Coccidiosi del coniglio: cos’è, come prevenirla e come trattarla

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A cura di: Dott. Cristiano Papeschi

coccidiosi del coniglio
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Parlando di coccidiosi del coniglio dobbiamo sottolineare quanto sia importante la prima visita fatta dopo l’acquisto.

L’esame delle feci è uno dei passaggi “obbligati”, un punto chiave da non sottovalutare non solo nel giovane animale, ma anche nell’adulto.

Ciò non vuol dire che un coniglio sia necessariamente infestato da parassiti intestinali, ma qualora lo fosse è bene intervenire tempestivamente per eliminare l’ospite indesiderato ed evitare che questo, con il passare del tempo e con la sua naturale moltiplicazione, possa arrecare danno alla salute dell’animale.

Il giovane coniglio appena acquistato, qualunque sia la sua provenienza (negozio, allevamento, privato, ecc.), potrebbe avere all’interno del proprio apparato digerente i coccidi, endoparassiti che vengono osservati con grande frequenza in questa specie.

Cosa sono i coccidi?

I coccidi sono microorganismi (protozoi) appartenenti al genere Eimeria che, ad eccezione di una sola specie che interessa il fegato (Eimeria stiedae), parassitano l’intestino: ne esistono diverse specie (Eimeria intestinalis, Eimeria magna, Eimeria flavescens, Eimeria coecicola, ecc.) con differente potere patogeno, ma la loro presenza non deve comunque essere sottovalutata poiché per compiere il proprio ciclo biologico, questi patogeni devono “rompere” la cellula ospite.

Spesso le infestazioni lievi passano inosservate, e il veterinario diagnostica il problema a seguito di un esame coprologico di routine.

Altre volte il coniglio può manifestare dimagrimento, ritardo nell’accrescimento o altri sintomi aspecifici e di ordine generale che facciano sospettare la presenza di qualche patologia subdola, ed il riscontro della presenza di coccidi potrebbe rispondere in parte alla domanda: “cosa sta succedendo al mio pet?”.

Nei casi più gravi l’animale può manifestare diarrea di varia intensità e gravità e, se non si interviene tempestivamente, la sua sopravvivenza potrebbe essere messa a dura prova.

Abbiamo accennato al giovane animale di recente acquisto, ciononostante la coccidiosi può interessare ed essere diagnosticata anche in soggetti adulti od anziani.

I coccidi e le feci

All’esame coprologico non sono osservati i coccidi, bensì le loro oocisti, ovvero dei microscopici corpuscoli di forma per lo più ellittica (vedi foto).

Le oocisti sono “l’agente infettante” del parassita nonché la sua “forma di resistenza” nell’ambiente, in quanto la particolare parete che le protegge conferisce loro una grande resistenza agli agenti atmosferici e consente a questi protozoi di sopravvivere nell’ambiente esterno per molto temo, anche in condizioni avverse.

Come si trasmette la coccidiosi?

Come avviene per molti altri parassiti, la coccidiosi si trasmette per via oro-fecale, ovvero per ingestione di materiale fecale.

L’oociste emessa con le feci non è immediatamente infettante poiché necessita di un periodo di “maturazione” di alcuni giorni nell’ambiente esterno, la cosiddetta “sporulazione”.

Una volta sporulata, l’oociste ingerita è in grado di infettare un altro soggetto o addirittura re-infettare lo stesso coniglio che l’ha emessa con le feci. A questo punto c’è da chiedersi: “come può un’oociste sporulata essere ingerita da un coniglio?”.

Le modalità sono diverse… si parte dagli alimenti contaminati da materiale fecale fino al leccamento durante la toelettatura.

Per farla semplice, ipotizziamo di avere un coniglio sano e senza coccidi: se, sempre ipoteticamente, si acquistasse un nuovo coniglio e questo fosse parassitato dai suddetti protozoi, il secondo soggetto disseminerebbe nell’ambiente feci contenenti le oocisti del parassita che andrebbero a contaminare la lettiera e, potenzialmente, anche l’alimento.

Il primo coniglio, quello già presente in casa e libero da coccidi, potrebbe così ingerire le oocisti una volta sporulate ed infettarsi a sua volta.

Coccidiosi del coniglio: prevenzione

A questo punto possiamo tirare delle semplici quanto importanti conclusioni: l’esame delle feci è fondamentale per identificare un animale parassitato che, a giudizio del veterinario, dovrebbe essere trattato per evitare che il patogeno arrechi, presto o tardi, un danno alla sua salute.

Nel caso di acquisto di un nuovo soggetto, è consigliabile far eseguire un esame delle feci per prevenire la trasmissione anche ad altri conigli.

L’igiene della lettiera è sempre fondamentale ma anche l’alimento potrebbe veicolare le oocisti del parassita, per cui bisogna fare attenzione alla somministrazione di erba o fieno ricavati, ad esempio, da terreni sui quali siano stati presenti conigli o concimati con loro deiezioni.

I coccidi del coniglio sono un pericolo per chi gli sta vicino?

È necessario puntualizzare che la coccidiosi è una patologia specie-specifica, pertanto i coccidi del coniglio possono infettare solamente altri conigli e non rappresentano un rischio per specie animali diverse o per l’uomo.

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