Il passero del Giappone è una specie domestica, in Natura non esiste un corrispettivo selvatico.
Nel XVIII secolo furono ottenuti incroci a partire dal comune passero striato giapponese (Lonchura striata).
Ibridando diverse specie affini di Lonchura striata (subsquamicollis e swinhoe) e probabilmente altri piccoli passeriformi presenti nelle stesse aree geografiche si ottenne questo poco appariscente uccellino dalle grandi potenzialità.
I primi esemplari di questa nuova specie (Lonchura striata domestica) furono introdotti in Europa nel 1860 come uccelli da gabbia o voliera.
Questi piccoli estrildidi rustici, ben adattabili, facilmente addomesticabili, trovarono da subito un buon gruppo di estimatori.
Indice dei contenuti
Caratteristiche del passero del Giappone: impariamo a riconoscerlo
Il corpo è minuto, misura infatti 12 cm, affusolato.
La colorazione più nota è marrone scuro su capo, ali e schiena, mentre il petto presenta una tonalità di marrone più tenue.
Il ventre in genere è bianco con disegni a chicco di riso sui margini delle piume.
Il becco è grosso, robusto, in genere grigio-nero. Negli anni sono state ottenute diverse mutazioni: crema, nero-bruno, perla, rosso-bruno, bianco e pezzato.
Sono stati selezionati anche soggetti a piumaggio riccio e con ciuffo.
I passeri del Giappone sono mediamente longevi (5-7 anni), anche se alcuni soggetti ben alimentati e mantenuti e con una buona base genetica possono raggiungere anche gli 8-10 anni di età.
Sessaggio e riproduzione del passero del Giappone
Non è possibile riconosce i sessi dalla semplice osservazione del piumaggio, pressoché identico nei due soggetti.
È quindi possibile identificare la coppia solo al momento della maturazione sessuale, quando il maschio inizia i corteggiamenti con il canto e la femmina si mostra ricettiva allargando le piume di petto e coda.
Ma attenzione: sia maschio che femmina costruiscono il nido e talvolta un maschio corteggia e simula l’accoppiamento con un altro maschio solo per dimostrare la sua dominanza.
Per formare una coppia ci si deve dunque armare di tanta pazienza e osservazione.
Nel caso è possibile far eseguire un test genetico da alcune piume dell’addome, raccolte con cura, indossando guanti per evitare contaminazioni del DNA.
Alimentazione del passero del Giappone
Questi minuti ma vivaci uccellini si nutrono essenzialmente di semi (per piccoli esotici o cocorite), spighe di panico, insalata (meglio tagliarla a striscioline) e qualche erba di prato (centocchio, tarassaco, ecc.).
È possibile inserire nella dieta in modo occasionale anche frutta di stagione.
Grit e osso di seppia devono essere lasciati a loro disposizione.
Nel periodo delle cove e dell’allevamento dei piccoli può essere utile fornire un pastoncino all’uovo.
L’acqua fresca e pulita deve essere sempre a disposizione.
Questi piccoli uccelli bevono infatti ogni giorno; per non rischiare problemi di disidratazione, dunque non basta l’acqua contenuta nei vegetali.
Dove ospitare i passeri del Giappone
Il passero del Giappone è molto attivo e vivace, necessita di spazio per potersi muovere, volare, interagire con gli altri abitanti della volieretta.
Il suo alloggio deve contenere mangiatoie, abbeveratoi, una vaschetta per il bagno, il nido e ovviamente posatoi adeguati.
La volieretta o gabbia devono essere collocate in una zona tranquilla e riparata da correnti d’aria, in una stanza in cui si assicurata una temperatura confortevole (non meno di 15° C, non superiore ai 25-26° C).
Questi piccoli uccelli riescono ad adattarsi bene alla convivenza con altre specie di estrildidi egualmente socievoli e tranquilli.