Malattie della prostata nel cane: iperplasia benigna

Nel cane la prostata può andare incontro ad alterazioni patologiche che influiscono sulla sua salute e benessere, come l'iperplasia benigna.

0

A cura di: Dott.ssa Carlotta Tomarelli

prostata-cane
Annuncio

La prostata è una ghiandola sessuale accessoria anatomicamente molto importante del cane maschio che rappresenta il punto di incontro di due apparati (riproduttore e genitale).

Essa si posiziona circondando il collo della vescica e riceve lo sbocco dei dotti deferenti.

In alcuni casi può andare incontro a modificazioni e alterazioni patologiche che influiscono sulla salute e il benessere dei nostri animali.

A cosa serve la prostata?

La prostata è responsabile quasi completamente della secrezione qualitativa e quantitativa del plasma seminale (eiaculato maschile senza spermatozoi).

Quest’ultimo gioca un ruolo molto importante nella fecondazione, poiché ha il compito di trasportare, proteggere e nutrire gli spermatozoi nel tratto genitale femminile fino al concepimento.

La secrezione prostatica è ricca di:

  • fruttosio che garantisce apporto energetico agli spermatozoi, favorendone la motilità per risalire le vie genitali femminili e raggiungere gli ovociti;
  • acidi grassi, amminoacidi, elettroliti (calcio, magnesio, potassio, sodio e zinco), enzimi e vitamine, fondamentali per la sopravvivenza e la capacità di penetrazione degli spermatozoi nell’ovulo. Essi hanno un ruolo anche nel favorire le contrazioni uterine;
  • anticorpi (immunoglobuline IgA);
  • antiossidanti, che proteggono gli spermatozoi dallo stress ossidativo.

Il liquido prostatico ha anche una funzione di barriera nei confronti di agenti patogeni infettanti.

Patologie della prostata

Le patologie prostatiche possono influire sia sulla fertilità, sia sulla salute dei nostri animali.

Spesso i cani possono non manifestare sintomi.

In questo caso solamente in base alle alterazioni legate alle caratteristiche quantitative e qualitative del seme si individuano i problemi a carico della prostata.

Le più importanti malattie prostatiche nei cani sono iperplasia prostatica benigna (IPB), con una prevalenza secondo studi fra il 46 e 53% nella popolazione, la prostatite batterica acuta e cronica, l’ascesso prostatico, le cisti paraprostatiche e la neoplasia prostatica.

Anche i cani sterilizzati possono presentare patologie prostatiche.

Infatti, alcuni studi evidenziano come soggetti castrati potrebbero presentare maggior rischio di neoplasia prostatica rispetto ai cani interi.

Diversamente queste ultime sono estremamente rare nei gatti.

La sindrome prostatica

Più patologie prostatiche possono coesistere nello stesso soggetto, si può quindi parlare di sindrome prostatica.

I sintomi possono includere:

  • disturbi alle basse vie urinarie (urinazione più frequente, difficoltà a urinare, presenza di sangue nell’urina);
  • anomalie della defecazione (difficoltà all’emissione delle feci, sangue nelle feci, costipazione o diarrea);
  • perdite prepuziali (sieroemorragiche e/o purulente) più o meno marcate, continue o intermittenti;
  • difficoltà di deambulazione, zoppia posteriore, riluttanza al movimento e all’accoppiamento per i cani riproduttori;
  • segni sistemici (anoressia, letargia, febbre).

In quest’articolo tratteremo con maggior dettaglio l’iperplasia prostatica benigna nel cane.

Iperplasia prostatica benigna nel cane (IPB)

L’iperplasia prostatica benigna può esser considerato più come un processo evolutivo legato all’invecchiamento che come una patologia vera e propria.

Si può infatti riscontrare in circa l’80% dei maschi interi con età maggiore di 5 anni e circa il 95% dei cani con età maggiore di 9 anni.

prostata-cane-iperplasia

Essa è caratterizzata inizialmente da un naturale aumento non infiammatorio delle dimensioni della ghiandola prostatica, con iperplasia (proliferazione delle cellule epiteliali prostatiche) e ipertrofia (aumento di volume delle cellule stesse).

Secondo gli ultimi studi le razze più colpite da questa problematica sembrano essere: Amstaff, Bovaro del Bernese, Boxer, Dobermann, Pastore Tedesco e Rottweiler.

La normale crescita della prostata è raggiunta a circa 2 anni di età e le cellule prostatiche sono sottoposte a ipertrofia e iperplasia sotto influenza degli androgeni (testosterone).

Gli androgeni hanno quindi un ruolo centrale nell’induzione dell’iperplasia prostatica benigna.

Nel parenchima prostatico infatti il 90% del testosterone è convertito nel suo metabolita attivo, il diidrotestosterone (DHT).

L’alterazione del rapporto ormonale estrogeni/testosterone, con l’età, a favore degli estrogeni promuove l’iperplasia prostatica benigna.

La patologia sembra inizialmente decorrere in maniera del tutto priva di sintomi, almeno nelle prime fasi.

Successivamente, con il passare del tempo, può provocare un peggioramento della qualità della vita dei cani.

