In un video dai toni accorati veterinari e infermieri veterinari di tutta Europa e del Regno Unito chiedono alle persone di non acquistare cani brachicefali e altri animali dal muso piatto.
Il video è stato realizzato dalla Federazione europea delle associazioni veterinarie per animali da compagnia (FECAVA).
Vi ha collaborato anche Emma Milne, fondatrice della campagna Vets Against Brachycephalism.
Animali dal muso sempre più corto
La popolarità di cani brachicefali come Bulldog inglesi, Carlini e Bouledogue è esplosa nell’ultimo decennio.
Nel suo comunicato FECAVA rende conto del fatto che “tragicamente, i veterinari di tutto il mondo stanno raccogliendo i pezzi di questa moda. Perché questi animali sono letteralmente nati per soffrire”.
E non si tratta solo di cani: si selezionano anche gatti, conigli e persino cavalli con un muso sempre più corto e lineamenti deformati.
FECAVA ricorda come “la forma del corpo di questi animali porta a gravi difficoltà respiratorie, infezioni delle pieghe cutanee, traumi agli occhi, malattie della colonna vertebrale e paralisi, problemi dentali (anche fatali per conigli e cavalli) e fondamentalmente problemi con la riproduzione”.
Emma Milne, fondatrice della campagna Vets Against Brachycephalism, ha dichiarato: “I veterinari mi contattano da tutto il mondo descrivendo il dolore che provano vedendo questi animali soffrire ogni giorno semplicemente a causa della loro razza.
Quando le razze si aggrappano letteralmente alla vita attraverso l’intervento veterinario, dobbiamo porci alcune importanti domande etiche.
Ho deciso di fare un video e FECAVA ha subito aderito. È stato un grande lavoro di squadra”.
La dottoressa Ann Criel, presidente del FECAVA Welfare Group, ha dichiarato: “Questo video racconta la storia non solo dei devastanti problemi di salute di questi animali e dello strazio per i loro proprietari.
Ma anche dell’impatto che ha sui veterinari il cui obiettivo di vita è quello di aiutare gli animali.
In parole povere, riteniamo che sia difficile difendere l’allevamento di animali che sappiamo già in origine che molto probabilmente soffriranno.
Speriamo che la condivisione di questo video sia più ampia possibile per diffondere questo messaggio“.