Caccia al cinghiale nelle zone rosse, associazioni animaliste dicono basta

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    L’Ente Nazionale Protezione Animali, in un comunicato, insieme alle associazioni LAC LAV Lipu e WWF Italia “segnalano il grave problema del dilagare dell’attività venatoria anche nelle zone rosse e arancioni, nonostante i divieti e le prescrizioni imposte dal più recente DPCM, e dal comune buon senso e responsabilità, in merito alle numerose, ed inaccettabili, deroghe per poter esercitare la caccia in ogni sua forma e senza limiti, compresa quella, particolarmente pericolosa per la diffusione del Covid-19, in forma collettiva come braccata e girata al cinghiale. Il problema è stato sollevato in una puntuale e dettagliata interrogazione presentata della Senatrice De Petris“.

    È del tutto fuori luogo che le associazioni venatorie facciano pressioni per riprendere la caccia come se nulla stesse accadendo nel nostro Paese, dimostrando gravissima irresponsabilità in un momento dove gli italiani stanno compiendo sacrifici enormi, sia professionalmente, sia personalmente. Alle Regioni e ai Prefetti chiediamo il rispetto dei DPCM, dei cittadini e della comunità scientifica che ha già sottolineato la pericolosità di inutili assembramenti” – concludono le associazioni –  “Chiediamo  a nome  di milioni  di italiani che  il Governo e in particolare i Ministri interrogati, intervengano al più presto”.

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