Commercio illegale di cani e gatti: le nuove azioni di contrasto

La Commissione Europea ha deciso di proporre una nuova normativa per contrastare il commercio illegale di cani, gatti e altri animali che ha raggiunto livelli preoccupanti. Vediamo cosa prevede.

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A cura di: Dott.ssa Paola Fossati

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Il problema del commercio illegale di cani e gatti ha raggiunto livelli preoccupanti al punto che anche la Commissione Europea ha deciso di vederci chiaro.

L’obiettivo che si è data la Commissione, infatti, è quello di aumentare la tracciabilità di cani e gatti e della loro movimentazione commerciale e degli allevamenti legali.

Azioni coordinate contro il commercio illegale di cani e gatti

La Commissione Europea, insieme a diversi Stati membri ed associazioni non governative (ONG), ha di recente coordinato un’azione di controllo del traffico di animali da compagnia.

Le informazioni raccolte sono state inserite in una relazione prodotta dalla stessa Commissione Europea e dedicata proprio al commercio illegale di cani e gatti e all’azione di contrasto dell’UE.

La relazione, pubblicata nel dicembre 2023, presenta i risultati di un anno di ricerche che avevano l’obiettivo di:

  • individuare le irregolarità e le falsificazioni dei documenti ufficiali che accompagnano gli animali da compagnia (passaporti, rapporti sui test antirabbici e certificati sanitari);
  • riconoscere le vendite non dichiarate e non registrate;
  • scoraggiare il commercio illegale attraverso il rafforzamento dei controlli alle frontiere del’Unione Europea e successivamente all’interno dell’UE.

Inoltre, l’indagine ha consentito di evidenziare le lacune normative sfruttate dai trafficanti e che necessitavano di un intervento legislativo.

Un aiuto da associazioni animaliste e veterinari

La collaborazione delle associazioni animaliste ha, invece, aggiunto un apporto di monitoraggio delle inserzioni online che pubblicizzavano la disponibilità di animali.

Un’azione considerata particolarmente significativa, in quanto le autorità di molti Stati membri hanno spesso dichiarato di non disporre di risorse sufficienti a sostenere controlli approfonditi sull’offerta disponibile in rete.

In aggiunta, le ONG hanno svolto un ruolo importante ai fini della condivisione delle informazioni, della diffusione dell’azione stessa e del coinvolgimento e sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulle minacce legate al commercio illegale di animali da compagnia.

Gli ispettorati veterinari sono stati coinvolti come presidio dei posti di ispezione frontaliera, insieme alle autorità doganali, con le quali sono stati incoraggiati a condividere le loro conoscenze e i loro dati, per contribuire a identificare elementi sospetti.

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Provenienza dei cani e gatti coinvolti nel commercio illegale

Tra i risultati più significativi si è evidenziato che, all’interno dell’Unione Europea, la provenienza degli animali oggetto di traffico illegale risultava in prevalenza in Romania e Ungheria.

Per quanto riguarda, invece, i Paesi terzi si distinguono Turchia, Serbia, Ucraina, Russia e Bielorussia, con circa il 45% dei casi di illeciti notificati attraverso l’iRASFF ovvero il Sistema di Allarme Rapido per Alimenti e Mangimi.

Il Sistema iRASFF consente di ottenere e condividere informazioni anche sulle irregolarità e le frodi riguardanti cani e gatti, e le questioni relative a salute e benessere animale.

In tale Sistema il numero di notifiche relative alla violazione dei requisiti per la movimentazione di cani e gatti è aumentato costantemente di anno in anno.

I percorsi dei traffici illegali sfruttano le lacune normative

Come anticipato, uno dei punti deboli sfruttati dai trafficanti è la normativa riguardante il trasporto di cani e gatti e, soprattutto, la loro movimentazione per finalità non dichiaratamente commerciali.

