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Flebotomi e leishmania 5 regole da ricordare
- La leishmaniosi canina è un’infezione cosmopolita segnalata in tutti i continenti, inclusa l’Oceania, dove si registrano casi in animali importati dall’Europa.
Nel nostro continente, l’infezione da L. infantum è endemica soprattutto in Paesi che si affacciano sul bacino del Mediterraneo, sebbene il patogeno sia stato riportato in Germania, Svizzera e Olanda, aree in cui il vettore, flebotomo o pappatacio, è assente. - Il cane è il principale ospite reservoir di Leishmania e ben sette specie di flebotomi sono ritenute in grado di assicurarne la trasmissione. L’insetto ematofago (flebotomo o pappatacio) con il pasto di sangue trasferisce la leishmania e quindi l’infezione (per questo è detto vettore) da soggetto malato a soggetto sano.
- Leishmania infantum (Kinetoplastida e Trypanosomatidae) è un protozoo intracellulare obbligato e dimorfico, presente in forma di amastigote (ossia priva di flagello) nelle cellule del sistema fagocitico mononucleare (Mononuclear phagocyte system, MPS) di ospiti vertebrati, quali carnivori domestici (cane e gatto) e selvatici (volpi), roditori e uomo.
- La vaccinazione rappresenta un valido ausilio per il controllo della leishmaniosi canina in associazione con sostanze repellenti.
- I piretroidi sintetici rappresentano i principi attivi maggiormente utilizzati. L’applicazione topica di questi biocidi a uso veterinario determina un doppio effetto sull’insetto: repellente o anti-feeding, grazie al quale gli ectoparassiti non compiono il pasto di sangue sul cane, e insetticida o abbattente knock- down.
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