Allontanamento degli animali dai proprietari: quali situazioni lo consentono?

Esistono alcune situazioni in cui può essere legittimo sottrarre un animale al suo proprietario. In alcuni casi il motivo è connesso alla salvaguardia dell'igiene e della sicurezza delle persone e dell'ambiente. Ma un simile provvedimento estremo potrebbe essere reso necessario dall'esigenza di tutelare proprio l'animale.

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A cura di: Dott.ssa Paola Fossati

allontanamento degli animali
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Può succedere che l’autorità competente decida per un allontanamento degli animali (o anche uno solo) dal proprietario, per prevenire o rimuovere situazioni di pericolo i disagio che si instaurano a danno di persone oppure degli animali stessi.

I motivi possono essere diversi:

Problemi igienico-sanitari

Nei casi in cui non è rispettata l’igiene dei luoghi in cui vivono animali (vedi anche Animali domestici in condominio: diritti e doverie si creano inconvenienti di natura igienico-sanitaria per gli animali stessi e per le persone, il Servizio veterinario pubblico può intervenire per un sopralluogo e rilasciare un parere sanitario. Se il problema riscontrato comporta anche rischi per la salute collettiva, il Servizio veterinario collabora con il Servizio di igiene pubblica.

I problemi possono derivare da un numero eccessivo di animali, che non si riescono a gestire, oppure dalle condizioni in cui essi sono detenuti, e possono riguardare anche il benessere degli animali, quando risulta compromesso.

In queste situazioni, gli animali possono essere posti sotto osservazione e allontanati da casa, fino a che non siano ripristinate le condizioni di igiene e benessere.

Pericolo per l’incolumità delle persone

Quando un cane o un gatto mordono una persona o un altro animale, il Regolamento di Polizia Veterinaria richiede che siano posti sotto osservazione per 10 giorni, per verificare se sviluppano una sintomatologia che faccia pensare alla rabbia (anche se sul territorio nazionale questa malattia gravissima non è al momento presente).

In questo periodo, il Servizio veterinario pubblico può decidere se effettuare l’osservazione in canile, allontanando così l’animale dalla sua abitazione.

Un cane che abbia morsicato può essere sottoposto a una visita comportamentale da parte di un veterinario del servizio pubblico, al fine di verificare se debba essere considerato pericoloso per indole o per altre problematiche psico-fisiche.

Se l’animale rappresenta un reale rischio per la sicurezza e limita, di fatto, la libertà delle persone che abitano nell’edificio in cui è detenuto, può esserne disposto l’allontanamento e il trasferimento in un’idonea struttura, per garantire la salvaguardia dell’integrità psico-fisica degli abitanti del luogo.

Immissioni di rumori oppure odori

Se la presenza di un animale causa immissioni intollerabili nell’ambiente circostante, in termini di latrati intensi e continui e/o di fetore procurato da insufficiente igiene, può essere imposto al proprietario di adottare gli accorgimenti necessari per risolvere la situazione ed evitare di procurare un danno ai vicini.

Qualora la situazione non migliori e il fastidio abbia dimensioni tali da interessare, anche solo potenzialmente, un numero elevato di persone, un giudice potrebbe disporre il sequestro dell’animale, come misura preventiva, per evitare che il problema continui e consentire che siano ripristinate la quiete e l’igiene della collettività.

Reati contro gli animali

Può succedere che un animale debba essere allontanato dal proprietario, al fine di garantire la tutela dell’animale stesso.

È questo il caso delle situazioni in cui si verificano maltrattamenti oppure detenzioni di animali in condizioni incompatibili con la loro natura.

I provvedimenti di allontanamento possono essere adottati in via cautelare o definitiva. Se il proprietario subisce una condanna definitiva, infatti, è sempre disposta la confisca dell’animale.

Le autorità hanno il dovere di fare gli accertamenti necessari, ogni volta che ricevono una segnalazione.

In almeno un caso l’allontanamento degli animali non è, invece, consentito:

Impignorabilità degli animali d’affezione o da compagnia

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Una recente modifica del codice di procedura civile (art. 514 c.p.c.) ha reso impignorabili gli animali di affezione o da compagnia tenuti presso la casa del debitore o negli altri luoghi a lui appartenenti, senza fini produttivi, alimentari o commerciali” (art. 6 bis) e  “gli animali impiegati ai fini terapeutici o di assistenza del debitore, del coniuge, del convivente o dei figli” (art. 6 ter).

Significa che gli animali come cani, gatti o altri, che siano animali che rivestono un valore affettivo, non possono più essere allontanati dal proprietario a opera di un ufficiale giudiziario, come oggetto di pignoramento per l’estinzione di un debito.

 

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