Ho trovato un uccellino caduto dal nido, cosa devo fare?

Capita di imbattersi in un piccolo volatile ancora implume o incapace di volare. Cosa fare? Come comportarsi? Lasciare che la natura segua il suo corso o correre in suo soccorso?

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A cura di: Dott.ssa Elena Ghelfi

uccellino caduto dal nido
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Molte specie di animali selvatici hanno imparato a convivere con l’uomo in città sfruttando gli spazi verdi, i balconi ma anche i sottotetti o i monumenti. Può quindi capitare di imbattersi in un uccellino caduto dal nido o da un piccolo volatile ancora implume o incapace di volare richiamati dai suoi vocalizzi o dalla presenza di un gatto o un cane che lo sta “puntando “ da svariali minuti …

Uccellino caduto dal nido, come comportarsi

Cosa fare? Come comportarsi? Lasciare che la natura segua il suo corso o correre in suo soccorso?

Prima di tutto va chiarito che un selvatico deve avere la possibilità di restare libero, le cure devono avere lo scopo di aiutarlo a superare la temporanea difficoltà, esistono Centri specializzati nella cura e allevamento di piccoli orfani dislocati in varie sedi in tutta Italia e lì vanno inviati gli animali in reale difficoltà.

Un piccolo ha bisogno di cure immediate: ecco quindi alcuni consigli per essere veramente di aiuto.

Un piccolo uccellino marrone in giardino

Marroncino, grande quanto un piccolo pugno, interno del becco giallo vivace: molto probabilmente si tratta di un giovane merlo (o storno) appena uscito dal nido. Verificate che non sia ferito, guardando che non perda sangue oppure che non abbia un’ala o un zampa rotta, dopo di che, accertata la sua buona salute, LASCIATELO DOV’È!

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Molti uccellini escono dal nido prima di saper volare, ma i genitori (anche se voi non li notate) continuano a prendersi cura di loro imbeccandoli, vegliando sulla loro incolumità ed insegnando loro a “cavarsela” in natura.

Tenendo in casa per qualche giorno i vostri animali domestici abili cacciatori, o facendoli uscire sotto stretto controllo, i piccoli merli impareranno a riconosce il pericolo e a nascondersi in tempo.

Non avvicinatevi continuamente al nidiaceo per toccarlo o controllarlo perché la vostra presenza allontanerebbe i genitori che alla fine abbandonerebbero definitivamente il piccolo; se sussiste la reale probabilità che l’uccellino possa essere in pericolo (investimento da automobili, eccessiva esposizione a intemperie o altri predatori…) mettetelo allora in una scatola da scarpe senza coperchio e ponetelo su una superficie sopraelevata e protetta (ad esempio un balconcino).

I merli in natura si nutrono di insetti e piccole bacche, se il piccolo deve forzatamente essere allevato da umani allora va nutrito seguendo il più possibile la sua naturale dieta: frutti di bosco, ciliege, pezzetti di mela, invertebrati quali camole del miele e tarme della farina, piccoli lombrichi, frullati di carne per neonati se molto piccolo (integrati giornalmente con vitamine e sali minerali per piccoli volatili reperibili in negozi per animali).

Ho trovato un uccello piccolo senza piume ma con becco lungo e sottile

Si tratta di un uccello insettivoro come ad esempio: cinciallegra, cinciarella, capinera, codirosso, codibugnolo, merlo, storno, rondine e rondone.

Il becco è sarà lungo e sottile come una pinzetta: in natura si nutre di piccolo insetti.

Mettetelo in uno scatolone foderato con carta assorbente, ma se sta già saldo sulle zampe preparate uno o più posatoi fatti con rametti di legno.

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Se non trovate SUBITO qualcuno di qualificato a cui affidarlo nutrite il piccolo con: carne macinata di manzo (cruda), meglio se mescolata ad una goccia di multivitaminico (tipo “muta” per uccelli canori) fatene delle palline piccole e immergetele nell’acqua prima di somministrarla, in modo da idratare il vostro ospite.

