Petauro dello zucchero e osteodistrofia: attenzione alla carenza di calcio

In natura questi animali si nutrono prevalentemente di linfa degli alberi di Eucalipto e Acacia, gum (prodotto dagli alberi di acacia in risposta a lesioni), manna, nettare e pollini di fiori e frutta.

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A cura di: Dott. Kiumars Khadivi-Dinboli

petauro dello zucchero e osteodistrofia
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Il petauro dello zucchero (Petaurus breviceps) è un simpatico marsupiale, le patologie di cui in genere può soffrire sono dovute principalmente a squilibri alimentari o apporti nutrizionali errati.

La carenza di calcio nella dieta può portare ad una malattia chiamata osteodistrofia nutrizionale, in inglese Metabolic bone desease (MBD).

Questa patologia si presenta sia nei petauri, che in alcuni tipi rettili tenuti in cattività, ed è appunto dovuta ad una carenza di calcio, il cui apporto viene scompensato dal fosforo nella dieta, da qui il nome di osteodistrofia nutrizionale.

Il corretto rapporto calcio/fosforo nella dieta di un petauro dello zucchero dovrebbe essere di 2 a 1.

Cause dell’osteodistrofia

Le principali cause dell’osteodistrofia nutrizionale sono da ricercarsi nello squilibrio del rapporto Ca/P degli alimenti e una carenza di vitamina D.

Spesso la dieta somministrata ai petauri è priva di vitamina e sali minerali.

Questo fenomeno può essere causato da frutta e verdure coltivate nelle serre e con luce artificiale per cui poco nutrienti, oppure mangimi troppo ricchi di fosforo (eccesso di carne o crocchette per carnivori) o ancora da insetti scarsamente nutriti a loro volta.

Per non incorre in questo tipo di deficit è sufficiente integrare la dieta con calcio carbonato e multivitaminici.

Le diete in cattività in genere non sono abbastanza varie e possono non contenere alcuni nutrienti necessari al metabolismo del nostro piccolo amico marsupiale.

L’alimentazione casalinga

L’alimentazione “casalinga” dovrebbe comprendere: nettare, insetti e altre fonti di proteine, alcuni vegetali e qualche pezzetto di frutta.

Le proteine sono importanti per il petauro, a cui dovrebbero essere offerte svariate fonti proteiche, da insetti (grilli, locuste, camole, ecc) o mangime per uccelli insettivori, a uova.

I carboidrati dovrebbero comprendere linfa e nettare, in sostituzione si può offrire del miele e della confettura.

Ricordiamo che il petauro dello zucchero è un animale che in natura si alimenta principalmente di alimenti dolci, prende i carboidrati dalla linfa, nettare e polline di varie specie di eucalipto e di acacia e le proteine cacciando insetti e piccoli vertebrati.

La sua dieta varia a seconda della stagione, in primavera ed estate è principalmente insettivoro, nei mesi invernali si nutre della linfa e nettare degli alberi.

Anche se i petauri amano mangiare frutta, frutta secca (noci, arachidi, ecc) e grano, non è parte della loro dieta naturale, inoltre la frutta secca, anche se apporta proteine, contiene molto fosforo e grasso.

Il petauro dello zucchero è onnivoro, nel senso che si nutre sia di piante (linfa e pollini) che di animali e questa combinazione di alimenti apporta all’animale un adeguato quantitativo di proteine, vitamine e minerali.

Proprio a causa di questa dieta così particolare e completa, in cattività e in casa non è sempre facile completare i fabbisogni nutrizionali del petauro.

Come si riconosce la carenza di calcio nel petauro dello zucchero?

I sintomi che si possono riscontrare in una carenza di calcio avanzata possono essere: paralisi o paresi degli arti posteriori, debolezza, deformazioni pelviche, difficoltà di movimento, gonfiore addominale, perdita di coordinazione.

Molto importante se si notano uno o più di questi sintomi nel proprio animale è recarsi immediatamente da un Medico veterinario esperto per una visita.

Alcuni petauri, se non tenuti sotto stretto controllo, possono sembrare asintomatici, ma il sospetto di una carenza di calcio deve sorgere anche nel caso di fratture ripetute o zoppie.

I sintomi di carenza di calcio si notano soprattutto nei soggetti giovani ed in crescita e nelle femmine in gestazione ed allattamento, per una maggiore necessità dell’organismo di calcio.

Prevenzione

Alimentazione bilanciata, calciocarbonato sparso regolarmente sul cibo e luci a raggi UVB installati a distanza di sicurezza.

Diagnosi

Per diagnosticare questa patologia, è necessario rivolgersi al Medico veterinario, il quale,  effettuerà una visita clinica completa dell’animale.

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