Certosino

    Il gatto Certosino ha una storia affascinante e leggendaria. Scopriamo insieme il suo carattere e le sue caratteristiche e la vera origine del suo nome.

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    Le Chartreux o gatto Certosino, uno dei gatti più amati e conosciuti, ha una storia secolare e leggendaria, durante la quale ha rischiato anche l’estinzione.

    Dal commercio della sua pelliccia, agli incroci infelici, fino alle guerre, questo felino sontuoso e discreto è sopravvissuto fino ai giorni nostri.

    Razza felina tra le più antiche, il Certosino è conosciuto fin dal ‘500.

    Il suo nome potrebbe ricordare il mondo ecclesiastico, tuttavia, non è mai stato allevato né dai frati, né da altri ordini religiosi.

    La sua origine, sebbene non certa, potrebbe essere il Medio Oriente, dal quale arrivò fino a noi tramite le navi crociate.

    La sua fama inizia però solo negli anni ’20 quando in Francia iniziarono la selezione di soggetti con particolari standard di razza e caratteristiche.

    Tuttavia, è grazie agli scritti dei naturalisti più antichi che è possibile trovare traccia del Certosino francese e discernere la verità dalle leggende su questo felino da cui è difficile distogliere lo sguardo o non affondare le dita nel folto pelo.

    Origine e storia del gatto Certosino

    Il Certosino è una delle razze più antiche frutto di una selezione naturale e ha una storia affascinante e controversa.

    L’origine del nome e leggende

    Grazie alla sua pelliccia lanosa era adattato al clima rigido delle zone montane in Turchia, Iran e in Siria.

    Durante le Crociate il commercio marittimo tra il Medio Oriente e la Francia esportò in Europa anche questo abile cacciatore di topi sui mercantili.

    Il nome della razza deriva senza dubbio da un confronto con una lana spagnola di alta qualità, che veniva chiamata “pile des Chartreux”.

    È in uno scritto del 1723, “Dizionario universale del commercio” di Jacques Savary des Bruslons, ispettore generale delle dogane a Parigi, che troviamo menzione della pelliccia di gatto “Chartreux, purtroppo usata per esigenze di moda dai pellicciai dell’epoca che ne facevano manicotti agli abiti.

    La storia del monastero della Grande Chartreuse, nell’Isère, non accenna affatto alla presenza di gatti certosini.

    La leggenda popolare per cui lo Chartreux discenda da gatti portati qui dai Templari e poi allevati da monaci certosini non ha fondamenti storici e non ha quindi nulla a che vedere con l’ordine religioso omonimo.

    Con i monaci certosini dalla tonaca bianca non condivide né il colore, né l’origine, anche se conserva un temperamento silenzioso e discreto, proprio di un ordine spirituale.

    Se nel Medioevo fossero stati trattati diversamente e adottati dai monaci per scacciare i topi, forse i gatti sarebbero stati determinanti in tempi di peste bubbonica e caccia alle streghe.

    Tra le prime 4 razze feline classificate

    Il naturalista svedese Linneo (Carl von Linné, 1707-1778) noto per il suo inestimabile contributo alle scienze naturali, era convinto dell’importanza di nominare e classificare ogni specie vivente.

    È così che la sua opera “Systema naturae” è considerata la base della nomenclatura binomiale (denominazione con 2 nomi).

    Nel 1735, classificò i gatti in 4 razze, tra cui il Certosino, definito “Catus coeruleus”, gatto blu.

    Nel 1756 Georges Louis Leclerc de Buffon (1707-1788) completò con descrizione e disegni questa classificazione scientifica nella sua “Storia naturale generale e particolare” (volume 6, “Chartreux Cats”) accorgendosi anche delle marcature fantasma (vedere Aspetto).

    All’inizio del XX secolo, il Certosino, dopo essere stato molto popolare in Europa, cadde nell’oblio.

    Negli anni ’30 le sorelle Léger rimasero affascinate da alcuni gatti certosini sull’isola Belle-Île-en-Mer in Bretagna e ne furono così sedotte che si dedicarono alla loro conservazione.

    Fu in questo periodo che fu stabilito il primo standard di razza.

    Nel 1933, durante un’esposizione del Cat Club di Parigi, una delle gatte Chartreux delle sorelle Leger, “Mignonne de Guerveur”, divenne campionessa internazionale e fu nominata “il gatto più estetico dell’esposizione” nonostante la popolarità in ascesa del Persiano.

    Dopo questo periodo florido, il Certosino subì nuovamente un certo disincanto, a cui seguì l’autorizzazione all’incrocio con il British Shorthair che non aiutò la salute di questa razza.

    Nel 1969 la stessa FIFé decise di assimilare lo standard del Certosino con quello del British.

