Avere animali esotici per compagnia: sarà ancora possibile per legge?

Una normativa europea ha chiesto di porre un freno al commercio di animali esotici tenuti per compagnia. L’Italia si sta adeguando con l’emanazione di appositi decreti per regolamentare le restrizioni e definire i criteri per la detenzione. Cosa stabiliranno? Facciamo insieme il punto su questo tema.

0

A cura di: Dott.ssa Paola Fossati

animali esotici compagnia
Annuncio

La decisione di adottare per compagnia uno o più animali esotici o che normalmente appartengono alla fauna selvatica è presa da un numero sempre crescente di persone.

Una normativa europea (Reg. Ue 2016/429) ha chiesto, però, di porre un freno al commercio di questo tipo di animali e alla loro detenzione.

L’Italia, seppure con ritardo, si sta adeguando con l’emanazione di appositi decreti per regolamentare le restrizioni e definire i criteri per la detenzione degli animali già presenti nel nostro Paese e in molte case.

Animali esotici per compagnia e normative: divieto o no e perché?

Un’anteprima delle regole era stata inserita nella legge con cui il Parlamento aveva dato delega al Governo di prevedere le misure restrittive e gli altri provvedimenti necessari per conformarsi a quanto chiesto a livello europeo.

Vi si chiedeva di stabilire “uno specifico divieto di importazione, conservazione e commercio di fauna selvatica ed esotica”.

Se confermato, questo divieto assoluto avrebbe reso impossibile continuare a comprendere tra gli animali da compagnia quasi tutti i cosiddetti “animali non convenzionali”.

Chi ne è già proprietario avrebbe potuto continuare a tenerli con sé fino alla loro morte.

Ma non se ne potrebbero più avere altri. Nemmeno se nati in cattività.

L’obiettivo primario di un intervento così restrittivo avrebbe dovuto essere quello di ridurre il rischio di diffusione di patologie trasmissibili all’uomo.

Ma anche di evitare altri pericoli per la salute, per l’incolumità pubblica e per la biodiversità.

Un altro effetto, auspicato in particolare da chi si occupa di tutela animale, sarebbe stata la riduzione drastica del numero di animali allontanati dalla loro terra di origine.

Questi animali risultano poi tenuti in condizioni spesso troppo diverse da quelle conformi alla loro natura e alla loro etologia.

Riassumendo: riduzione delle specie aliene e prevenzione di inutili sofferenze per questi animali sradicati dal loro territorio, rinchiusi in habitat artificiali e spesso privi di adeguata socializzazione.

Ma tutti gli animali non convenzionali o esotici sono uguali?

A fronte di questa prospettiva, sono però state avanzate diverse perplessità, in particolare da parte di associazioni di veterinari.

Hanno invitato infatti a distinguere tra le diverse specie selvatiche ed esotiche.

cincillà in braccio

Queste sarebbero state infatti uniformemente escluse dalle case italiane, da un divieto generico di importazione, commercio e detenzione.

Ci sono poi esempi di precedenti interventi di altri Paesi europei, che si sono indirizzati verso proibizioni più specifiche.

Evidenziando che molte specie non solo non sono a rischio, ma sono ormai allevate in cattività e adattate, anche al di fuori dei loro paesi di origine, diverse voci hanno chiesto quindi al governo di ripensare l’approccio.

Dal divieto alla regolamentazione

Il divieto ha, così, lasciato il posto alla proposta di una più moderata “regolamentazione”.

Questa consentirebbe di circoscrivere i divieti e aumentare le garanzie sanitarie per le categorie escluse dai divieti stessi.

Questo anche per salvaguardare l’economia che ruota intorno al commercio di queste specie animali.

Ma soprattutto evitando, al contempo, di escludere dalla vita familiare animali come i canarini o i pesci esotici, che sono considerati ormai adattati alla cattività.

La proposta prevede anche una distinzione di rischio per quanto riguarda la salute e la qualità di vita dei soggetti esotici e selvatici.

Su questa differenziazione si definiranno poi le disposizioni di detenzione e i vincoli da rispettare.

animali esotici compagnia rettile

L’ipotesi di una white list degli animali esotici per compagnia

È, altresì, stata ipotizzata la definizione di una “white list” di specie animali che potranno continuare a essere detenute dai privati.

Questa automaticamente escluderebbe dalla commercializzazione e da ogni possibilità di detenzione tutte le altre.

Questa idea richiama il concetto del cosiddetto “elenco positivo”, utilizzato anche in altri settori per differenziare ciò che è considerato accettabile, autorizzabile, utilizzabile, da ciò che invece non lo è.

In genere, si fa riferimento alle caratteristiche, alle proprietà, ai livelli di rischio insiti in un bene, in un materiale, in un ambito di attività, ecc.

In questo caso, si terrebbero in considerazione le caratteristiche di adattabilità delle specie animali alla detenzione in un ambiente non naturale e in una comunità sociale altrettanto diversa da quella dei conspecifici in libertà.

Da qualche anno, anche a livello europeo si sta discutendo l’opportunità di creare una lista degli animali che possano, legalmente, essere tenuti per compagnia.

Questo proprio con l’obiettivo di contrastare la richiesta di esemplari selvatici o esotici e, dunque, di limitare il rischio di traffici illegali e diffusione di specie invasive.

Ma anche e soprattutto per evitare di far soffrire tanti animali inadatti alla cattività e all’ambiente domestico.

L’esempio del Belgio

Il Belgio è stato il primo paese ad adottare una lista di questo tipo nel 2001.

animali esotici compagnia pappagallo

L’esperienza ha già avuto un bilancio positivo. Ha compreso anche un incremento di consapevolezza nei riguardi delle esigenze dei diversi animali da parte dei cittadini.

Questo aspetto è fondamentale per assicurare che l’eventuale introduzione di una white list funzioni e non si alimenti, invece, il mercato nero.

A che punto siamo?

Attualmente, i decreti che darebbero attuazione alla proposta di regolamentazione del commercio di specie esotiche e selvatiche sono all’esame del Parlamento.

A breve si dovrebbe conoscere l’effettivo livello di tutela che sarà garantito dalla legge a questi animali.

Noi ci auguriamo che questa occasione, che ha fornito lo spunto per informarsi e riflettere sulla condizione di queste specie nelle case, porti comunque a ridurre la brama di averle.

E magari, ad aumentare l’impegno a sostenerne la conservazione nei luoghi naturali di origine.

 

Annuncio