a sottolineare l’importanza della classica raccomandazione di fare sempre molta attenzione al proprio cane o al cane che si è accettato di detenere.

Se poi si verificasse la zuffa tra due cani, bisognerebbe stabilire bene la dinamica per capire quale dei due ha iniziato l’azione.

 

Annuncio