La sindrome brachicefalica: impariamo a conoscerla

Le razze canine brachicefale sono caratterizzate da un anomalo accrescimento della testa dovuto ad un limitato sviluppo delle ossa che formano la base del cranio.

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A cura di: Dott. Adolfo Maria Tambella

sindrome brachicefalica
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La sindrome brachicefalica o sindrome ostruttiva delle vie aeree superiori (BAOS, Brachycephalic Airway Obstructive Syndrome) è una condizione patologica che interessa prevalentemente i cani brachicefali appartenenti alle razze Carlino, Bulldog inglese, Bouledogue francese, Boston terrier, Pechinese, Cavalier King Charles spaniel, Shar-pei e Shih-tzu, ma anche Boxer, Chow-chow e Bull Mastiff.

Anche alcune razze di gatti, come il Persiano, l’Exotic Shorthair e l’Himalayano, possono essere interessate.

Le razze canine brachicefale sono caratterizzate da un anomalo accrescimento della testa dovuto a un limitato sviluppo delle ossa che formano la base del cranio.

Presentano, inoltre, un normale accrescimento in lunghezza della mandibola a fronte della mascella che risulta più corta.

Ne deriva che i tessuti molli, che si accrescono invece normalmente, si vengono a ritrovare compressi in uno spazio più piccolo del normale.

Queste alterazioni sono il risultato di una chiusura precoce della cartilagine di accrescimento della base del cranio, che ne determina un asse longitudinale meno sviluppato.

La testa risulta in sostanza normalmente sviluppata in larghezza, ma non in lunghezza, mentre i tessuti molli non sono ridotti proporzionalmente allo scheletro osseo che li contiene.

Questa condizione provoca una serie di anomalie dell’intero tratto respiratorio superiore, caratterizzate dallo sviluppo di numerose restrizioni che ostacolano il passaggio dell’aria nelle vie aeree, con conseguente manifestazione di segni clinici.

La BAOS è dovuta all’eccessiva selezione per le razze brachicefale, che ha privilegiato l’aspetto estetico rispetto a quello funzionale e ha portato a una sempre più marcata esaltazione dei caratteri di queste razze.

I cani brachicefali, spesso, si presentano già in fasi molto giovanili nelle strutture veterinarie per problemi derivanti dalla difficoltà respiratoria.

Le alterazioni nelle razze brachicefaliche

In tale sindrome, è opportuno differenziare le alterazioni che la compongono in primarie e secondarie.

Tra le alterazioni primarie si possono annoverare la stenosi delle narici (restringimento dell’apertura nasale), le camere nasali stenotiche, il palato molle allungato e ipertrofico, l’ipoplasia tracheale.

Tra le alterazioni secondarie ritroviamo l’eversione dei sacculi (o ventricoli) laringei, l’ipertrofia tonsillare, l’ipertrofia laringea e il collasso laringeo.

Queste possono manifestarsi contemporaneamente, in varia associazione, o singolarmente nello stesso soggetto e si possono osservare diversi gradi di gravità.

Il difficoltoso passaggio dell’aria attraverso strutture anatomiche strette e compresse determina un maggior sforzo inspiratorio che va a generare un’aumentata pressione negativa inspiratoria.

Inizialmente, la sindrome può provocare solo un semplice processo infiammatorio dei tessuti perilaringei, ma in una fase più avanzata può evolvere in un peggioramento della sintomatologia respiratoria, con sviluppo delle alterazioni secondarie.

Nei soggetti brachicefali si osservano inoltre, con un’elevata prevalenza, disturbi dell’apparato gastrointestinale (tra cui esofagiti, ernia iatale, stenosi pilorica e deviazione esofagea), rilevando una stretta relazione tra gravità delle alterazioni respiratorie con quelle gastrointestinali (disfagia, vomito, diarrea, rigurgito).

Nelle razze non brachicefale, canine e feline, l’insorgenza della sindrome è meno frequente, anche se possono essere interessate dalle singole alterazioni patologiche di cui la sindrome si compone, sviluppando un quadro clinico solitamente meno grave.

Sintomi della sindrome brachicefalica

Il quadro clinico si manifesta solitamente con una maggiore intensità nei periodi più caldi e afosi e quando l’animale è sottoposto a sforzo fisico, talora anche di lieve o moderata entità.

La sintomatologia dei soggetti affetti da BAOS è caratterizzata da stridore e stertore (respiro russante), incremento degli sforzi respiratori, respiro frequente e a bocca aperta, possibili problemi nella deglutizione, cianosi (colore bluastro delle mucose apparenti) di vario grado.

Con l’avanzare dell’età la sintomatologia può peggiorare con possibili apnee durante il sonno (dovuta al rilassamento dei tessuti molli che possono portare a vere apnee), insufficienza cardiocircolatoria, crisi lipotimiche (svenimenti improvvisi dovuti a scarsa ossigenazione del cervello).

La sintomatologia diventa più evidente in corso di esercizio fisico, eccitamento, stress, innalzamento della temperatura e dell’umidità ambientale: tutte situazioni in cui l’animale presenta polipnea, che enfatizza la difficoltà nel passaggio dell’aria.

Anche l’aumento di peso, tra l’altro frequente in questi soggetti costretti alla sedentarietà, peggiora la capacità respiratoria e aggrava la sintomatologia clinica.

I soggetti colpiti dalla sindrome brachicefalica possono passare molto rapidamente da uno stato di difficoltà respiratoria sub-clinica, che spesso è considerata normale dai proprietari, a gravi episodi di dispnea.

Come comportarsi?

È raccomandabile quindi condurre precocemente in visita dal Medico Veterinario di fiducia il proprio animale, specie se si verificassero dei segni clinici potenzialmente attribuibili alla sindrome.

Con una diagnosi e un trattamento precoce è possibile limitare lo sviluppo delle alterazioni più gravi.

Compito del Veterinario sarà visitare il paziente per verificarne la condizione clinica, quindi consigliare le opportune indagini diagnostiche per identificare la sindrome e definirne le caratteristiche, nonché, se indicato, trattare in maniera conservativa o chirurgica le alterazioni eventualmente riscontrate.

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