Leishmaniosi: tre punti chiave per conoscerla ed evitarla

Con l’arrivo della stagione calda e l’aumento del rischio di infezione, ecco alcuni consigli per difendere i propri cani dal rischio di Leishmaniosi.

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La primavera è alle porte, aumentano le temperature e il tempo passato all’aria aperta e la leishmaniosi torna a imporsi sulla scena.

MSD Animal Health sostiene quest’anno il “Mese della Leishmaniosi”, una campagna informativa con cui si schiera accanto a tutti i pet owner, con l’obiettivo di sensibilizzarli e comunicare loro le best practices da usare per la prevenzione della Leishmaniosi, una malattia parassitaria molto grave, che risulta oggi essere sempre più in espansione nel nostro Paese.

  • Cos’è la Leishmaniosi?

La Leishmaniosi è una malattia infettiva che colpisce principalmente i cani ma che può essere trasmessa anche all’uomo, per questo è classificata tra le zoonosi.

È causata da un protozoo parassita, Leishmania infantum, che si trasmette al cane attraverso la puntura del flebotomo (più comunemente chiamato pappatacio), un piccolo insetto che funge da vettore del parassita.

Una volta punto da un pappatacio infetto, il cane (anche nel caso in cui non manifesti la malattia) rimarrà per sempre portatore e quindi “serbatoio” dell’infezione in grado di infettare altri cani e, in alcuni casi, anche l’uomo, non in modo diretto ma sempre attraverso la puntura del flebotomo.

  • Come riconoscere la malattia nei cani e quali comportamenti seguire in questo periodo dell’anno?

Sebbene non tutti i cani infetti manifestino sempre la malattia, è importante fare attenzione ad alcuni segni clinici per riconoscere in tempo l’insorgere della malattia.

Fra questi: il dimagrimento dell’animale, la stancabilità, la forfora sul pelo dell’animale, la perdita di pelo, la crescita abnorme delle unghie, la comparsa di sangue dal naso e l’ingrossamento dei linfonodi.

Nei casi più gravi, i cani possono sviluppare anche una forma di nefropatia con perdita di proteine con le urine, che può trasformarsi in insufficienza renale cronica e quindi condurre a morte il cane o l’uveite, una patologia oculare che può portare alla perdita della vista.

Per questo la parola d’ordine è prevenzione. La lotta alla diffusione di una malattia si fonda su 2 principali fattori: la protezione dal contatto con il flebotomo, responsabile dell’infezione, tramite un adeguato e specifico antiparassitario e la vaccinazione.

In aggiunta, è consigliato effettuare delle visite semestrali presso il proprio veterinario che valuterà caso per caso l’approccio migliore da usare.

  • In Italia, ci sono zone più a rischio di altre?

Dai dati risulta che non esistono zone a rischio zero: a causa dell’innalzamento delle temperature medie, che ne favoriscono la riproduzione, i flebotomi riescono a diffondersi anche in zone prima non favorevoli, come il Nord Italia o le aree prealpine e praticamente per tutto l’anno, soprattutto nelle zone del nostro Paese in cui le temperature sono miti per 12 mesi all’anno.

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