Cinque animali per passare la dogana

Per facilitare i viaggi dei proprietari di animali da compagnia con i loro pet, infatti, è stata prevista la possibilità di portare al seguito fino a cinque animali, senza necessità di registrarli nel sistema di controllo TRACES (TRAde Control and Export System, piattaforma informatica veterinaria per importazioni, esportazioni e scambi di animali e prodotti di origine animale), né di dichiararli alla dogana.

Tuttavia, questa possibilità è sfruttata anche dai truffatori, che riescono così a eludere le norme e i controlli ufficiali veterinari ai valichi di frontiera.

Inoltre, le origini di questi animali non sono verificabili in quanto, per loro natura, i movimenti non commerciali non provengono da una struttura “produttiva” (allevamento) registrata.

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Documenti falsi e contraffatti

È emerso, inoltre, un uso costante di documenti falsi e contraffatti, che accompagnano cani e gatti trasportati nell’UE dall’estero.

Un fenomeno preoccupante anche per i risvolti sanitari, dato che in diversi Paesi terzi (come Russia e Bielorussia) non sono previsti test per le malattie infettive, ad esempio per la rabbia.

Anche quando tutta la documentazione necessaria è prodotta durante i controlli di frontiera, la sua accurata preparazione molto spesso rende difficile per gli ispettori di frontiera individuare eventuali falsificazioni e prendere provvedimenti.

Informazioni false, in particolare proprio per quanto riguarda lo stato di vaccinazione antirabbica, tendono, infatti, ad essere scoperte solo in un secondo momento, durante controlli casuali o alla prima visita veterinaria nel luogo di destinazione.

Verso una maggiore tracciabilità

In questo quadro, la Commissione Europea si è impegnata a proporre una nuova normativa sul benessere di cani e gatti, che si occupi specificamente della loro tutela, comprendendo anche gli aspetti finora non considerati, quale la proprietà responsabile, dall’acquisizione attraverso canali legali fino alla necessità di fornire cure, nutrizione e assistenza medica adeguate.

Particolare attenzione sarà posta ai documenti sanitari e identificativi, nonché all’individuazione delle non conformità.

Come anticipato in premessa, infatti, la tracciabilità di cani e gatti sarà resa più stringente.

E questo dovrà passare da una maggiore attenzione alla loro identificazione, microchippatura e registrazione, prima della vendita o cessione, e anche al controllo di questi adempimenti.

È inoltre importante sottolineare l’importanza di rivolgersi a commercianti o allevatori seri quando si desidera acquistare uno di questi animali e di non alimentare l’offerta di chi li sfrutta e li mette a rischio.

Il sistema identificazione nazionale degli animali da compagnia

 

cuccioli-in-una-scatolaPer quanto riguarda l’identificazione e la registrazione di cani, gatti e furetti, un passaggio importante si è verificato in Italia con la recente attivazione della prima anagrafe nazionale degli animali da compagnia (SINAC), che sta per entrare a pieno regime.

L’inserimento dei microchip e la registrazione nel database dovranno sempre essere eseguiti da un Medico veterinario, ufficiale o libero professionista autorizzato, entro sessanta giorni dalla nascita e comunque prima dell’eventuale cessione.

La registrazione si applica anche a cani, gatti e furetti introdotti da uno Stato UE o extra UE al seguito del proprietario nel territorio nazionale e destinati a permanervi per più di trenta giorni.

Con il perfezionamento del sistema SINAC e l’emanazione di apposite istruzioni (attese con decreto ministeriale) si applicherà, inoltre, anche agli altri animali da compagnia appartenenti alle cosiddette specie non convenzionali come conigli, roditori, rettili, volatili, ecc.

Questi potranno essere registrati singolarmente o come “insieme di animali” prima di lasciare l’allevamento d’origine o prima della cessione.

In caso di introduzione in Italia a seguito di un proprietario, la registrazione di questi animali è facoltativa, entro novanta giorni, salvo deroghe.

Questa nuova banca dati anagrafici nazionale per gli animali da compagnia sarà utilizzata dai veterinari di tutte le Regioni italiane, che stanno progressivamente aderendo all’uso del sistema.

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