Che tipo di frutta piace ai pappagalli? E se non la mangiano, come convincerli ad assaggiarla? Vediamo quali sono i frutti a loro più graditi e cosa invece è meglio evitare.
Il senso del gusto negli uccelli è meno sviluppato rispetto all’uomo.
Le papille gustative umane sono infatti circa 9.000, mentre nei pappagalli raggiungono solo le 350.
Il sapore dei cibi comunque ha la sua importanza nella scelta e nel consumo degli alimenti.
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La frutta più gradita ai pappagalli
Sono certamente quelli più maturi e zuccherini, ma anche i colori sono molto importanti.
I pappagalli riescono a percepire i raggi UV. Alcuni frutti riflettono in modo diverso i raggi UV in base al loro grado di maturazione, incentivando così la scelta.
Ma frutti come albicocche, pesche, ciliege, fragole, mele, pere, frutti di bosco, uva, fichi, papaya, ananas sono scelti oltre che per l’aspetto, anche per il sapore, la dolcezza, la consistenza, la freschezza o anche il modo di presentazione (intera, a pezzetti, sbucciata)
Ma se un pappagallo non mangia frutta?
Potrebbe essere un problema di “non conoscenza” di quel cibo, oltre che di un suo rifiuto personale.
Molti pappagalli nutriti con semi tendono a gradire e scegliere principalmente i semi oleosi (con gravi danni a lungo termine sulla loro salute).
Per convertire il cocciuto pennuto si possono tentare vari metodi.
Si può ridurre i semi preferiti in modo da indirizzare la ricerca verso altri cibi più sani, infilzare la frutta su spiedini o collane improvvisate in modo da incentivare l’assaggio col gioco, mischiare i semi oleosi alla frutta, attaccare pezzi molto piccoli di frutta sui giochi preferiti.
Un altro metodo può essere creare dei frullati da proporre come creme o beveroni, soprattutto per pappagalli molto confidenti abituati a ricevere piccole dosi di pappa su cucchiaini o siringhe.
Oppure si può favorire la prensione della frutta stando sul posatoio preferito, ovvero quello più alto in gabbia o voliera.
L’imitazione di altri pappagalli che mangiano frutta o degli stessi proprietari a tavola potrebbe essere la miglior strategia.
La varietà deve sempre essere assicurata, il pappagallo deve poter scegliere colori, sapori e consistenze diverse.
Attenzione alla tossicità di alcuni frutti
Non tutti i frutti possono essere consumati in sicurezza: l’avocado è notoriamente pericoloso per i pappagalli, così pure i semi di mela, pera, ciliegia, pesca, prugna che vanno eliminati prima di una ingestione accidentale.
La frutta marcia o alterata va rimossa dalle ciotole o dal fondo della gabbia.
Inoltre, i pezzi di frutta non vanno incastrati tra le sbarre delle gabbie.
L’acidità della frutta infatti estrae i metalli pesanti (zinco) presenti e possono quindi essere ingeriti dai pappagalli.
Vitamine e sali minerali essenziali
La frutta oltre a carboidrati, zuccheri e fibre è ricca di vitamine e oligoelementi importanti per la salute degli uccelli.
Ad esempio la papaya contiene oltre a vitamina A, C, E e K anche papaina utile alla digestione delle proteine.
Gli allevatori usano somministrare ai giovani pappagalli la polpa ammollata in acqua calda per favorire lo svuotamento dell’ingluvie e a prevenire disturbi digestivi.
Ricca di calcio, magnesio e potassio fondamentali per la crescita, contiene anche principi antinfiammatori e antiossidanti.
Mela e pera sono ricche di fibra, carboidrati, potassio, fosforo, folati, ma anche di vitamina C e di alcune vitamine del gruppo B.
In genere la consistenza croccante è gradita dagli uccelli, che se ne cibano volentieri.
L’ananas è ricco di acqua e fibre ed è dissetante. Contiene inoltre bromelina, un enzima che aiuta nella digestione delle proteine, insieme ad acido gallico e acido ferulico, importanti antiossidanti e antinfiammatori.
In questo frutto è presente anche una discreta quantità di vitamina C e vitamina A.
I frutti di bosco sono in genere graditi agli uccelli, sia per le piccole dimensioni, sia per i colori accattivanti, ma anche per il sapore.
Molto ricchi di vitamine, in particolare A, C e alcune del gruppo B, contengono anche fibra, fruttosio e fenoli (antiossidanti).