La prima delle caratteristiche dei gechi che ci viene in mente è la loro capacità di aderire a qualsiasi superficie, tipo il vetro.
In realtà questi piccoli rettili hanno svariate caratteristiche che li contraddistinguono da tutti i loro parenti squamati, tra queste la coda.
I gechi che siamo abituati a vedere sui muri delle nostre case hanno una coda del tutto simile a quella delle lucertole. I gechi però hanno evoluto delle strutture caudali particolarissime e con delle caratteristiche uniche nel mondo dei rettili.
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La coda dei gechi: un quinto arto o un timone per planare
La caratteristica più “scontata” della coda dei gechi è quella di fungere come un quinto arto. Non solo perché in alcune specie è semi-prensile (come in Aeluroscalabotes felinus chiamato anche geco gatto, Mniarogekko chahoua o geco muschiato, Correlophus ciliatus detto geco crestato, ecc.), ma anche perché viene sfruttata come punto di appoggio durante l’arrampicata.
Questa caratteristica è risultata talmente vincente che è stata applicata su alcuni rover spaziali per evitarne il ribaltamento. Beh, non c’è che dire…
Alcuni gechi definiti “volanti”, come Gekko kuhli, presentano una coda particolarmente appiattita e adornata di lembi di pelle laterali, mentre l’estremità ha una conformazione simile a quella di una paletta.
Questa conformazione così particolare funge da timone per direzionare le planate di questi simpatici draghetti.
Essenziale alla loro sopravvivenza
L’adattabilità dei gechi è stata vincente nel colonizzare il pianeta, in questo processo la coda ha avuto la sua parte.
Diverse specie di gechi provenienti da zone con ambienti poco favorevoli (Eublepharis o gechi leopardati; Oedura conosciuti come gechi vellutati; Hemitheconyx o gechi dalla coda grassa; ecc.) hanno sviluppato la capacità (involontaria) di stoccare grassi e liquidi nella coda.
In questo modo nei periodi dove le prede scarseggiano o la siccità non gli permette di abbeverarsi, possono sopravvivere anche alcuni mesi senza alcun sostentamento.
Nella lotta alle avversità ambientali, è il genere Neprhrurs, o dei gechi dalla coda a pomello, ad aver evoluto la peculiarità più incredibile.
Questi piccoli gechi endemici dei deserti australiani presentano tutti una sorta di formazione a forma di pomello alla fine della coda.
Parrebbe che questa conformazione possa in qualche modo fungere da igrometro e aiutare questi animali nella ricerca di acqua con cui abbeverarsi o nel trovare zone umide dove passare le ore più calde della giornata.
Tra le caratteristiche dei gechi anche la comunicazione per mezzo della coda
Siamo abituati a pensare che solo i mammiferi o gli animali più evoluti utilizzino la coda per comunicare con i loro conspecifici e non solo, ma a quanto pare i gechi non sono da meno.
Infatti, tra i vari sistemi di interazione dei gechi c’è quello visivo e la coda viene utilizzata in quasi tutte le specie per indicare ai propri simili uno stato d’animo o per tentare di intimorire i predatori.
Ad esempio molti gechi fanno tamburellare la coda a terra nel corteggiare le femmine (ad esempio Eublepharis macularius o geco leopardino).
Altre come Pristurus carteri (geco delle rocce) o Chondrodactylus angulifer (geco gigante della Namibia) in presenza di un predatore inarcano la coda verso la testa come se volessero emulare uno scorpione, al punto di essersi guadagnati il nome di “scorpion geckos“.
La miglior difesa è l’attacco: la coda dei gechi è una vera arma
I gechi, come la maggior parte dei sauri, si difendono dai predatori grazie all’autotomia, cioè il distacco di tutta o di parte della coda.
Questa poi ricrescerà simile alla precedente, eccezion fatta per il geco crestato (Correlophus ciliatus) che è in grado di distaccare la coda, ma non di rigenerarla.
Ma la caratteristica di difesa più interessante è strettamente legata a 2 generi: Eurydactylodes (gechi camaleonte) endemico della Nuova Caledonia e Strophurus (gechi dalla coda spinosa) endemico dell’Australia.
Infatti, questi piccoli gechi hanno evoluto la capacità di spruzzare dalla coda un liquido vischioso, leggermente irritante e dal sapore sgradevole.
Questa capacità è possibile grazie ad un sistema di “serbatoi” disposti in più punti della coda e muniti di uno o più fori d’uscita (quasi invisibili).
Quando il geco è infastidito solleva la coda e se messo alle strette comprimendo i muscoli caudali spreme i serbatoi e schizza il liquido vischioso verso il nemico.
Queste sono sicuramente tra le caratteristiche più interessanti delle code dei gechi. Ne esistono diverse altre però: alcune esclusivamente morfologiche (spine, creste, ecc.), altre utili al mimetismo (come quelle a foglia).
Ora sta a voi approfondire e scoprire di più su questi magnifici animali.
Articolo a cura di Italian Gekko Association