Il falco pellegrino è un rapace appartenente alla famiglia dei Falconidi. La distribuzione è pressoché mondiale: esistono almeno 21 sottospecie nei cinque continenti, adattate a climi diversi dalla tundra ai deserti australiani ma con una maggior adattabilità nella fascia temperata.
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Grazie alla sua tecnica di volo raggiunge massimi livelli velocità
Predilige spazi aperti, con picchi rocciosi dove, grazie alla sua tecnica di volo, può raggiungere i massimi livelli di velocità (raggiunge in media una velocità di 250- 324 km in picchiata) e agilità.
Nelle città, sono noti molti esempi di coppie che si sono ben adattate a nidificare su chiese (per esempio il monastero di S.Giovanni a Parma), grattacieli (come il Pirellone a Milano) o monumenti (sulla Lanterna di Genova o le torri della zona fiera di Bologna) riproducendosi con successo.
Di cosa si nutre il falco pellegrino?
Questo rapace si nutre prevalentemente di altri uccelli: colombacci, piccioni, anatre selvatiche, pernici, cornacchie, gabbiani che cattura anche a mezz’aria o meglio con una rapida stoccata (colpo di artigli) dopo aver raggiunto la preda in picchiata.
Il falco pellegrino raggiunge in media una velocità di 250- 324 km in picchiata (384 km/h se raggiunge la velocità critica), in volo orizzontale non riesce a raggiungere velocità superiori ai 105 -110 km/h ovvero la velocità a cui possono arrivare ad esempio i colombi viaggiatori di cui si ciba.
Tecnica di caccia del falco pellegrino
È dunque importante per la sopravvivenza avere “una marcia in più” per minimizzare gli errori di caccia.
I falchi pellegrini quindi pattugliano dall’alto le zone di caccia, oppure si lanciano in volo da un posatoio molto in alto o infine aggrediscono dal basso la prede, spingendola verso l’ alto e si portano infine sopra di essa per poi lanciarsi ad ali chiuse in picchiata.
In mancanza di prede consuete i falchi pellegrini si nutrono anche di arvicole, ratti, pipistrelli o scoiattoli.
In media un falco pellegrino consuma ogni giorno 140 gr circa di carne ottenuta dai muscoli e visceri delle prede catturate.
Eventuali piume o ossa ingerite vengono eliminate attraverso la borra ovvero un ammasso compatto di scarti non digeriti e rigurgitati qualche ora dalla fine del pasto.
Sono uccelli monogami e fedeli
Sono animali monogami e molto fedeli: la coppia formata resta insieme per tutta la vita.
La femmina depone 3 o 4 uova in nicchie o anfratti e la cova dura circa 32- 37 giorni, durante la cova il maschio procura il cibo alla compagna.
I pulli restano nel nido accuditi da entrambi i genitori fino al 35 – 40 giorno di vita, ma restano con i genitori ancora alcune settimane (almeno 5 o 6 prima della migrazione o un periodo più lungo se stanziali) imparando le tecniche di inseguimento e caccia. I giovani falchi diventano riproduttivi dopo il terzo anno di età.
In natura i falchi pellegrini vivono in media 15 anni, in cattività raggiungono i 20 anni.
Il falco pellegrino e la sua salvaguardia
Grazie agli sforzi fatti in molti Paesi per la difesa degli animali selvatici e l’abolizione dei pesticidi più pericolosi dal 1999, la popolazione di falchi pellegrini è in aumento, tanto da essere stata rimossa dalle specie in pericolo di estinzione ma annoverata “solo” tra quelle LC ovvero che desta minor preoccupazione secondo le linee guida IUCN.