Come educare il pappagallo? Ecco alcune regole base!

Un pet è un animale da compagnia con cui condividere esperienze, coccole, giochi. Per poter godere della compagnia di un essere vivente completamente diverso da noi occorre tanta pazienza, umiltà, volontà di mettersi “in gioco” : dobbiamo prima di tutto imparare a “parlare” e muoverci in modo coerente con le emozioni o messaggi che vogliamo trasmettere all’animale.

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A cura di: Dott.ssa Elena Ghelfi

educare il pappagallo
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Quali consigli seguire per educare il pappagallo? Ecco alcune regole base per iniziare un percorso di educazione di un pappagallo:

  • Lasciare che il pappagallo ci studi un po’ e così si abitui alla nostra presenza;
  • Non forzare il contatto fisico: alcuni pappagalli non apprezzano essere presi “in braccio” o ricevere il contatto fisico con l’intera mano – solitamente i pappagalli gradiscono solo un grattino dietro la nuca o alla base del collo (simula il grooming);
  • Non alzare la voce: un grido per loro è segnale di allarme. Potrebbe anche diventare un rafforzamento a un loro comportamento naturale ma poco gradito agli uomini (richiamo dello stormo);
  • Con i pappagalli è utile utilizzare un tono di voce modulato e brioso, mai monotono (a meno che si cerchi di calmare l’animale) e mai stridulo e urlato;
  • Non utilizzare punizioni fisiche per far capire al pappagallo un errore. Colpire un pappagallo è sempre negativo: la forza di un uomo è decisamente superiore e si rischia di ferirlo, inoltre si corre il rischio di rendere ancora più aggressivo o pauroso l’animale perdendo così la fiducia conquistata fino a quel punto;
  • Non utilizzare neanche punizioni che possano mettere a rischio la sua salute, come per esempio sottrarre il cibo o non pulire la gabbia per qualche tempo. Si rischiano problemi di salute anche gravi e si peggiorano i problemi psicologici. Non è col digiuno che si ottiene attenzione;
  • Se il pappagallo si comporta in modo scorretto, va mostrato l’errore senza però far durare troppo a lungo il nostro atteggiamento negativo (ad esempio ignorarlo, tenere il broncio, allontanarlo…). Per educare il pappagallo, la “lezione” non deve creare ansia prolungata, entro qualche ora il rapporto va “ricucito”.

Il gioco alla base per educare il pappagallo

Come nei bambini, il gioco è basilare per insegnare loro le azioni quotidiane, la didattica, i simboli e la comunicazione con i pari e, come per i pappagalli, animali moto intelligenti e sensibili, l’attività ludica è fondamentale. 

Nell’educare un pappagallo, il gioco ricopre una ruolo importante.

Sperimentando, toccando, rompendo giochi o materiali diversi imparano a conoscere il mondo, le loro abilità e i loro limiti.

Il gioco deve essere un momento di relax, di curiosità e divertimento in compagnia del compagno umano. Proponendo giochi o rompicapi sempre più complicati si attiva l’interesse del pappagallo e al contempo si crea un legame molto forte di fiducia nell’umano che diventa compagno di divertimenti ma anche una guida a cui rivolgersi in caso di necessità.

I pappagalli vengono spesso scelti come animali da compagnia soprattutto per la loro innata capacità di imitare suoni e voci.

L’ambiente in cui vive un pappagallo è quindi ricco di suoni diversi, voci, parole … e significati!

È stato dimostrato che i pappagalli non ripetono i suoni come se fossero dei banali registratori ma li utilizzano per comunicare.

È dunque chiaro che insegnare parole, frasi o canzoncine a un pappagallo può essere uno dei vari modi per interagire con lui, con costanza, pazienza, dolcezza ma anche con brio e varietà per non annoiarlo.

Le parole tipo saluto o nomi dei componenti della famiglia vengono assimilati e riproposti coerentemente dal pappagallo se vengono riutilizzati e premiati (anche la risposta vocale al loro saluto è un premio).

Ma i pappagalli sanno anche riconoscere forme e colori: in commercio esistono tantissimi giochi colorati costruiti con materiali atossici e sicuri con cui distrarli e farli divertire.

In natura devono sapersi destreggiare tra liane, tronchi, imprevisti e pericoli: attivare la loro intelligenza con piccoli rompicapo tipo nascondere il loro cibo preferito tra le foglie o sotto dei bicchierini capovolti o ancora all’interno di piccoli cartocci di carta li stimola a conoscere forme e materiali diversi e a utilizzare i loro sensi, il becco e le zampe in modo coordinato, efficace e intelligente.

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