Canarino o cocorita in vacanza

Per chi possiede un canarino o un altro piccolo volatile andare in vacanza crea il problema se portarlo con sé o affidarlo a qualcuno che lo possa accudire durante il periodo di assenza. Vediamo cosa è meglio fare in questi casi.

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A cura di: Dott.ssa Elena Ghelfi

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La sospirata vacanza si sta avvicinando e molti si domandano come comportarsi con il canarino, la cocorita o altri amici alati con cui condividono casa e vita domestica.

Cercare qualcuno che li accudisca durante l’assenza? Una pensione o un allevatore? Oppure optare per condividere anche il viaggio e la vacanza?

Vediamo insieme le varie opzioni e le necessità da soddisfare per una serena e divertente esperienza, così che il viaggio o la permanenza non diventi un momento di disagio, stress o pericolo.

A casa in un luogo noto o in una struttura diversa?

Canarini, piccoli fringillidi o piccoli psittacidi possono subire maggiormente le conseguenze di uno stress da caldo, viaggio, ambientazione, cambio di abitudini, cambio di clima.

Per loro potrebbe quindi essere più saggio optare per una vacanza “separati”, ovvero lasciando a casa, nel suo ambiente noto e familiare, il canarino o la cocorita.

Per questo è opportuno capire con un buon anticipo chi si potrà di lui occupare nel migliore dei modi recandosi presso l’abitazione giornalmente (o al massimo a giorni alterni) per controllare cibo, acqua, pulire deiezioni e ciotole e ovviamente accertarsi della salute del piccolo o dei piccoli volatili.

Canarini e pappagallini sono animali sociali e le lunghe ore di solitudine saranno fonte di stress, motivo per cui si consiglia sempre di non adottare animali singoli: in coppia o piccolo gruppo sopportano meglio la mancanza del proprietario.

Probabilmente anche durante l’anno si saranno abituati a periodi di assenza del proprietario che si reca al lavoro, condividendo con lui però alcune ore in compagnia la mattina e la sera.

Un’indicazione utile è quindi cercare di rispettare in parte uno di questi momenti chiedendo al familiare, vicino o pet sitter di recarsi a casa negli stessi periodi, magari anche alternandoli, per mantenere almeno una piccola routine.

Non potendolo controllare in caso di pericolo, meglio non lasciarlo libero nella stanza senza qualcuno che lo tenga d’occhio.

Se il pet sitter è in grado di farlo rientrare in gabbia al momento opportuno, è certamente gradito un giretto e un’interazione in libertà, ma solo se è possibile effettuarla in sicurezza e senza stress.

Luce naturale, ma attenzione al caldo

Mantenere i ritmi circadiani è fondamentale per l’umore, il benessere e la salute del canarino o pappagallino.

La gabbia va quindi posizionata vicino a una finestra lasciata almeno in parte a scuri aperti o tapparelle sollevate, magari riparata in parte da una tenda che non lasci entrare troppa luce e quindi calore, ma che consenta anche di poter vedere all’esterno distraendosi un po’.

Nella casa dove vive tutto l’anno si sarà già trovato un luogo idoneo per posizionare la gabbia, ma la presenza costante del proprietario può essere garanzia in caso di necessità.

Durante l’assenza occorre comunque valutare se quella posizione fissa sia sempre idonea, magari per fornire un po’ più di fresco potrebbe essere utile spostare temporaneamente la gabbia in una stanza posizionata a nord o più ombreggiata, facendo alcune prove giorni prima della partenza.

Presso una pensione o una struttura?

Un’altra possibilità potrebbe essere quella di affidare quando si è in vacanza il canarino o la cocorita a un allevatore fidato che giornalmente, accudendo i suoi animali, provvederà in modo competente anche al “pensionante”.

In genere per non correre rischi di trasmissioni di malattie sarà ospitato in una stanza attigua.

Pensioni specializzate in animali non convenzionali non sono di facile reperimento e spesso si occupano più facilmente di piccoli mammiferi.

È sempre meglio quindi verificare di persona dove verrà ospitato il proprio volatile: meglio diffidare di chi decide di ospitare nella stessa stanza sia prede che predatori.

Lasciando il volatile a uno sconosciuto è importante segnalare con precisione le abitudini, gli atteggiamenti normali o anormali e le necessità dell’animale.

La borsa delle cose utili

Lasciare a disposizione del pet sitter o della struttura numeri di telefono per urgenze e comunicazioni, il riferimento del Medico veterinario di fiducia, eventuali cure e medicinali utilizzati, cibi preferiti e indicazioni su varietà e quantità da somministrare.

Meglio provvedere di persona acquistando un quantità adeguata dei semi o delle verdure preferite e delle vitamine o farmaci indicati dal Veterinario con dosi precise.

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