L’importanza della vitamina C nella cavia

Il porcellino d’India è un animale che, esattamente come l’uomo, per la sua sopravvivenza necessita di assumere la vitamina C direttamente dall’alimento, in quanto il suo corpo non è in grado di sintetizzarla

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A cura di: Dott. Cristiano Papeschi

vitamina C
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La vitamina C è un composto di fondamentale importanza per la sopravvivenza dell’organismo e per il corretto svolgimento di numerosi processi biologici all’interno di esso.

Tutti i mammiferi, ad eccezione dell’essere umano, dei primati e della cavia, sono in grado di sintetizzare la vitamina C grazie alla presenza di un enzima epatico, la L-gluconolattone ossidasi, che consente la sintesi endogena di acido ascorbico.

Questo enzima, però, è assente nella cavia, la quale pertanto dovrà assumere la vitamina C per via alimentare. Questa sarà poi assorbita a livello del primo tratto dell’intestino tenue.

Quali sono le funzioni biologiche della vitamina C?

Esattamente come accade per tutte le altre vitamine, anche la C assolve numerose funzioni biologiche agendo a diversi livelli del metabolismo.

Di seguito, alcune di quelle descritte nell’essere umano:

  • Biosintesi degli acidi biliari
  • Catabolismo della tirosina
  • Attivazione dell’acido folico
  • Biosintesi degli ormoni steroidei
  • Metabolismo del ferro
  • Antiossidante
  • Biosintesi del collagene
  • Biosintesi della noradrenalina
  • Importante funzione a livello immunitario
  • Metabolismo di alcuni ormoni
  • Cicatrizzazione delle ferite

Quelle appena descritte sono solo alcune delle numerose funzioni che svolge la vitamina C, pertanto risulta evidente come una sua carenza può causare danni generali all’organismo, a livello di diversi distretti.

Il fabbisogno giornaliero

La cavia dovrebbe assumere quotidianamente un certo quantitativo di vitamina C, al fine di garantire il corretto svolgimento delle funzioni biologiche dell’organismo.

In un animale adulto e sano, il fabbisogno di vitamina C giornaliero viene quantificato in circa 10-30 mg per ogni chilogrammo di peso corporeo.

Nei giovani in accrescimento ma anche nelle femmine durante la gestazione e l’allattamento, il fabbisogno è un po’ più elevato, esattamente come avviene nei soggetti debilitati od affetti da altre patologie, compresa l’ipovitaminosi C, e si aggira intorno ai 50 mg per ogni chilogrammo di peso.

Come somministrare la vitamina C?

Il sistema migliore e più naturale per somministrare la vitamina C è attraverso un’alimentazione corretta.

Per quanto la base alimentare della cavia debba essere rappresentata da fieno ed erba, frutta e verdura fresca sono un complemento che non deve mai mancare nel menù di questo animale.

Tra gli alimenti ricchi in vitamina C possiamo elencarne alcuni quali i peperoni rossi, il prezzemolo, il cavolo, gli spinaci, il kiwi, la papaia, le fragole, gli agrumi, il ravizzone, la rucola, il tarassaco, la cicoria, ecc.

Considerate, ad esempio, che i peperoni contengono quasi il doppio di vitamina C rispetto al kiwi che, a sua volta, ne contiene circa il 40% in più rispetto alle arance.

Altri alimenti di utilizzo comune in questa specie, quali lattuga, carota, mela e pera ne contengono molto poca.

Pertanto, al fine di pianificare una dieta corretta e ricca in vitamina C, è consigliabile consultare delle tabelle nutrizionali, certamente di facile reperimento anche in rete.

Nel caso della frutta, non dimentichiamo l’elevato apporto di zuccheri, pertanto bisogna fare un po’ di attenzione.

Un altro sistema, utile soprattutto quando si sia impossibilitati a fornire all’animale alimenti freschi ed in presenza di altre patologie o stati carenziali, ma che può essere impiegato anche di routine e su consiglio del medico veterinario, è la somministrazione di integratori.

In commercio esistono prodotti appositamente formulati per le cavie, alcuni dei quali anche appetibili. In alternativa si possono impiegare prodotti pediatrici ad uso umano, facendo ben attenzione alle proporzioni.

Gli integratori si potrebbero aggiungere all’acqua di bevanda (0,5-1 grammi per litro) oppure all’alimento, ma è necessario ricordare che la vitamina C è estremamente labile alla luce solare e può facilmente deperire per numerosi motivi e che, inoltre, diventa difficile monitorarne la corretta assunzione.

Ancor meglio, in questo caso, la somministrazione direttamente nella bocca dell’animale. Nelle situazioni più gravi, e dietro prescrizione del veterinario, la vitamina C può essere somministrata anche per via sottocutanea o intramuscolare.

I danni dovuti alla carenza di vitamina C

Nel caso di una dieta poverissima in vitamina C, i segni di malessere ed i primi sintomi specifici possono comparire già entro due settimane.

Per stati carenziali molto gravi l’animale può arrivare fino anche al decesso entro 3 o 4 settimane.

I segni clinici attesi in corso di ipovitaminosi C non sono molto diversi da quanto descritto per lo scorbuto umano, una patologia fortunatamente ormai molto rara.

Tra questi possiamo indicare:

  • Mancanza di appetito
  • Dimagrimento
  • Disidratazione
  • Riduzione dell’attività fisica e riluttanza al movimento
  • Tumefazione e dolore articolare
  • Dolore muscolare
  • Sanguinamento spontaneo da gengive e mucose
  • Alterazioni a carico di denti ed ossa
  • Difficoltà nella cicatrizzazione
  • Pelo arruffato e opaco

I segni clinici più facilmente visibili per il proprietario sono proprio la mancanza di appetito, il dimagrimento, il rifiuto a muoversi e le alterazioni a carico del pelo.

In caso di malessere è necessario consultare immediatamente un medico veterinario, evitando diagnosi “fai da te”, anche in caso di sospetto fondato, e più che mai terapie arbitrarie o estrapolate da fonti diverse.

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