Per imbeccarlo usate una pinzetta o uno stecchino (probabilmente per i primi bocconi l’uccellino va forzato, poi aprirà il becco da solo).

Se il piccolo rimane con voi per più di due giorni alternate la carne macinata a qualche camola del miele (si acquistano nei negozi di articoli per la pesca) e vanno alimentati spesso, almeno 6 volte al giorno, tra l’alba e il tramonto.

Meglio se l’uccellino vede arrivare lo stecco e il cibo da un altro “uccellino” tipo i piccoli pelushes che si usano a Pasqua come decorazioni.

Per tutti vale la stessa regola: non è un domestico, non va “umanizzato” anche se certamente induce tenerezza e compassione e non deve abituarsi ad essere maneggiato dall’uomo.

Ho trovato un pulcino di rapace…

Innanzi tutto cerchiamo di capire se ha veramente bisogno di essere raccolto: i rapaci notturni (civette, gufi comuni, allocchi, barbagianni, assioli) utilizzano una strategia antipredatoria che spinge i pulli (i piccoli) ad uscire dal nido ben prima di essere in grado di volare.

I giovani si collocano nelle immediate vicinanze del nido (su rami bassi, fienili, cornicioni) dove continuano ad essere accuditi e difesi dai genitori.

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Quindi questi rapaci vanno raccolti solo se feriti o visibilmente debilitati (ma ricordate che durante il giorno i notturni tengono gli occhi chiusi perché riposano) oppure se si trovano in una situazione di oggettivo pericolo non rimediabile con lo spostamento di pochi metri del pulcino.

Importantissima è inoltre la raccomandazione di non tenere con sé il piccolo rapace se non per il tempo necessario a trovare un Centro che lo accolga: la vicinanza con l’uomo (e le “coccole” ) possono compromettere irrimediabilmente la sua futura capacità di cavarsela in natura.

I rapaci sono carnivori stretti, la scelta dell’alimento e la varietà è quindi fondamentale per la sopravvivenza e la corretta crescita di questi animali, troppi sono gli errori commessi anche se in buona fede da un allevamento protratto in casa da persone inesperte (rachitismo, deformazione di becco, ali, zampe, alterazione dell’ossificazione, imprinting).

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Nei centri recupero i pulli vengono allevati in piccoli gruppi di pari età all’inizio, poi inseriti in gruppi allargati con giovani di diversa età che fanno da “maestri” ai più piccoli.

L’alimentazione viene stimolata con cibo simile a quello che verrebbe proposto dei genitori: topi, ratti, pulcini , dapprima a pezzi poi interi.

L’imbeccata, quando necessaria, viene mediata da fantocci che ricordano i genitori del pulcino, in rigoroso silenzio, senza mostrare il viso dell’operatore….

Va di per se che nello stretto periodo di accudimento del piccolo rapace si devono cercare di mettere in atto gli stessi accorgimenti nutrendo 1 o 2 volte al giorno (a seconda della specie e dell’età) con pezzetti di carne, frattaglie (fegatini, cuori, ventrigli di pollo) inumidite con acqua. Appena possibile vanno fornite prede intere o a pezzi complete di ossa e cartilagini.

Se si ritrova un giovane già in grado di fare qualche piccolo volo: prede intere che si mangia avidamente da solo (quaglie o ali di pollo reperibili facilmente al supermercato) ma sarebbe importante anche favorire la borra (peli, ossa, piume rigurgitati a fine pasto) si spiega quindi l’importanza di una struttura specializzata che possa fornire assistenza adeguata.

Per ospitare temporaneamente un piccolo rapace si possono utilizzare scatoloni foderati di carta assorbente o trasportini per gatti del tipo di plastica con apertura frontale.

Non vanno mai ospitati in gabbie per criceti, canarini o conigli! Pena stress per l’eccessiva esposizione a un mondo a loro sconosciuto e rischio concreto di danni al piumaggio o ferite nel tentativo di fuga.

A cura della dott.ssa Elena Ghelfi

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