Il parrocchetto monaco, un pappagallo di città

Originario del Sudamerica, il parrocchetto monaco è un pappagallo che si è ambientato molto bene nel nostro Paese, dove forma numerose colonie in tantissime grandi città.

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A cura di: Dott.ssa Elena Ghelfi

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Il parrocchetto monaco (Myopsitta monachus) è un piccolo pappagallo della famiglia degli psittacidi.

Originario di Bolivia, Brasile e Argentina si è ambientato molto bene nel nostro Paese, tanto che è ormai presente in colonie stabili ormai rinselvatichite in tantissime grandi città.

Sono pappagalli abbastanza longevi, che possono sopravvivere anche 25 anni.

Sono apprezzati come pet e sanno interagire in modo molto vivace e affettuoso con i proprietari, che però devono dedicare loro molte attenzioni e tempo.

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Come mai il pappagallo parrocchetto si è adattato così bene nelle nostre città?

Liberazioni casuali o volontarie di questi pappagalli hanno innescato l’inizio della loro colonizzazione dei parchi cittadini.

Questi volatili, seppur provenienti in origine da Paesi tropicali, possono sopravvivere anche a temperature basse (-5 °C), soprattutto se riescono a trovati idonei ripari da intemperie e correnti fredde.

I parrocchetti monaci sono animali gregari e in natura come nelle città si uniscono in gruppi numerosi formati da numerose coppie e giovani soggetti.

Vanno a occupare nicchie in castelli o caseggiati, alberi cavi, luoghi dove in genere nidificavano uccelli selvatici autoctoni come picchi, storni, upupe, assioli, ecc.

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I parrocchetti monaci costruiscono grandi nidi in cui si riuniscono più coppie.

Questi “condomini” possono arrivare a un diametro di un metro e pesare anche 150 kg, e ragionevolmente possono spiegare la sopravvivenza a inverni rigidi.

La vicinanza e la minor dispersione di calore, la collaborazione tra membri della colonia, il cambiamento climatico, la facile disponibilità di cibo nelle città e nelle campagne favoriscono la sopravvivenza e riproduzione di questi pappagalli, vivaci, allegri, colorati, ma anche molto voraci, quindi pericolosi per alcune aree dedicate alla frutticoltura o viticoltura.

Alimentazione del pappagallo parrocchetto monaco

I parrocchetti monaci in natura si nutrono di frutti e germogli.

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Mangiano però anche semi e cereali in genere.

In città e nei luoghi limitrofi questi pappagalli possono reperire facilmente frutta, bacche, foglie tenere e germogli.

Ma anche granaglie magari lasciate a disposizione per altri uccelli, semi di erbe selvatiche e avanzi alimentari.

In alcune regioni italiane i parrocchetti hanno preso d’assalto i frutteti (ciliegie, susine, albicocche, mandorle), ma anche uva, olive, piselli e fave.

Vita sociale del parrocchetto monaco

Uccelli estremamente vivaci, rumorosi, gregari, soffrono di depressione e possono anche infliggersi gravi mutilazioni, se allevati singolarmente o se sono loro concesse poche ore di interazione.

In natura o in colonia le interazioni tra i vari componenti dello stormo sono continue, chiassose, ma sempre funzionali.

È facile osservare il volo in piccoli gruppi sui cieli delle nostre città durante i brevi spostamenti alla ricerca di cibo, intervallati da richiami caratteristici tra i componenti del gruppo e similmente la sera richiami di adunata verso i dormitori.

Ogni coppia non utilizza nidi preesistenti, ma costruisce il proprio nido all’interno del nido comunitario, proteggendolo da eventuali predatori con rametti spinosi e confidando nella forza del gruppo.

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