Animali di razza: nuove leggi e regole per la vendita

Oltreoceano ci sono regole che impediscono la vendita degli animali di razza. E in Italia quali sono le disposizioni al riguardo?

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A cura di: Dott.ssa Paola Fossati

animali di razza
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La vendita di animali da compagnia, soprattutto se cuccioli e di razza, crea a volte dei problemi.

Questo perché gli acquisti sono a volte compiuti “d’impulso” e senza valutare con la sufficiente attenzione le reali possibilità di prendersi cura del nuovo arrivato in famiglia.

In altri casi, il commercio di animali alimenta traffici illegali, che nascondono abusi non solo finanziari, ma anche compiuti in danno degli animali stessi.

Basti pensare alle cucciolate prodotte “in serie” e ai trasporti eseguiti in condizioni di maltrattamento, durante le importazioni illegali.

Per quanto riguarda gli animali di razza, si assiste anche allo sfruttamento commerciale di soggetti che sono venduti come tali.

In realtà sono spesso privi di pedigree e, dunque, della garanzia di appartenere a una determinata genealogia, corrispondente agli standard previsti e sottoposta a controlli.

Vendita degli animali di razza vietata in alcuni Stati esteri

La necessità di fare fronte a queste situazioni ha già portato alcuni Paesi nel mondo a regolamentare in modo più severo la vendita degli animali da compagnia.

Ad esempio, in Canada la vendita di animali di razza nei negozi è vietata per legge dal 1° luglio 2019.

I negozi di animali possono, dunque, vendere solo cani, gatti e altri animali da compagnia provenienti da rifugi.

Negli Stati Uniti, già 230 città hanno leggi simili, la prima delle quali è stata emanata in California.

La città di Boston ha vietato, con un’ordinanza comunale, la vendita di animali di razza (cani, gatti e conigli) nei negozi e negli allevamenti professionali, dal 2 marzo 2016.

animali di razza allevamento

Il vincolo si estende alle aree aperte, come parcheggi e mercati.

La finalità dei divieti è duplice.

Da un lato, si vorrebbe evitare l’aumento di negozi che vendono animali da compagnia appositamente allevati per scopi commerciali.

Questo con l’obiettivo finale di ridurre in proporzione il numero di allevamenti che “producono cuccioli” come se fossero allevamenti intensivi.

In questi casi, infatti, non è garantita una selezione genetica accurata, non sono rispettati i ritmi fisiologici naturali e spesso i cuccioli sono tolti alla mamma troppo presto.

Ciò comporta ripercussioni sulla salute e sul benessere degli animali.

Inoltre, esiste il rischio di sostenere costi aggiuntivi per i futuri proprietari, a causa dei problemi che possono derivare dall’insorgenza di malattie o disturbi comportamentali.

Dall’altro lato, si vorrebbero incentivare i commercianti a collaborare con rifugi e canili, favorendo le adozioni degli animali in essi ospitati.

Questo aspetto dovrà essere, comunque, gestito con la necessaria attenzione.

animali di razza adozione canile

Questo sempre per evitare di affidare animali a persone che non abbiano ben ponderato la decisione di averli e anche per allontanare il rischio di “sbagliare l’abbinamento” tra un animale e la famiglia con cui dovrà convivere.

In Europa, si stanno muovendo in questa direzione Paesi singoli, come l’Inghilterra e la Francia.

Non esiste invece ancora una legge di regolamentazione della vendita di animali da compagnia valida per tutta l’Unione europea.

E in Italia è possibile vendere gli animali di razza?

In Italia è legale vendere animali di razza, sia negli allevamenti che nei negozi, nessuna legge lo vieta.

Sono ugualmente legali sia gli allevamenti professionali, sia quelli amatoriali.

Tuttavia, il Decreto legislativo n. 529/92 stabilisce che non è consentita, in nessun caso, la commercializzazione di animali senza pedigree proponendoli come “animali di razza”.

In sostanza, non è illegale vendere un cane o un gatto senza pedigree, ma lo è venderli dicendo che sono animali “di razza”.

Non possono essere, infatti, garantite le medesime condizioni genealogiche, sanitarie, di benessere animale e di tracciabilità che devono essere rispettate da chi alleva seguendo i disciplinari stabiliti dai Club di razza e dagli Enti o dalle Federazioni di cinofilia riconosciuti.

In questi casi, inoltre, non si può essere sicuri che l’animale, spesso venduto a prezzi molto bassi, non sia oggetto di un traffico illecito.

Per chi vende animali dichiarandoli “di razza”, ma senza fornire un pedigree, sono previste sanzioni amministrative, che però, finora, difficilmente sono state applicate.

Il traffico illegale di animali da compagnia

Il traffico illecito di animali da compagnia è un’altra forma di vendita illegale, che la legge italiana considera un vero e proprio reato (Legge n. 201/2010, art. 4).

È il caso degli animali provenienti da Paesi esteri e introdotti in Italia privi di sistemi per l’identificazione individuale (microchip) e delle necessarie certificazioni sanitarie e non muniti, ove richiesto, di passaporto individuale.

Anche per chi compie questo reato, allo scopo di ricavarne un ingiusto profitto, sono previste sanzioni (reclusione da tre mesi a un anno e multa da euro 3.000 a euro 15.000).

animali di razza traffico illegale

Bisogna fare particolare attenzione, in questi casi, perché si tratta di sanzioni penali, che si applicano anche a chi acquista gli animali.

Il problema rischia di non trovare soluzione finché ci sarà un mercato per questi animali.

Chi vende animali da compagnia dovrebbe svolgere questo lavoro in maniera seria e rispettando la legge.

Ma anche chi compra dovrebbe assumere prima dell’acquisto tutte le necessarie informazioni, per non rischiare di alimentare un commercio illegale e che favorisce il maltrattamento di molti animali.

E soprattutto per avere la sicurezza di poter convivere con un animale sano ed equilibrato.

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