I rettili sono intelligenti e possono creare un legame con chi li accudisce?

Serpenti, iguane, testuggini e altri rettili sono intelligenti? Riescono a instaurare un legame particolare con chi li accudisce? Le nuove neuroscienze stanno pian piano attribuendo anche a questi particolari animali da compagnia capacità cognitive e la possibilità di creare legami intraspecifici.

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A cura di: Emanuele Scanarini - Italian Gekko Association

rettili intelligenti carezze pitone albino
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In molte persone i rettili, in particolar modo i serpenti, provocano paura o disgusto, reputandoli animali da compagnia poco intelligenti e incapaci di creare con il loro proprietario un legame affettivo.

Un po’ perché la cultura popolare da una connotazione negativa a questi animali e un po’ perché li si conosce poco, li si crede incapaci di sentimenti e di qual si voglia ragionamento logico.

A quanto pare però le nuove neuroscienze stanno pian piano sgretolando queste credenze, attribuendo anche ai rettili capacità cognitive e legami intraspecifici.

I rettili sono intelligenti?

Le capacità cognitive di testuggini e iguane

In termini di capacità cognitive, i grossi sauri e le testuggini sono sicuramente i più apprezzabili, con svariati test che li hanno coinvolti e che dimostrano le loro capacità di apprendimento.

rettili intelligenti Cyclura_cornuta
Cyclura cornuta (foto di Pietro Cassino).

Infatti, varani, iguanidi, testuggini terrestri sono i principali protagonisti degli studi sulle capacità cognitive dei rettili.

Si è scoperto che sono in grado di associare colori, forme e rumori (clicker) ad azioni.

Quindi se l’animale risponde correttamente con un’azione a un determinato colore o rumore, riceverà un premio (solitamente cibo): ad esempio se si avvicina al proprietario al rumore del clicker.

Sembra incredibile, ma le capacità associative di questi rettili sono evidenti, anche a fronte del fatto che siano in grado di discriminare ciò che vedono.

E quelle dei serpenti

Con i serpenti la situazione sembra un po’ diversa, probabilmente anche in funzione della percezione che hanno dell’ambiente intorno a loro.

Molti di questi rettili infatti non hanno una buona vista o udito.

Questo quindi li esclude dalla possibilità di sottoporli ad esperimenti con target visivi o uditivi.

Ciò nonostante, sembrano in grado di risolvere test cognitivi legati allo spostamento di oggetti per raggiungere il cibo.

I rettili riconoscono il loro amico umano

Molti allevatori o possessori di gechi o altri piccoli sauri, hanno osservato che i loro animali arrivano ad associarli al cibo o comunque a non temerli.

Anzi, in alcuni casi gli animali escono dalle tane se vedono il proprio umano nella stanza, perché sanno che probabilmente gli offrirà del cibo.

A quel punto aprendo il loro terrario gli animali si posizioneranno pronti a prendere la pappa.

Foto di www.gardenstatetortoise.com

Fino a qualche anno fa si pensava che queste osservazioni fossero solo frutto dell’immaginazione o di un’errata interpretazione dei comportamenti dei rettili.

È stato invece dimostrato che il loro cervello è in grado di percepire spazio, colori, forme, ecc., a volte al pari di mammiferi e uccelli.

Osservazioni da parte di appassionati riportano infatti che il rettile riconosce solo l’umano che lo accudisce: “Quando entro io in stanza l’animale esce dalla tana, se invece entra un mio parente si nasconde“.

Fino a poco tempo fa era impensabile che un rettile potesse compiere una scelta simile, ma a quanto pare è stato possibile supporre che esista effettivamente una sorta di riconoscimento rettile-umano.

I serpenti giarrettiera provano simpatia

Un recente studio intitolato “Snake personality: Differential effects of development and social experience“, condotto in Canada presso la Wilfrid Laurier Universitydal da Morgan Skinner e i suoi collaboratori, ha dimostrato che i serpenti giarrettiera (Thamnophis sirtalis sirtalis) esprimono delle preferenze nel decidere con quali dei propri simili condividere la tana.

