I rettili possono trasmettere malattie all’uomo?

I rettili allevati come animali da compagnia possono in alcuni casi essere il veicolo di malattie trasmissibili all'uomo.

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A cura di: Dott.ssa Irene Vitaloni

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Il contatto con i rettili detenuti come animali da compagnia può essere una fonte di trasmissione di zoonosi, cioè di malattie trasmissibili all’uomo.

I rettili come animali da compagnia

I rettili sono animali comunemente detenuti come pet: dal docile e mansueto pitone, passando all’affascinante iguana, fino ad arrivare alle longeve testuggini.

Oggi trovare un rettile come animale da compagnia è un’abitudine regolare e non certo un hobby esclusivo.

Negli USA il 2,4% degli animali da compagnia è rappresentata da rettili e anfibi, mentre in Italia, secondo l’ultimo rapporto Assalco-Zoomark, ne sono detenuti circa 1,4 milioni nelle case degli italiani.

Purtroppo, però informazioni corrette sulla gestione e sull’alimentazione di queste specie sono scarse, e spesso i veterinari si trovano a curare questi animali per patologie legate alla malagestione.

Inoltre, la scarsa igiene o le cattive condizioni di allevamento e l’assenza di periodici controlli veterinari possono aumentare il rischio di parassitosi in questi animali, con conseguente aumento di potenziali zoonosi nell’uomo, soprattutto per persone immunodepresse o bambini.

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Parassiti come veicolo di malattie

I rettili possono essere infestati da diverse specie di parassiti ematofagi, che effettuano su di loro il pasto di sangue.

Molte zecche (Ixodidae e Argasidae) e acari (Macronyssidae e Trombiculidae) si nutrono spesso sia sui rettili che sull’essere umano.

L’acaro dei serpenti

In particolare, l’acaro Ophionyssus natricis è una specie tra le più presenti nei serpenti ed è in grado di veicolare Aeromonas hydrophila, l’agente eziologico della malattia emorragica nei rettili e della gastroenterite e fascite necrotizzante nell’uomo.

Questo acaro è ematofago, e parassita i serpenti e occasionalmente i sauri; è visibile ad occhio nudo, ha cicli vitali molto rapidi e altamente prolifici, con elevata contaminazione ambientale (può sopravvivere per 2-3 settimane sul terreno senza nutrirsi).

Le forme larvali di questo parassita sono molto voraci; è quindi facile per una persona che maneggia un serpente infestato essere morsa dalle larve dell’acaro.

Nel serpente infestazioni massive portano disidratazione, letargia e anemia anche mortale.

Spesso il parassita si riscontra su tutto il corpo dell’animale specialmente sotto le squame, nella regione perioculare e nelle pieghe cutanee attorno alla cloaca.

L’animale si presenta intorpidito, poco reattivo, talvolta irascibile; lo si può trovare immerso nell’acqua per molte ore al giorno e sono anche possibili difficoltà di muta.

Le zecche nelle testuggini

Un tipo di zecca che si trova nelle testuggini, in particolar modo quelle importate illegalmente in Italia dalle regioni del nord Africa, è coinvolta in altre malattie potenzialmente trasmissibili all’uomo dai rettili.

La Testudo graeca è una testuggine a rischio d’estinzione originaria dell’Europa sud-orientale, dell’Asia occidentale e del Nord Africa, ed è frequentemente infestata dalla zecca Hyalomma aegyptium.

Uno studio ha mostrato che di 585 testuggini importate illegalmente il 37,8% era infestato dalla zecca.

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Questi commerci illegali possono essere pericolosi per la salute pubblica in quanto la zecca può essere veicolo per l’uomo del virus della febbre emorragica, di Rickettsia e di Anaplasma phagocytophylum, batterio che provoca nell’uomo la febbre da zecche.

Flebotomi e lesmaniosi

Anche i flebotomi o pappataci possono essere associati a zoonosi nei rettili. Recentemente è stato osservato, grazie a uno studio condotto in Puglia, che i flebotomi che preferiscono gli animali a sangue freddo (genere Sergentomyia) possono pungere anche mammiferi e uomo, trasmettendo la Leishmania tarentolae.

Ad oggi però questa specie di Leishmania sembra non essere patogena per l’uomo, ma serviranno ulteriori studi per approfondire l’argomento.

Criptosporidiosi e salmonellosi

Cryptosporidium spp. è stato identificato in mammiferi, uccelli, rettili e pesci, dove colonizza il tratto gastroenterico, dando vita a parassitosi croniche e recidivanti.

Il Cryptosporidium, come la Salmonella, nei serpenti non provocano malattia, ma la pulizia del terrario può essere una fonte di zoonosi nell’uomo.

La via di contagio principale è oro-fecale, ma può avvenire anche con l’ingestione di acqua o cibo contaminato oppure con il contatto uomo-animale.

Anche le testuggini però sono oggetto di indagine per la trasmissione della criptosporidiosi nell’uomo.

Come evitare la trasmissione di malattie dai rettili all’uomo

Al fine di ridurre al minimo il rischio di trasmissione di agenti patogeni zoonotici nell’ambiente domestico è necessario adottare adeguate norme igieniche quando si manipolano gli animali, nonché buone norme di allevamento: separazione tra le diverse specie di rettile e lontananza dei rettili dal luogo in cui si prepara il cibo.

Gli animali devono essere periodicamente controllati ed esaminati per parassiti e altri patogeni da un Medico veterinario esperto in animali non convenzionali.

Quando una persona o un allevatore acquista un nuovo esemplare deve sempre effettuare una quarantena per evitare di introdurre malattie in una popolazione sana di rettili.

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