La deposizione delle uova negli uccelli: cosa c’è da sapere?

La primavera si avvicina e con l’aumento delle ore di luce e le temperature che diventano via via più miti, avviene la riproduzione degli uccelli sia selvatici che domestici, come quelli ospitati normalmente in casa.

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A cura di: Dott.ssa Elena Ghelfi

deposizione delle uova
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Dopo l’accoppiamento e aver preparato il nido, negli uccelli, la femmina comincerà a deporre le uova.  La deposizione delle uova è un evento naturale portato a termine in genere senza problemi sia dagli uccelli da voliera che pet o da cortile.

Tuttavia può capitare che una femmina non riesca a deporre l’uovo: se non viene aiutata può anche morire.

Come sospettare una ritenzione d’uovo?

La femmina che non riesce a deporre come si presenta?

Nel giro di poche ore appare arruffata, respira battendo la coda, cerca di spingere senza riuscire ad eliminare feci o urine, non mangia, talvolta resta nel nido o sul fondo della gabbia. L’addome è gonfio e palpando con delicatezza si sente la presenza di una massa dura (l’uovo).

Se sviluppa addirittura anche un’ipocalcemia, la femmina in questione può presentare la paralisi di una o entrambe le zampe.

Quali possono essere le cause della ritenzione d’uovo?

Le cause che possono portare a difficoltà di deposizione possono essere numerose e varie: femmine troppo giovani o alla prima deposizione, femmine anziane con problemi all’apparato riproduttore, temperatura esterna troppo bassa che inibisce la giusta spinta propulsiva per deporre l’uovo, carenza di calcio, selenio e vitamina E (fondamentali per il trofismo dell’apparato riproduttivo), obesità, presenza di ernie, infezioni all’apparato riproduttore, alterazioni scheletriche o forma e dimensioni delle stesse uova.

Come aiutare la neo-mamma in difficoltà?

Ricordare sempre che la ritenzione d’uovo è una emergenza: contattare immediatamente un medico veterinario qualificato e non ritardare la visita o l’intervento d’urgenza.

Il medico veterinario dopo una visita accurata procederà all’esame radiografico per confermare o escludere la presenza di distocia (ovvero l’incapacità o meno di espellere in modo naturale le uova) e alle cure del caso.

Se non fosse possibile raggiungere immediatamente la struttura veterinaria si può aiutare la femmina in difficoltà esponendola a del vapore acqueo.

Il vapore caldo e umido stimolerà la motilità e la dilatazione dell’ovidutto. La femmina andrà poi posta nel nido all’interno di una gabbia calda.

Non va assolutamente compresso l’addome per far fuoriuscire l’uovo: si rischia di rompere l’uovo o l’ovidutto con conseguente peritonite ad esito molto spesso mortale.

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