Il topo pigmeo, il più piccolo dei roditori

Tra i roditori che possono essere detenuti come animali da compagnia ce n'è uno veramente piccolo: il topo pigmeo. Scopriamo insieme qualche curiosità su questa specie poco conosciuta.

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A cura di: Dott.ssa Linda Sartini

topo pigmeo
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Tra i piccoli mammiferi da compagnia, i roditori sono sicuramente tra i più apprezzati e moltissime sono le specie, tra queste c’è il topo pigmeo.

Il piccolino della grande famiglia dei roditori

I roditori riscuotono grande successo per le ridotte dimensioni e per la relativamente semplice gestione.

Non bisogna però dimenticare che ogni animale ha delle esigenze specifiche che devono essere conosciute, rispettate e garantite.

All’interno del grande ordine dei Rodentia vi è la famiglia dei Muridae (muridi) i cui rappresentanti più conosciuti sono sicuramente il topo (Mus musculus) e il ratto (Rattus norvegicus).

Esistono però moltissime specie meno conosciute al grande pubblico di appassionati che è giusto scoprire.

Appartenente al genere Mus, il topo “pigmeo” (Mus minutoides) è non solo uno dei roditori più piccoli in assoluto esistenti al mondo, ma addirittura dell’intera classe dei Mammalia (mammiferi).

Da dove proviene il topo pigmeo?

Il topo pigmeo è originario dell’Africa, più precisamente delle regioni orientali e meridionali del continente.

Qui occupa gli habitat più disparati tra cui le savane, i prati e i pascoli, le zone boschive e le foreste, gli acquitrini e le sponde dei fiumi, fino anche ad avventurarsi nelle aree urbane.

Questo roditore è estremamente adattabile a quasi tutte le condizioni climatiche e ambientali proprie della vasta regione geografica da cui proviene.

Com’è fatto?

È fatto più o meno come tutti gli altri topi, solo più piccolo!

Volendo essere più precisi, il corpo del Mus minutoides ha una lunghezza compresa tra 3 e 5 cm, se non si considera la coda, la quale a sua volta può misurare 3-4 cm. Insomma, non è molto più grande di una moneta da due euro!

La fine pelliccia del dorso è di colore grigio o bruno, con il ventre più chiaro, tendente al color panna.

Il muso è appuntito, le orecchie relativamente grandi e gli occhi sporgenti e rotondi.

Anche il peso è molto “piccolo”: questo roditore, da adulto, può pesare tra i 5 e i 12 grammi.

topo pigmeo profilo

Cosa mangia il topo pigmeo?

Esattamente come i suoi cugini topi, il topo pigmeo è onnivoro e in natura si nutre di semi, frutti, vegetali e insetti.

In cattività può essere alimentato con mangimi commerciali per topi e ratti e la sua dieta dovrebbe essere integrata quotidianamente con alimenti freschi.

Possono essere somministrati semi vari, verdure, cereali (non zuccherati), piccolissime quantità di crocchette per cani o gatti, riso soffiato, legumi, frutta e insetti da pasto (ad esempio camole).

Ovviamente il tutto in quantità proporzionali alle dimensioni e alla capacità di consumo, evitando di eccedere con le proteine di origine animale.

Gli alimenti freschi, se non consumati in giornata, devono essere rimossi.

Il cibo secco e quello fresco andrebbero offerti in contenitori o mangiatoie separate.

Acqua fresca e pulita dovrà essere sempre a disposizione, possibilmente utilizzando un beverino a goccia.

Sono animali sociali?

Sì, i topi pigmei sono animali sociali ma anche territoriali. In natura vivono in colonie “famigliari”, pertanto anche in cattività potranno essere allevati più soggetti.

Bisogna però considerare, che non sopportano bene il sovraffollamento e che i maschi adulti, soprattutto se in presenza di femmine fertili, potrebbero essere molto aggressivi tra loro.

Se non si temono gravidanze e parti, una piccola colonia formata da un maschio e 2-3 femmine potrebbe essere l’ideale.

In questo caso però la colonia crescerà e dopo lo svezzamento bisognerà operare delle divisioni e separazioni non sempre semplici per questioni di spazio e disponibilità.

In alternativa, un gruppo di sole femmine potrebbe essere una buona soluzione.

È importante che gli animali si conoscano e si riconoscano come “gruppo”, pertanto bisogna evitare di introdurre nuovi soggetti in una colonia già formata.

Quali sono le caratteristiche della teca giusta per loro?

Innanzitutto lo spazio: considerando un gruppetto di Il topo pigmeo, ci sentiamo di suggerire un alloggio di dimensioni minime di 50 x 50 cm o 60 x 40 cm.

Attenzione alle gabbie con maglie metalliche. Le piccole dimensioni di questi roditori gli consentono di “evadere” facilmente, pertanto meglio scegliere una teca in vetro o un contenitore in plastica con pareti e fondo pieno e altezza sufficiente ad evitare fughe, chiudendo il soffitto con una retina metallica a maglie molto strette.

All’interno della teca deve essere garantito un buon ricambio di aria, eventualmente si potranno praticare dei fori protetti da rete antirosicchiamento (ad esempio in acciaio).

topo pigmeo lettiera

Fondo e arricchimenti ambientali

Per il materiale del fondo si potrà optare per truciolo di legno, tutolo di mais, fibra di cocco, paglia, fieno o trucioli di carta.

Fondamentali sono gli arricchimenti ambientali: per lo meno una tana, piccoli tubi in cartone o PVC, tronchetti di legno o qualche pietra (possibilmente sterilizzati o acquistati presso negozi specializzati).

La presenza di un piano rialzato e una scaletta o un tunnel di accesso saranno molto graditi.

Una mangiatoia per il cibo secco, una per quello fresco e un beverino a goccia completano l’allestimento della teca.

E la temperatura?

Trattandosi di animali originari dell’Africa soffrono molto il freddo.

Quindi la temperatura minima consigliata è di 18° C, mentre la massima non dovrebbe superare i 25° C, sebbene siano tollerate anche temperature leggermente più alte.

Come si distinguono i sessi?

Nei giovanissimi il sessaggio si effettua osservando la distanza ano-genitale, che nel maschio è maggiore rispetto alla femmina, ma non sempre è semplice per un occhio non esperto.

Per quanto concerne gli adulti, le femmine sono leggermente più grandi e sono ben visibili i capezzoli.

Nel maschio invece possono essere osservati i testicoli (che possono risalire in addome!) e la sacca scrotale.

Come si manipolano i topi pigmei?

Sono animali delicati e veloci che possono facilmente sfuggire dalle mani.

Non amano essere manipolati pertanto è buona regola abituarli fin da piccoli.

Se possibile, nell’afferrarli meglio non sollevarli per la coda, poiché potrebbe spezzarsi o spellarsi.

In occasione dello spostamento dalla gabbia, magari per la pulizia della stessa, è preferibile farli entrare all’interno della tana o di uno dei tubi di arredo per poi estrarli “in solido”.

E poi, perché manipolarli se non necessario?

È sicuramente più piacevole osservarli, mentre sono affaccendati nelle loro attività quotidiane!

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