    Tuttavia, è grazie al lavoro di Jean Simonnet e al suo  “Club du chat des Chartreux” che nel 1977, con la promulgazione di un nuovo standard saranno stabilite le caratteristiche specifiche, differenziando lo Chartreux dal British e ottenendo il riconoscimento ufficiale.

    Nel 1989 si delineò poi lo standard definitivo.

    Differenza con altre razze feline

    Il Certosino francese dalla storia secolare, il colore degli occhi arancioni e quello del mantello unicamente blu (dal gene D, dilution, con i suoi due alleli, “D” e “d”, responsabile della diluizione del colore di base nero) e dall’imponente corporatura, oggi si differenzia da altri altrettanto affascinanti gatti blu come:

    • il Korat, con occhi verdi, testa a forma di cuore e mantello grigio pioggia privo di sottopelo, ma con sfumature argento;
    • il Blu di Russia, longilineo e dagli occhi smeraldo;
    • il British Shortair, di origine inglese e differente per alcuni tratti morfologici descritti di seguito.

    Aspetto

    Il Certosino è un felino dalla taglia medio-grande con una struttura massiccia e muscolosa, ma allo stesso tempo un corpo agile e flessuoso.

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    Nulla del suo corpo sembra sproporzionato e l’effetto generale è quello di un gatto ben strutturato, dalla corporatura robusta: non tarchiato bensì armonioso.

    Ha un peso che oscilla tra i 5 kg nelle femmine, fino ai 7-8 kg nei maschi.

    Il Certosino raggiunge la maturità sessuale tardivamente, intorno ai 2-3 anni.

    La testa non è tondeggiante come nel British Shortair, ma ha la forma di un trapezio isoscele, largo alla base e stretto alla sommità, con bajoues (guance) molto sviluppate nel maschio.

    Il naso dritto è blu-grigio, largo, senza accenno di stop e non camuso.

    Le orecchie di media grandezza sono piazzate alte, ma non diritte sulla testa e gli conferiscono un’espressione attenta.

    Gli occhi sono grandi, non così tondi come nel British e con angolo esterno lievemente rivolto verso l’alto.

    La tonalità è tipica: di colore dal giallo intenso, arancio o rame scuro, senza tracce di verde o colori sbiaditi.

    Alla nascita il colore degli occhi è grigio-blu, poi si modifica entro l’anno di età.

    Il torace è ampio e ben sviluppato nel maschio, più stretto nella femmina, che ha un corpo più leggero.

    Il collo è robusto e corto, e nel maschio sembra quasi assente.

    Le zampe sono di lunghezza media, in armonia con il corpo, e i piedi di forma ovale hanno cuscinetti plantari blu-grigi come il resto della pelle.

    La coda ha la base spessa, di lunghezza è proporzionata al corpo e ha la punta arrotondata.

    Mantello del Certosino

    Il pelo del Certosino è lucente e folto con un buon sottopelo, che gli conferisce volume e una tessitura lanosa.

    È impermeabile, il che rende lo Chartreux resistente al freddo, ma anche al caldo estremo, fungendo da isolante, ed è spesso paragonato alla pelliccia della lontra.

    Tutte le sfumature di blu-grigio sono ammesse, dal grigio ardesia al grigio cenere, ma è prediletto il blu-grigio chiaro.

    Non vi devono essere però peli bianchi o riflessi bruni e rossastri, né striature, “tipping” (punte del pelo scure) o “ghost tabby” (marcature fantasma).

    Nei gattini infatti possono essere presenti queste striature più scure sul dorso (da “soriano fantasma”, come se “sotto il manto del Certosino si nascondesse un gatto soriano”), che scompaiono gradualmente perché lo Chartreux non ha il gene del tabby.

    Carattere del Certosino

    Equilibrato, riservato e affettuoso, il Certosino è un gatto silenzioso e quando miagola ha una vocina sommessa e lieve, in perfetto contrasto con la grande mole, singolarità che lo rende irresistibilmente simpatico.

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    Non è timido, ma è sicuro di sé e ama la sua libertà.

    Non è neanche invadente, ma partecipe della vita familiare, con discrezione.

    Ama il suo padrone, lo segue dappertutto, ama giocare a riportare palline e oggetti vari.

    È un gatto equilibrato che ben si adatta sia a persone singole, sia a famiglie con bambini e altri animali.

    Non è un micio che passa le ore a far le fusa sulle ginocchia, non ama le smancerie e non accetta di essere costretto tra le braccia di qualunque persona, ma accetta le coccole quando richieste, senza forzature.

    È un buon compagno sia per persone sole o anziane, sia per i bambini se sono stati educati a rispettare le sue esigenze e la sua dignità: senza disturbarlo quando dorme o mentre svolge le altre sue funzioni fisiologiche e imparando ad osservarlo per interpretare il linguaggio del corpo e conoscerlo meglio.

