Animali come esseri senzienti: necessaria una rivoluzione culturale?

Per confermare il fatto che gli animali siano soggetti ai quali l’ordinamento deve garantire diritti, al pari delle persone, servirà una rivoluzione culturale più ampia di quella che ha già innescato la creazione di norme più compatibili con la natura vivente e gli interessi dei non umani.

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animali come esseri senzienti
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La diffusione dell’interesse per gli animali ha portato il legislatore di numerosi ordinamenti, compreso quello europeo, a qualificare gli animali come esseri senzienti.

Significa che molti Stati si sono impegnati a tenerne in considerazione la sensibilità e la capacità di soffrire, nel momento della definizione delle normative vigenti e delle policy di settore.

Da questo non è derivata, però, una reale condizione giuridica degli animali quali soggetti del diritto, il quale, anzi, evidenzia diverse contraddizioni nel modo in cui si riferisce agli esseri viventi non umani.

Da un lato, infatti, numerose norme tutelano il benessere degli animali, riconoscendone il valore intrinseco e l’interesse a non soffrire. Dall’altro, il diritto privato continua a classificare gli animali tra i beni mobili, quindi come fossero oggetti inanimati.

In questo scenario si deve, inoltre, ricordare che in molti casi gli animali non sono presi in considerazione dal diritto come individui, bensì come un unico “insieme di elementi”.

Questo succede, ad esempio, nel diritto ambientale, l’applicazione del quale è spesso connessa alla “fauna” quale unica entità rilevante.

Animali come esseri senzienti nel rapporto tra società e animali

L’analisi della condizione degli animali nel diritto pone, dunque, in risalto un’ambiguità di fondo, che può anche essere considerata riflettere le contraddizioni nel modo in cui le moderne società si rapportano agli animali.

Infatti, è noto quanto sia diverso il riguardo riservato agli animali da compagnia, rispetto al trattamento degli animali da reddito o impiegati per altre finalità utili all’uomo. Una realtà che, di fatto, il diritto non fa altro che palesare.

È anche vero che alcuni ordinamenti hanno iniziato ad avviare processi di riconoscimento progressivo dei diritti degli animali, non solo rafforzando le norme di tutela, ma anche introducendo modifiche costituzionali o dei codici civili finalizzate a dare rilevanza agli animali e alla relativa qualità di vita.

In questi casi, la definizione di “animali come esseri senzienti” assume un valore pregnante e indicativo di attenzione all’individualità del singolo animale e della relativa condizione, indipendentemente dall’appartenenza a una popolazione o a una specie oppure alla più ampia categoria di “bene ambiente”.

Finora, questi passaggi legislativi non hanno comportato una chiara indicazione dell’animale come soggetto di diritto. Si tratta, però, di significativi punti fermi a sostegno di un allargamento progressivo della tutela degli animali.

FONTE: LaSettimanaVeterinaria

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