Megabatteriosi, malattia subdola soprattutto negli uccelli giovani

Potenzialmente tutti gli uccelli possono essere infettati: canarini, cardellini, diamanti di gould, passeri del giappone, pappagalli... conosciamo meglio questo patogeno!

1

A cura di: Dott.ssa Elena Ghelfi

megabatteriosi
Annuncio

La megabatteriosi è una malattia subdola che colpisce soprattutto soggetti giovani o con sistema immunitario debole causando seri problemi in allevamento ma anche nei pet.

L’agente patogeno è un organismo unicellulare con caratteristiche peculiari: al microscopio appare come un grosso bastoncello gram positivo (molto più grande dei comuni batteri) ma con caratteristiche più simili ad un fungo e il suo nome scientifico è Macrorhabdus ornithogaster.

Chi colpisce la megabatteriosi?

Potenzialmente tutti gli uccelli possono essere infettati: canarini, cardellini, diamanti di gould, passeri del giappone, pappagalli … probabilmente è presente anche negli uccelli selvatici ma potrebbe essere parte della flora microbica saprofita.

Sicuramente letale nei nidiacei, fortunatamente viene tenuta sotto controllo negli adulti con buona risposta immunitaria. Se cronica, può risultare mortale anche nei riproduttori.

Come accorgersi che gli uccelli sono infetti da megabatteriosi?

Questo microrganismo colonizza preferibilmente la mucosa dello stomaco ghiandolare, talvolta riesce ad attecchire anche nell’ingluvie e in tutto l’apparato digerente.

Ne consegue che i volatili colpiti presentino una grave infiammazione a livello dello stomaco ghiandolare e alterazioni delle capacità digestive.

I sintomi sono abbastanza caratteristici: gli uccelli colpiti sono costantemente in ricerca di cibo, ingeriscono semi ma dimagriscono.

Le feci contengono semi o alimenti non digeriti, talvolta sono presenti diarrea liquida o tracce di sangue.

Se l’infezione e l’infiammazione causano una grave proventricolite (infiammazione dello stomaco ghiandolare) l’eccesso di muco blocca la normale progressione del cibo dallo stomaco verso l’intestino e l’uccello può rigurgitare.

Alcuni soggetti possono presentare un gonfiore a livello addominale (aumento di volume dello stomaco) oppure stasi del gozzo (soprattutto nei nidiacei).

La scarsa assunzione di nutrienti causa ipoglicemia, che si manifesta con apatia e letargia dei soggetti o con sintomi neurologici (tremori). I volatili muoiono di fame o a causa delle infezioni secondarie.

Diagnosi

La diagnosi talvolta può essere complicata: nei soggetti venuti a morte si possono isolare i megabatteri dagli stomaci o dall’intestino, sia mediante striscio e colorazione sia mediante istologia.

Nei vivi occorre tenere presente ogni sintomo o segno degno di rilievo correlando esami fecali, tamponi cloacali o da ingluvie.

Trattamenti curativi

L’unica molecola efficace al momento è l’Amfotericina B, che va somministrata direttamente in bocca o nell’acqua. Anche altri antifungini a volte riescono a tenere sotto controllo la carica di questo patogeno.

La completa risoluzione appare impossibile: i soggetti colpiti devono imparare a convivere con questi microrganismi.

Per ridurre la carica batterica e le infezioni secondarie possono essere utilizzati antibiotici, per migliorare la digestione e rendere più difficile la colonizzazione a livello gastrico è possibile fornire agli uccelli acqua lievemente acida (addizionata di limone o aceto di mele).

La vera prevenzione e cura resta la gestione accurata e consapevole delle tante specie di uccelli che vengono allevati e detenuti in cattività: ridurre lo stress, evitare il sovraffollamento, curare l’alimentazione, isolare prontamente i soggetti ammalati o deboli, selezionare soggetti robusti e geneticamente sani e soprattutto curare l’igiene in quanto l’infezione si contrae da cibo contaminato, feci, imbeccata a nidiacei da parte di riproduttori infetti.

Annuncio