L’iperplasia prostatica benigna può infatti progredire in iperplasia cistica e così predisporre i cani alla prostatite batterica cronica, che può evolvere in cistite, epididimite e orchite (infiammazione rispettivamente della vescica e di parte o tutte le componenti dei testicoli.

Questo porta quindi anche al peggioramento della sintomatologia con segni sistemici come letargia, febbre, dolore.

Principali sintomi e alterazioni in corso di iperplasia prostatica benigna

Aumento di volume della prostata (prostatomegalia)

L’aumento di volume della ghiandola prostatica è responsabile della maggior parte delle manifestazioni cliniche della IPB.

A differenza dell’uomo, in cui la prostata con l’avanzare dell’età ha crescita centripeta (verso il centro), nel cane la prostata ha aumento di volume in direzione centrifuga (verso l’esterno), determinando piano piano azione compressiva negli organi adiacenti.

Nel cane infatti solo nelle fasi terminali la prostata tende a crescere verso il centro.

Sforzo defecatorio (tenesmo rettale)

La prostata aumentando di dimensione tende a spingere il colon e/o retto verso l’alto (dorsalmente), contro il sacro e il bacino, restringendone il lume.

Le feci potranno quindi apparire di aspetto nastriforme e schiacciato, o appiattite.

Sforzi continui e protratti nel tempo possono portare a infiammazione intestinale, che si manifesta con diarrea intermittente e mucosa, possibile presenza di sangue e alternanza di periodi di stipsi (costipazione) e diarrea.

Disturbi di deambulazione

L’aumento del volume della ghiandola, l’infiammazione generalizzata e la congestione possono determinare forte dolore, a seguito della compressione di vasi e nervi della regione pelvica e degli arti posteriori.

Ne deriva la possibile insorgenza nei cani affetti da IPB anche di zoppia, andatura rigida e incerta, riduzione di interesse al movimento e all’accoppiamento.

Nei casi più gravi può predisporre allo sviluppo di ernia perineale.

Riduzione della fertilità

Nei cani riproduttori i disturbi prostatici sono spesso diagnosticati prima che si verifichi la fase sintomatica tardiva.

Questo perché gli animali presentano riluttanza all’accoppiamento e riduzione della fertilità.

Diagnosi per l’iperplasia prostatica benigna

La diagnosi definitiva di questa patologia prostatica richiede la biopsia prostatica, un esame che è certamente invasivo.

Tuttavia, una diagnosi presuntiva può anche basarsi sulla storia dell’animale, l’esame clinico eseguito dal proprio Medico veterinario, l’esplorazione rettale, eventuale radiografia/ecografia addominale e l’esame del liquido seminale.

L’analisi macroscopica del liquido seminale consente infatti di valutarne il volume e il colore (individuando eventuale presenza di sangue), mentre l’analisi microscopica dello stesso è utile per valutare la vitalità, la motilità, la concentrazione e la morfologia cellulare degli spermatozoi contenuti in esso.

prostata-cane-veterinario

L’esterasi prostatica specifica

Vi è inoltre un nuovo esame ottenibile attraverso prelievo del sangue: l’esterasi prostatica specifica (CPSE) prodotta solo dalle cellule prostatiche (marker tessuto specifico).

Essa rappresenta la proteina presente in maggiore quantità nel plasma seminale (90%), che è secreta nel lume dei dotti prostatici e rimane principalmente nella ghiandola prostatica.

In condizione di alterazione della ghiandola prostatica questa proteina viene rilasciata nel circolo ematico e la sua concentrazione aumenta nel sangue.

Recenti studi dimostrano che la CPSE (canin prostatic specific esterase) rappresenta il principale biomarker (valido e specifico) per la diagnosi dei disturbi prostatici nel cane.

Può esser utilizzato come indicatore specifico per la diagnosi precoce di patologie prostatiche e può esser utile per valutare la risposta dell’animale alla terapia impostata.

Terapia per l’iperplasia prostatica benigna

La terapia dell’IPB è impostata dal Veterinario curante e spesso si basa sulla soppressione della sintesi degli androgeni (testosterone) o sulla soppressione della loro azione.

Ai fini della rimozione dello stimolo ormonale, nei cani non riproduttori, il trattamento di elezione era considerato la sterilizzazione chirurgica.

Questa infatti determina la riduzione definitiva del volume prostatico, fino al 50% nell’arco di 2-3 settimane, e completa involuzione che richiede anche 4 mesi.

Alcuni studi hanno recentemente però considerato la possibilità che nei cani la castrazione possa aumenta il rischio di sviluppare cancro alla prostata, agendo non favorendone lo sviluppo ma stimolandone la progressione.

Per tale motivo l’opzione chirurgica dovrà esser ben valutata con il proprio Veterinario curante, analizzando il rischio chirurgico e anestesiologico, l’indole del cane ed eventuali conseguenze comportamentali.

L’uso di inibitori steroidei, che favoriscono una significativa riduzione delle dimensioni prostatiche già al termine della fine del trattamento, rappresenta comunque una valida alternativa.

Della prostatite batterica acuta e cronica, l’ascesso prostatico, le cisti paraprostatiche e la neoplasia prostatica parleremo in un prossimo articolo.

Annuncio