Il biancone: l’habitat e la migrazione

Il biancone o aquila dei serpenti è presente in Africa, Europa e anche in Italia, dove passa in migrazione e in alcuni casi nidifica.

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A cura di: Dott.ssa Elena Ghelfi

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L’Italia ospita, stanziale o in migrazione, in alcune aree del suo territorio il biancone, grande rapace cacciatore di serpenti.

Gli avvistamenti, ma anche le nidificazioni, sono possibili in varie regioni, mentre in inverno alcuni soggetti svernano in Sicilia.

Habitat e distribuzione

Il biancone predilige zone aride e aperte, caratterizzate da un’alta eterogeneità del paesaggio, in cui si possano rinvenire affioramenti rocciosi, pietraie, arbusteti e pascoli, ovvero l’ambiente elettivo dei rettili che formano la base della sua dieta.

Per la nidificazione però necessita di boschi più o meno ampi e compatti anche se sono stati osservati nidi su roccia.

È presente in Europa e in Italia nei mesi primaverili ed estivi, mentre trascorre l’inverno in Africa.

Coppie nidificanti si osservano in Europa meridionale, (Mediterraneo, area atlantica), ma anche in alcune zone di Ungheria e Polonia.

Le informazioni riguardanti la distribuzione e densità di questa specie in Italia indicano una presenza di circa 400 coppie riproduttive disseminate tra Maremma tosco-laziale e Alpi occidentali (Liguria, Piemonte, Val d’Aosta).

Sono stati individuati anche nel piacentino (alta Val Trebbia), Cilento, Gargano, Calabria e in Basilicata.

In linea di massima le coppie classificate preferiscono habitat mediterranei di penisola e isole oppure habitat alpini-appenninici di zone esposte a sud a quote comprese tra i 400 e i 1.400 metri sul livello del mare nelle Alpi, mentre nell’area maremmana si ritrovano a quote inferiori (200-400 metri slm).

Riproduzione

I bianconi costruiscono il loro nido su alture, rocce o conifere/latifoglie a seconda della regione e dall’habitat.

La posizione sopraelevata assicura protezione da predatori, dominando il territorio da un punto privilegiato.

In genere è deposto un solo uovo, verso aprile. La cova dura 45 giorni ed è a carico della femmina.

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Il pullo rimane nel nido per 2 mesi e mezzo, accudito dai genitori.

Dopo circa due mesi dall’involo il giovane biancone può considerarsi indipendente e pronto per seguire gli adulti nella migrazione autunnale.

La migrazione del biancone

Il biancone è un uccello migratore e verso metà agosto-settembre gruppi consistenti di questi uccelli compiono trasferimenti di parecchi chilometri (si stima oltre 100 km al giorno) per raggiungere le regioni a sud del Sahara.

Gli animali ritorneranno poi in Italia verso marzo.

Durante la migrazione il biancone compie un percorso a circuito:

  • durante l’andata percorrerà sia aree costiere o interne, ma anche ampi tratti di mare aperto, sorvolando lo Stretto di Sicilia;
  • in primavera invece di ritorno per raggiungere l’Europa sceglie il percorso che lo porta a volare sopra lo Stretto di Gibilterra.

Uno snodo importante verso i siti di nidificazione è senza dubbio la Liguria e la Valle Stura, interessate dalle migrazioni anche autunnali.

Lo sforzo richiesto per la migrazione è notevole: i giovani in genere attendono di sentirsi veramente pronti, gli adulti invece in genere partono per primi, per accaparrarsi i territori di caccia migliori.

In alcune aree della Sicilia meridionale sono presenti delle popolazioni stanziali.

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Conservazione e fattori di disturbo

Sono gravi minacce alla riproduzione e conservazione della specie: il bracconaggio (compresi bocconi avvelenati disseminati nell’ambiente o persecuzione durante la migrazione); il turismo di massa nelle zone idonee alla nidificazione; il motocross (soprattutto nelle vicinanze dei nidi); gli incendi boschivi; la modificazione dell’habitat con abbandono delle pratiche agro-pastorali (riduzione progressiva dei pascoli e crescita di vegetazione); l’elettrocuzione su tralicci e cavi di alta tensione

Secondo le linee guida IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura) la popolazione è classificata come vulnerabile e rara in Europa, anche se fanno ben sperare la stabilità dei siti di nidificazione in Italia.

Nei riguardi della specie, accordi internazionali per la protezione sono normati da Direttiva Uccelli, Convenzione di Bonn, Convenzione di Berna.

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