    Le sue manifestazioni d’affetto sono riservate a momenti particolari quando decide lui per il gioco o per le carezze: per questo motivo ogni suo gesto è considerato molto prezioso.

    Sa essere socievole e accogliente con gli estranei, e tollera bene la presenza di altri animali in casa.

    Apprezza tutte le tipologie di gioco, ma non ama il caos e le persone troppo rumorose.

    All’aria aperta o in appartamento

    Sotto il suo aspetto tranquillo si nasconde un gran cacciatore.

    Infatti, ama stare all’aria aperta e ha conservato abitudini rustiche: grazie al mantello patisce meno il freddo, ma si adatta al caldo in casa.

    Accetta anche la vita in appartamento, ma deve poter giocare e cacciare, attraverso un giocattolo piumato a forma di canna da pesca, un topolino imbottito, una preda finta che possa acchiappare concretamente, evitando puntatori laser, per non generare frustrazione o aggressività reindirizzata.

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    Come ogni gatto, necessita di tiragraffi per farsi le unghie, distendere i muscoli; anche una scatola di cartone può essere un passatempo divertente.

    È consigliabile variare i giochi, senza darglieli tutti in una volta, ma conservandoli e alternandoli come novità.

    Cure ed esigenze particolari

    Alimentazione

    Per questa razza è fondamentale gestire l’alimentazione con cura in quanto ha un appetito formidabile.

    Il peso in eccesso comporta molti problemi di salute e abbrevia la vita del nostro beniamino.

    Più un gatto diventa obeso, più è probabile che diventi diabetico e soggetto ad artrite, oltre al rischio di miocardiopatia ipertrofica.

    La corretta razione alimentare si stabilisce in base all’età, al fabbisogno energetico che cambia nelle varie fasi della sua vita e stato fisiologico.

    Quindi, i gattini necessitano di un alimento equilibrato e adatto alla crescita, il gatto adulto una razione adatta al mantenimento o con un apporto calorico controllato per gatti sterilizzati con tendenza a ingrassare.

    Intorno ai 6-7 anni è importante verificare con il Medico veterinario lo stato di salute dei reni dell’animale, essendo una specie soggetta a insufficienza renale, e preferibilmente orientarsi verso un alimento con ridotto apporto di fosforo per non sovraccaricare i reni.

    Cura e igiene di mantello, orecchie, occhi e denti

    Il pelo richiede solo una spazzolata quotidiana, soprattutto nel periodo di muta, per evitare che ne ingerisca in maniera eccessiva, leccandosi.

    È bene controllare le orecchie, in particolare se ha manifestazioni di prurito che lo portano a grattarsi spesso, senza dimenticare la profilassi antiparassitaria da marzo a novembre e le vaccinazioni.

    Esaminare anche gli occhi e all’occorrenza pulirli con garze sterili inumidite con prodotti specifici per gatti, non fai da te o tramite rimedi casalinghi, che possono alterarne l’equilibro od essere fonte di infezioni.

    La salute della cavità orale inizia con la prevenzione attraverso controlli regolari ai denti e snack o dentifrici a base di enzimi e ingredienti specifici che contrastino la formazione della placca.

    Un’occhiata ai denti permette di cogliere la presenza di tartaro, responsabile dell’alito cattivo, una concrezione più dura da rimuovere rispetto alla placca.

    Quest’ultimo infatti scolla e irrita le gengive, che diventano arrossate e molto dolorose, e si spinge poi in profondità con gravi conseguenze dalle periodontiti, stomatiti, ascessi e infezioni a distanza in altri organi.

    Possibili malattie ereditarie del gatto Certosino

    In materia di malattie ereditarie i gatti certosini in genere godono di buona salute, ma potrebbero essere soggetti a:

    Preservandone la salute con regolari visite di controllo dal Veterinario di fiducia, vive in media tra i 15 e i 20 anni.

    Il gatto Certosino nell’Arte

    Il primo vero ritratto di un Certosino dalla corporatura massiccia, il taglio e colore di occhi tipico, lo sguardo vigile e le orecchie ben dritte risale al 1747: il pittore Jean Baptiste Perronneau ritrae la nobildonna Magdaleine Pinceloup de La Grange con un gatto blu-cenere dagli occhi giallo oro.

    In Italia questa razza ha avuto popolarità negli anni ‘80 quando il pittore bolognese di fama internazionale, Giorgio Tonelli, si è appassionato al Certosino “la cui bellezza è fatta di estrema semplicità, ma di diecimila piccoli particolari che ne fanno un dipinto perfetto”.

    Grazie a due splendidi esemplari d’oltralpe, diede così inizio al primo allevamento italiano dei “Rosa Croce”.

    Saha, una gatta certosina, è inoltre protagonista e simbolo di un amore innocente e incondizionato nell’enigmatico romanzo “La Chatte” della scrittrice, attrice teatrale e gattofila francese Colette.

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