
Il parrocchetto ondulato o cocorita, scoperto e classificato nel 1789 con il nome di Melopsittacus (dalla voce come il miele) undulatus (per le striature ondulate presenti nel piumaggio) iniziò ad essere allevato in Europa dalla metà del 1800.
Estremamente adattabili, rustici e di buon carattere questi piccoli uccelli hanno conquistato milioni di appassionati allevatori e famiglie.
Ma quanto conosciamo veramente di questi pappagalli?
Come sempre uno sguardo ai “cugini selvatici” fornisce preziosi spunti per migliorare le loro condizioni di vita nelle nostre case.
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Vita di stormo
I parrocchetti ondulati sono originari del continente australiano dove vivono in habitat semi-aridi e umidi nell’entroterra, ma possono essere osservati anche nelle pianure secche dell’Australia sud-orientale e occasionalmente anche nelle coste nord-orientali e del sud.
Si tratta di uccelli grandi volatori e migratori: durante l’inverno australe si spostano nei territori a nord per assicurarsi il facile reperimento del cibo.
La vita sociale è estremamente importante per loro: questi pappagalli vivono infatti costantemente in grandi stormi, che nei luoghi di approvvigionamento del cibo possono unirsi a formare un unico gruppo vivace, chiassoso e “pericolosamente affamato” per le coltivazioni locali.
Il grande numero di esemplari assicura protezione dai predatori e maggior successo nella ricerca del cibo o dell’acqua.
Non pare ci siano vere gerarchie all’interno del gruppo anche se, come si osserva in cattività, le femmine in genere si mostrano più aggressive.
Tutte le attività quotidiane sono svolte nel gruppo: dal grooming mattutino, al volo anche per grandi distanze in cerca di cibo fino al ritorno ai dormitori.
All’interno dello stormo avviene anche la costruzione dei nidi: vicini 3-5 metri l’uno dall’altro, in cavità preformate, ma indipendenti per ogni coppia.
Esigenze del parrocchetto allevato in ambiente domestico
Si può dunque comprendere che anche in cattività nelle nostre case alcuni punti devono essere rispettati per assicurare benessere a questi pappagalli.
Bisognerebbe quindi garantire loro una vita almeno in coppia (sono monogami), o meglio in piccolo gruppo, con possibilità di esercitarsi al volo almeno una volta al giorno in uno spazio sicuro.
I migratori in genere tendono ad accumulare scorte di grasso per far fronte alle energie necessarie all’impegno fisico prolungato ed eventuali carenze di alimenti durante il percorso.
Le cocorite nelle nostre case non riescono a mantenere un buon livello di fitness, se trattenute in gabbiette con costante fornitura di cibo calorico e abbondante, con conseguenze per la loro salute.
L’acqua è una componente importante della vita di questi pappagalli: oltre a assicurare idratazione e pulizia del piumaggio, la stagione delle piogge assicura, al suo termine, una buona crescita di erba fresca, di cui poi si nutriranno i pappagalli e verranno svezzati i loro pulli (con semi a maturazione cerosa).
Talvolta, si osserva un insuccesso riproduttivo nelle nostre case proprio per questo motivo: coppia affiatata, possibilità di volo, cibo curato, ecc., ma mancando una “sana competizione” per la costruzione dei nidi e al tempo stesso una sicurezza data dal gruppo, non si osservano accoppiamenti e deposizione.
Il risvolto della medaglia ovviamente è la proliferazione eccessiva per chi ha già un piccolo gruppo di questi simpatici compagni alati.
Alimentazione del parrocchetto: cibo vario e dove cercarlo
Il parrocchetto ondulato si nutre prevalentemente a terra: semi, bacche, spighe di graminacee, erbe sono le basi della loro dieta.
In natura si nutre di semi a vari stadi di maturazione: l’essicazione e la maturazione finale dei semi contenuti nelle comuni miscele commerciali determinano la perdita di importanti vitamine e oligoelementi.
Per questi uccelli sono però anche molto importanti le erbe fresche e la possibilità di nutrirsi anche di erbe e semi di vegetali prativi. In cattività bisogna dunque assicurate acqua fresca (anche per il bagno), miscele di semi per piccoli pappagalli, ma anche una integrazione almeno settimanale di “semi condizionati o “della salute”, ovvero semi di erbe officinali come finocchio selvatico, cicoria, cardo, tarassaco, ecc., ricchi di oligoelementi e principi attivi, ma soprattutto poveri di grassi.
Vanno a integrare la dieta frutta e verdura, bacche e piccoli frutti di bosco, spighe di cereali, ma anche erbe di prato (non contaminate) da ricercare a terra o nascoste in piccoli percorsi in una stanza a misura di pappagallo.
Si può inoltre arricchire l’ambiente con fili di paglia o striscioline di carta su cui “razzolare”, piccole palestrine costruite per loro con rametti a varie altezze, pietre, superfici differenti su cui posarsi e “camminare”.