Il ruolo degli animali nell’Antico Egitto

La venerazione e l'attribuzione di caratteristiche divine a diversi animali hanno fatto parte per molto tempo dell'universo culturale egiziano.

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ruolo degli animali nell'antico Egitto
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Nell’Antico Egitto il ruolo degli animali e il rapporto con essi è mutato nel tempo, evolvendosi durante la civiltà nilotica.

In prima istanza erano rapporti di tipo utilitaristico: così i bovini e gli zebù, introdotti nel periodo del Nuovo Regno, erano destinati al lavoro dei campi, ma anche a banchetti dei sacrifici e alla normale alimentazione dell’uomo; anche le capre venivano forse impiegate per i sacrifici agli dei, però solo da parte delle classi inferiori.

I bovini erano impiegati nel lavoro dei campo, anche orientati alla produzione di latte, che costitutiva un’importante fonte per l’alimentazione umana.

Le pecore e le capre venivano allevate per la lana e il latte, mentre i suini erano impiegati, data la loro attitudine a grufolare, per ripulire i terreni prima della semina e, dopo la semina, assieme alle capre per calpestare il terreno seminato.

Gli egiziani conoscevano e partecipavano con entusiasmo allo sport della corrida, di cui forse furono i precursori in assoluto.

I cavalli vennero introdotti verso la fine del Medio Regno dagli invasori Hyksos.

In un secondo tempo gli egizi divennero straordinari allevatori di questi cavalli di tipo arabo, grazie ai quali poterono aumentare la loro efficienza militare nelle campagne belliche.

I cani di razza divennero di gran moda e vennero spesso raffigurati sulle tombe dei dignitari.

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Animali divinizzati

Per un lungo periodo, nella cosmogonia degli egizi le divinità non erano rappresentabili, mentre a diversi animali venne attribuito un carattere divino.

Così avvenne per il toro nero sacro Apis, uno dei più antichi dei. Apis era il simbolo della procreazione e della fertilità della Valle del Nilo.

In diverse regioni dell’Egitto il gatto Bastet era venerato come una dea benigna, anche se dal punto di vista utilitaristico, i gatti erano molto importanti per la loro abilità nel cacciare i topi proteggendo così le raccolte di granaglie, che costituivano una fondamentale ricchezza del Paese.

Oggetto comune di culto era anche Anubis, lo sciacallo, e lo stesso nome e la stessa venerazione erano riferiti variamente anche al cane.

Curiosità

Esistono necropoli per gatti, tra cui famosa quella di Bubastis, città della regione del Delta, per un certo tempo anche capitale dell’Egitto, dove erano conservate le mummie di migliaia di gatti imbalsamati.

FONTE: Praxis Veterinaria

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