Il vomito: non sempre e soltanto conseguenza di un problema gastrico

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A cura di: Prof. Matteo Cerquetella 

il vomito
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Il vomito è un segno clinico piuttosto frequente nel cane. Consiste nell’espettorazione forzata di materiale presente nello stomaco, rappresentato da cibo o semplicemente da succhi gastrici; tale sintomo non va confuso con il rigurgito, che invece rappresenta l’espettorazione di materiale presente nell’esofago e che non ha ancora raggiunto lo stomaco.

Tale differenziazione assume anche un significato pratico, in quanto i due sintomi, riconoscendo meccanismi diversi, prevedono anche percorsi diagnostici e soprattutto terapeutici differenti.

Parlando del vomito, come prima cosa va sottolineato il fatto che si tratta spesso di un evento che l’organismo mette in atto con finalità protettive, come quando consegue all’ingestione di sostanze tossiche, irritanti o di cibo avariato, rappresentando in questo caso un primo meccanismo difensivo volto ad allontanare dall’organismo la sostanza tossica/irritante; peraltro, qualora la sostanza ingerita dovesse aver determinato un’irritazione importante della mucosa gastrica, il sintomo vomito potrà persistere, anche dopo l’allontanamento della sostanza in causa, fino a che l’irritazione non sarà risolta (spontaneamente o con l’ausilio di farmaci).

Oltre a queste, anche altre cause possono agire sulla mucosa dello stomaco, stimolando di conseguenza il sintomo vomito, quali corpi estranei, farmaci, vegetali, agenti infettivi e parassitari, neoplasie etc.

Alla base dell’insorgenza del sintomo vomito sta il fatto che tutte queste cause vanno a stimolare particolari recettori presenti a livello della mucosa gastrica; una volta stimolati questi recettori sono in grado di inviare segnali, attraverso delle fibre nervose, al centro del vomito presente in sede cerebrale, attivandolo e inducendo pertanto il vomito.

Va considerato che tali recettori periferici non si trovano solo a livello della mucosa gastrica, ma sono distribuiti anche a livello sia di altri distretti dell’apparato digerente (faringe, intestino), che di altri organi (fegato, pancreas, reni, ovaie, utero, cuore); pertanto, qualsiasi processo infiammatorio che colpisce uno o più di tali organi, può parimenti accompagnarsi al sintomo vomito, in associazione chiaramente anche ad altri sintomi a seconda del distretto coinvolto e della patologia presente.

Anche patologie infiammatorie o compressive a carico del cervello possono ugualmente associarsi al vomito.

Peraltro, oltre al meccanismo recettoriale sopra descritto, esiste anche un altro meccanismo in grado di stimolare tale sintomo: alcune sostanze chimiche eventualmente presenti in circolo, come alcuni farmaci o certe sostanze, quali quelle che si accumulano in circolo a motivo ad esempio di un’alterata funzionalità renale, possono indurre il vomito attraverso la stimolazione di una particolare zona cerebrale, diversa dal centro del vomito e denominata zona chemocettrice di avviamento del vomito (Chemoreceptor Trigger Zone – CTZ), in grado di essere attivata per l’appunto da stimoli chimici.

Da quanto brevemente esposto appare chiaro come quando un cane o un gatto vomitano ripetutamente nel corso della giornata o di più giornate, occorre sempre rivolgersi al proprio Medico Veterinario di fiducia, che rappresenta l’unica figura professionale in grado di comprendere la causa di tale sintomo, mettendo in atto il giusto percorso diagnostico e consigliando di conseguenza il protocollo terapeutico più appropriato.

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