Il fenomeno più interessante è che la scelta dei compagni di tana sembra essere dettata da una sorta di “simpatia”.

Questa cognizione sociale si conservava anche quando i soggetti coinvolti nello studio erano allontanati dai ricercatori per un intervallo di tempo.

Al termine della separazione tornavano a riunirsi nel medesimo gruppo “di simpatia” sociale.

Genitori attenti

Ci sono altri comportamenti che rendono i rettili più “intelligenti” e meno “freddi” di quanti molti pensino, ad esempio le cure parentali.

Infatti, molti gechi, coccodrilli e altre specie di sauri proteggono le uova e, dopo la schiusa o il parto, la prole.

Molti serpenti covano e proteggono le uova fino alla schiusa.

Il cobra reale e la sua prole

Un caso emblematico è quello del cobra reale (Ophiophagus hannan).

Questi serpenti, come dice il nome scientifico, si nutrono quasi esclusivamente di altri ofidi.

Le femmine covano e sorvegliano le uova dal momento della deposizione fino a poco prima della schiusa.

A quel punto, dopo due mesi di digiuno, la femmina abbandona il nido.

Si suppone che questo comportamento sia volto a evitare che la fame porti la femmina a predare i propri cuccioli.

Una relazione affettiva

A oggi non è ancora possibile dire con certezza fino a dove si spingano le capacità cognitive dei rettili, oltre al fatto che non sia nemmeno chiaro se tutti abbiano le medesime capacità intellettive e, in tal caso, se sia la loro biologia a limitarle.

Quello che è certo è che non stiamo parlando di soprammobili, ma di animali complessi e capaci di ragionamenti.

coccole iguana

È evidente che in parte anche il modo dell’umano di percepire il rettile e i suoi atteggiamenti è diverso rispetto a quando interagisce con un mammifero o un volatile, sia per l’espressività di questi, ma anche perché in termini sociali ed etologici i rettili hanno atteggiamenti diversi da altri animali e apparentemente meno “affettuosi”.

Ciò non significa che un appassionato attendo e amorevole, non possa affezionarsi a un simpatico squamato e questo imparare a riconoscerlo senza averne timore.

Esistono alcuni casi famosi in tutto il mondo dove la relazione uomo-rettile è quasi surreale.

Come tra la testuggine Bon-Chan (Centrochelys sulcata) e il suo amico umano Hisao Mitani.

Oppure tra il coccodrillo Pocho (Crocodylus acutus) e il pescatore Gilberto “Chito” Shedden.

Ovviamente in questi contesti estremi rimangono aperti degli interrogativi sull’interazione uomo-animale e i legami tra questi, non è possibile prenderli come esempi assoluti.

In conclusione, solo il tempo e le ricerche scientifiche potranno dissipare ulteriori dubbi se i rettili sono intelligenti e possono provare sentimenti.

Di certo oggi è ormai evidente che non si possono più considerare un semplice insieme di istinti, ma molto di più.

Per saperne di più
“Snake personality: Differential effects of development and social experience”, Morgan Skinner, Stefaniya Brown, Ludmila Tamara Kumpan e Noam Miller, 2022.
“Cold-Blooded Cognition: Reptilian Cognitive Abilitie”, Wilkinson & Huber, 2012.
“Does colour impact responses to images in geckos?”, N. Katlein, M. Ray, A. Wilkinson, J. Claude, M. Kiskowski, B. Wang, S. Glaberman e Y. Chiari, 2022.
“Reptilian Cognition: A More Complex Picture via Integration of Neurological Mechanisms, Behavioral Constraints, and Evolutionary Context” Timothy C. Roth, Aaron R. Krochmal e Lara D Ladage, 2019.
“Keeper-Dragon Behavioural Differences in Two Komodo Dragon (Varanus komodoensis) Brothers During Training”, Giovanni Quintavalle Pastorino, Yitzhak Yadid, Daniele Pintus, Massimiliano Di Giovanni, Alice Cavalleri, Richard F. Preziosi e Anita Hashmi, 2022.

 

Articolo a cura di Italian Gekko AssociationITALIAN GEKKO ASSOCIATION

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