La vita con un pappagallo: come evitare possibili problemi

Affinché un pappagallo si adatti senza problemi alla vita domestica è necessario rispettare le sue necessità di specie e comprendere come conquistare la sua fiducia.

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A cura di: Dott.ssa Elena Ghelfi

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Il pappagallo è un animale da compagnia particolare che può dare al proprietario tantissime soddisfazioni o seri problemi: empatico, allegro, affettuoso, ma anche selvatico e diffidente, come tutte le prede che temono per la loro vita.

Una preda che cerca una compagnia sicura

I pappagalli in Natura in genere nascono in nidi ricavati all’interno di cavità profonde e buie, che proteggono dai predatori, accuditi solo dai genitori.

Per i primi giorni di vita i pulli condividono lo spazio ristretto solo con i fratelli o la mamma in un mondo caldo, ovattato, senza molti stimoli se non tattili e sonori durante l’imbeccata.

Un mondo sicuro per il pappagallo i cui imparare l’ABC della vita, con calma e tranquillità, sempre protetto da mamma e papà.

Impiumati e in grado di compiere brevi voli i piccoli pappagalli escono e rientrano dallo spazio ormai troppo ristretto del nido per conoscere il mondo circostante fatto di luce, colori, suoni, condizioni atmosferiche, altri pappagalli, altri animali.

Acquisiscono altre competenze ed esperienze, praticamente vanno a scuola!

In questa fase la socialità viene sviluppata nei confronti di altri giovani pappagalli, subadulti, adulti oltre al loro nucleo originario.

Questi in varia misura insegnano loro nuovi comportamenti, linguaggi, competenze per vivere e a loro volta creare una nuova famiglia.

Tanti maestri da cui imparare, legarsi, scambiare coccole o beccate, ma i veri maestri fidati restano per ancora alcuni mesi i genitori.

Il proprietario in genere si inserisce proprio in questa fase della vita.

Per il benessere fisico e psichico del pappagallo deve quindi configurarsi come il nuovo maestro a cui affidarsi ciecamente, imparare a vivere nel suo mondo, conoscere, sentirsi protetto, ma anche libero di sperimentare.

Una compagnia sicura e fidata con cui giocare, scambiarsi coccole, condividere il pasto, condividere la giornata.

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Lo spazio personale e la “bolla della sicurezza”

I pappagalli per natura tendono a difendere il loro spazio personale.

Per loro è una questione di sopravvivenza: se un pappagallo si fida del suo proprietario e della sua famiglia è disposto a condividere la sua “confort zone, in caso contrario lo dimostrerà con il linguaggio dei pappagalli.

Se non verrà capito e rispettato nei suoi tempi e nei suoi modi adatterà quindi il suo comportamento alla risposta che si mostrerà più efficace: urla o beccate.

Il contatto fisico e vocale

Le zone off limits

Conquistata con calma e pazienza la sua fiducia, il pappagallo si avvicinerà cercando il contatto fisico, stando il più possibile vicino al corpo del suo amico umano, scambiando con lui leggere beccatine o mostrando di gradire le sue carezze, soprattutto in zone sensibili come la nuca o il petto.

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Attenzione però a non cercare di stimolare o toccare insistentemente il becco (ranfoteca superiore) e la zona genitale per non comunicare scorrettamente le vostre intenzioni di coccola.

Per il pappagallo queste sono zone molto sensibili, utilizzate dal compagno durante l’accoppiamento, e si potrebbero quindi instaura o esacerbare comportamenti riproduttivi sgraditi o non salutari anche per il pappagallo.

Ehi, dove sei?

È anche sconsigliato cercare di toccare o aprire le ali (fondamentali per la fuga, quindi la sicurezza), se non avete ancora ottenuto un ottimo rapporto di fiducia.

Il pappagallo vi considera “uno di famiglia”, si preoccupa se non vi vede o non sente la vostra risposta mentre siete in casa.

Per accertarsi che voi stiate bene vi chiamerà con fischi, parole, vocalizzi, ecc., oppure con un richiamo dedicato solo a voi.

Una “chiamata di contatto” talvolta un po’ troppo frequente, ma che serve a tranquillizzare il vostro amico.

Potrebbe infatti entrare in uno stato di ansia e chiamarvi insistentemente fino a che non riesce ad individuarvi.

Molto spesso i vocalizzi di contatto avvengono al mattino, quando lo stormo si sveglia e inizia le sue attività.

È importante metterlo in conto, quanto si decide di adottare uno di questi splendidi, ma rumorosi uccelli.

Il sonno ristoratore

Le prede durante il sonno sono più vulnerabili ai predatori.

Alcune specie animali si organizzano in gruppi con sentinelle che allertano se scorgono un pericolo.

Altri hanno sonni molto leggeri (pare che dormano a occhi aperti!).

Anche i pappagalli necessitano di quiete, tranquillità, buio e sicurezza durante il sonno.

Se il vostro pappagallo, in buone condizioni di salute, si appisola con regolarità tranquillamente vicino a voi significa anche in questo caso che si fida di voi e non vi considera potenziali predatori.

La condivisione del pasto

Vivere in uno stormo di pappagalli significa condividere il pasto. E anche per noi umani è il top della condivisione, della convivialità e ci fa stare bene con gli altri.

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I pappagalli adorano mangiare assieme ai proprietari e stare a tavola con loro.

Oltre a essere un ottimo momento per stare insieme e fare un’attività piacevole, può essere un buon stratagemma per convincere i più refrattari a nutrirsi di frutta e verdura.

Non bisogna però condividere o incoraggiare il pappagallo a mangiare o assaggiare cibi per loro non salutari (patatine, grana, prosciutto, pasta condita, creme, ecc.).

Molto meglio mettere in ciotoline apposite erbe, frutta, verdure, estrusi dedicati a loro, e come strappo alla regola qualche pezzetto di grissino (meglio all’acqua), biscotti secchi o pasta scondita e possibilmente non (o poco) salata, ecc..

Nascondendo le prelibatezze in ciotole con erbe commestibili o striscioline di carta, la colazione o il pasto diventano contemporaneamente momento di gioco.

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