Mammalnet, un’App per raccogliere dati sui mammiferi selvatici in Europa

Gli alimenti selvatici sono importanti per la sicurezza alimentare perché possono contribuire alla diffusione di malattie e virus tra gli animali d'allevamento.

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Un’equipe internazionale sponsorizzata dall’Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha progettato una piattaforma di crowdsourcing denominata MammalNet che può raccogliere dati da “scienziati in funzione di privati cittadini” s’imbattono nei mammiferi selvatici durante il lavoro o il tempo libero. 

Chi può partecipare?

Sono invitati a contribuire anche i fotografi dilettanti e i professionisti che utilizzano trappole fotografiche (ambientalisti, ricercatori/osservatori dell’ambiente, cacciatori, agricoltori, guardiaparchi, escursionisti, scalatori, alpinisti, ciclisti, sciatori e altri; amministrazioni e centri visitatori in aree naturali/riserve protette, uffici turistici, consigli presso le comunità rurali, scuole, università e aziende che operano nel settore ambientale).

Queste persone e organismi possono contribuire segnalando avvistamenti di animali necessari per il progetto, oppure promuovendo l’iniziativa e l’app tra i visitatori, i clienti, il personale e le comunità locali.

Come funziona l’app Mammalnet?

Quando si carica una foto, l’applicazione seleziona la specie corretta e salva automaticamente le coordinate del luogo in cui è stata scattata.

Attualmente è stata attivata la prima fase del progetto a cui partecipano: Croazia, Germania, Polonia e Spagna. Nella seconda fase, dal maggio 2020, il progetto sarà esteso al resto d’Europa.

È indetto, inoltre, un concorso per premiare la “foto del mese” e ci sono anche dei quiz. Più persone saranno coinvolte, più è probabile che i dati saranno della qualità necessaria per coadiuvare le valutazioni scientifiche.

Questo lavoro scientifico potrà avere effetti importanti non solo sulla salute degli animali e sulle relative questioni di sicurezza alimentare, ma anche sul benessere economico delle comunità rurali e degli agricoltori.

FONTE: LaSettimanaVeterinaria

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