Come scegliere il coniglio? Nel precedente articolo abbiamo discusso di alcuni aspetti che dovrebbero essere presi in considerazione nella scelta di un coniglio, tutte caratteristiche che non comportano particolari problematiche ma rimangono comunque “dettagli” non trascurabili. Andiamo dunque avanti nella nostra discussione…
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La razza e la taglia del coniglio
Esistono numerose razze di coniglio, alcune definite “nane”, sebbene sia più corretto indicarle come di “piccola taglia”, altre medie e giganti, più comunemente considerate “da carne”.
Solitamente, i conigli destinati a diventare animali da compagnia sono il frutto di incroci, spesso casuali, e quindi non sempre appartenenti ad una razza ben precisa.
L’ANCI (Associazione Nazionale Coniglicoltori Italiani) riconosce attualmente, nel nostro Paese, poco più di 40 razze cunicole, ma al di fuori dei confini ne esistono molte di più.
In realtà, nano, medio o gigante che sia, il coniglio è comunque un’unica specie e la differenza è relativa solamente a pochi dettagli quali le dimensioni, la forma e la lunghezza delle orecchie, il colore del mantello e la lunghezza del pelo.
Nell’immaginario comune, per lo meno fino a pochi anni fa, il coniglio da compagnia era considerato il “nano” perché di piccola taglia, dall’aspetto più rotondo ed accattivante. Al contrario, negli ultimi tempi si sta affermando una nuova tendenza, ovvero molti appassionati scelgono conigli di taglia media o gigante come pet, che nulla hanno da invidiare al cugino più piccolo.
La gestione è la stessa indipendentemente dalla razza o dalla taglia solo che, ovviamente, i conigli di maggiori dimensioni necessitano di una gabbia e di una tana più spaziose e di quantità di cibo decisamente più consistenti.
Chi scrive ha avuto il piacere di assistere, in più di un’occasione, all’adozione di conigli da carne di provenienza rurale, sottratti pertanto alla gabbia, all’ingrasso ed alla futura macellazione in favore di una vita sicuramente più lunga e felice.
C’è da precisare, inoltre, che a differenza del cane e del gatto, nel coniglio la razza influisce molto meno sul carattere dell’animale, rimanendo più che altro un fattore estetico.
Il mantello del coniglio
Più che il colore, un fattore che può influenzare la scelta del soggetto in maniera puramente soggettiva, bisognerebbe fare una considerazione sulla lunghezza del pelo.
Esistono alcune razze, come ad esempio l’angora e il volpe o i loro incroci, che possiedono un pelo lungo o semilungo.
Un mantello di questo tipo necessita di maggiore manutenzione, di essere spazzolato, districa e, se necessario, accorciato soprattutto nelle regioni anatomiche a contatto con il suolo, raccoglie con maggiore facilità lo sporco della lettiera ed è più frequente che il perineo si imbratti con feci ed urine.
Pertanto, questo tipo di soggetti andrebbero scelti solo se si ha un po’ più di tempo da dedicare alla cura del loro mantello.
Al contrario, razze ed incroci a pelo corto molto raramente richiedono questo tipo di cure, per lo meno finché l’animale è sano ed in grado di toelettarsi.
Quanti conigli accogliere in casa?
La risposta alla domanda “quanti conigli è meglio accogliere in casa?” è, sicuramente, “più di uno”!
Si tratta, infatti, di una specie sociale che in natura vive in gruppo e pertanto, ove possibile, è sempre consigliabile acquistare od adottare almeno due conigli, meglio se provenienti dalla stessa cucciolata (e quindi già affiatati tra loro), ma questo non è un requisito vincolante in quanto, solitamente, anche soggetti di diversa età e provenienza possono imparare a convivere senza grossi problemi, l’importante è osservare alcune accortezze legate per lo più al sesso.
Per quanto il proprietario abbia tempo da dedicare al proprio animale, la compagnia di un suo simile e l’interazione reciproca non è certo sostituibile in alcun modo: il rapporto sociale tra consimili è la migliore forma di arricchimento ambientale ed è utile per l’equilibrio psicologico dell’animale.
Il sesso
È necessario sottolineare che il coniglio, maschio o femmina che sia, andrebbe castrato o sterilizzato entro il primo anno di vita, meglio ancora tra i sei e gli otto mesi, sia che si possieda un solo soggetto o più.
Ciò si rende necessario per prevenire alcune malattie, come ad esempio lo sviluppo di patologie uterine, che per evitare problemi comportamentali che spesso rendono difficile la convivenza con il proprietario ma anche tra gli stessi conigli.
Infatti, il raggiungimento della maturità sessuale spinge l’animale a marcare il territorio, comporta lotte tra maschi (soprattutto in presenza di femmine), atteggiamenti sessuali insistenti rivolti al proprietario o agli oggetti e, inutile dirlo, il rischio di gravidanze indesiderate.
Pertanto, è da sconsigliare la convivenza di conigli interi di entrambi i sessi, a meno che non si desideri ottenere nuove generazioni di coniglietti; a parte ciò, qualunque tipo di composizione sessuale, sempre considerando animali sterilizzati, sembra funzionare piuttosto bene.
In conclusione
A conclusione di questo argomento trattato in due articoli, ci preme sottolineare quanto segue: adozione o acquisto, taglia piccola o gigante, maschio o femmina, giovane o adulto, si suggerisce sempre di condurre a visita l’animale per un controllo di routine e per discutere con il veterinario di tutti gli aspetti che riguardano la gestione, la salute, le profilassi presenti e future nonché la sterilizzazione, il prima possibile nei giorni immediatamente successivi l’inizio della convivenza.