Carta d’identità del falco pellegrino: chi è, dove vive e di cosa si nutre

Abilissimo cacciatore, il falco pellegrino raggiunge in media una velocità di 250- 324 km in picchiata. Ma non solo questo: questi rapaci sono animali monogami e molto fedeli, difatti la coppia formata resta insieme per tutta la vita.

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A cura di: Dott.ssa Elena Ghelfi

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Il falco pellegrino è un rapace appartenente alla famiglia dei Falconidi. La distribuzione è pressoché mondiale: esistono almeno 21 sottospecie nei cinque continenti, adattate a climi diversi dalla tundra ai deserti australiani ma con una maggior adattabilità nella fascia temperata.

Grazie alla sua tecnica di volo raggiunge massimi livelli velocità

Predilige spazi aperti, con picchi rocciosi dove, grazie alla sua tecnica di volo, può raggiungere i massimi livelli di velocità (raggiunge in media una velocità di 250- 324 km in picchiata) e agilità.

Nelle città, sono noti molti esempi di coppie che si sono ben adattate a nidificare su chiese (per esempio il monastero di S.Giovanni a Parma), grattacieli (come il Pirellone a Milano) o monumenti (sulla Lanterna di Genova o le torri della zona fiera di Bologna) riproducendosi con successo.

Di cosa si nutre il falco pellegrino?

Questo rapace si nutre prevalentemente di altri uccelli: colombacci, piccioni, anatre selvatiche, pernici, cornacchie, gabbiani che cattura anche a mezz’aria o meglio con una rapida stoccata (colpo di artigli) dopo aver raggiunto la preda in picchiata.

Il falco pellegrino raggiunge in media una velocità di 250- 324 km in picchiata (384 km/h se raggiunge la velocità critica), in volo orizzontale non riesce a raggiungere velocità superiori ai 105 -110 km/h ovvero la velocità a cui possono arrivare ad esempio i colombi viaggiatori di cui si ciba.

Tecnica di caccia del falco pellegrino

È dunque importante per la sopravvivenza avere “una marcia in più” per minimizzare gli errori di caccia.

I falchi pellegrini quindi pattugliano dall’alto le zone di caccia, oppure si lanciano in volo da un posatoio molto in alto o infine aggrediscono dal basso la prede, spingendola verso l’ alto e si portano infine sopra di essa per poi lanciarsi ad ali chiuse in picchiata.

In mancanza di prede consuete i falchi pellegrini si nutrono anche di arvicole, ratti, pipistrelli o scoiattoli.

In media un falco pellegrino consuma ogni giorno 140 gr circa di carne ottenuta dai muscoli e visceri delle prede catturate.

Eventuali piume o ossa ingerite vengono eliminate attraverso la borra ovvero un ammasso compatto di scarti non digeriti e rigurgitati qualche ora dalla fine del pasto.

Sono uccelli monogami e fedeli

Sono animali monogami e molto fedeli: la coppia formata resta insieme per tutta la vita.

La femmina depone 3 o 4 uova in nicchie o anfratti e la cova dura circa 32- 37 giorni, durante la cova il maschio procura il cibo alla compagna.

I pulli restano nel nido accuditi da entrambi i genitori fino al 35 – 40 giorno di vita, ma restano con i genitori ancora alcune settimane (almeno 5 o 6 prima della migrazione o un periodo più lungo se stanziali) imparando le tecniche di inseguimento e caccia. I giovani falchi diventano riproduttivi dopo il terzo anno di età.

In natura i falchi pellegrini vivono in media 15 anni, in cattività raggiungono i 20 anni.

Il falco pellegrino e la sua salvaguardia

Grazie agli sforzi fatti in molti Paesi per la difesa degli animali selvatici e l’abolizione dei pesticidi più pericolosi dal 1999, la popolazione di falchi pellegrini è in aumento, tanto da essere stata rimossa dalle specie in pericolo di estinzione ma annoverata “solo” tra quelle LC ovvero che desta minor preoccupazione secondo le linee guida IUCN.

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