Quali sono le principali patologie respiratorie negli uccelli?

Le cause di un problema alle vie respiratorie sono molteplici, una prima categoria riguarda sicuramente gli agenti microbici quali virus, batteri o funghi. In ogni caso la prevenzione come sempre è la migliore cura: allevare un animale non deve prescindere mai dal conoscere le esigenze di ogni specie ospitata, creando le condizioni più simili a quelle naturali.

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A cura di: Dott.ssa Elena Ghelfi

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Molti nemici possono attaccare il delicato apparato respiratorio degli uccelli ma molto spesso le patologie respiratorie sono condizionate da altri fattori che possono e devono essere previsti e corretti come la salubrità dell’ambiente, una ricca e varia alimentazione e l’igiene.

Quando sospettare un problema respiratorio?

Un uccellino ammalato alle vie respiratorie si presenta “impallonato” ovvero arruffa le piume per limitare la dispersione di calore, respira in modo rumoroso o difficoltoso, aumentando l’escursione addominale e imprimendo quindi un evidente movimento oscillatorio alla coda, può presentare scoli o imbrattamento a narici, palpebre, becco, si mostra meno interessato al cibo o tende a restare più fermo sul posatoio o sul fondo della gabbia.

Patologie respiratorie negli uccelli: quali sono le cause?

Le cause di un problema alle vie respiratorie sono molteplici, una prima categoria riguarda gli agenti microbici quali virus, batteri o funghi.

Tra i virus, il pox virus del vaiolo aviare è il più temuto dagli allevatori di canarini e fringillidi perché nella forma polmonare (polmonite interstiziale acuta) causa ingenti perdite in pochi giorni di incubazione; anche il paramyxovirus (agente della pseudopeste) può causare disturbi respiratori come aerosacculite (infezione a carico dei sacchi aerei), scolo nasale, marcata difficoltà respiratoria spesso associata a sintomi gastroenterici e nervosi in parecchie specie di volatili ma in particolare colombi, galliformi, tacchini, quaglie, uccelli selvatici.

I batteri più pericolosi per l’apparato respiratorio

Tra i batteri più pericolosi per l’apparato respiratorio annoveriamo: Escherichia coli, che coinvolgendo più organi può invadere i sacchi aerei e i polmoni causando ingenti perdite soprattutto tra i nidiacei, Stafilococchi e Streptococchi, che sono riconosciuti come causa di aerosacculiti, riniti, sinusiti, Mycoplasmi, che colpiscono preferibilmente i seni nasali ma anche le articolazioni soprattutto in tacchini, fagiani, polli, canarini.

Altri agenti microbici coinvolti nelle forme respiratorie sono Pseudomonas sp, presenti soprattutto in animali molto debilitati e con scarse difese immunitarie, Pasterurella sp, che in alcune specie causa gravi infezioni generalizzate, Klebsiella pneumoniae che nei nidiacei causa polmoniti fulminanti, Corynebacterium sp. spesso isolato da narici o coane di uccelli con riniti o problemi alle alte vie respiratorie.

Altro microrganismo che va preso sempre in esame nelle diagnosi differenziali è la Clamydia psittaci, che oltre a causare gravi forme respiratorie (congiuntiviti, riniti e polmoniti) agli uccelli colpiti, in particole gli psittacidi (ma anche anatidi, tacchini, colombi) è un agente zoonosico, ovvero importante e pericoloso anche nell’uomo.

Infine molto gravi e subdole sono le infezioni fungine che coinvolgono l’apparato respiratorio: Aspergillus fumigatus e altri funghi presenti nell’ambiente possono attecchire nei sacchi aerei di uccelli con difese immunitarie deboli, favoriti da questo particolare “ambiente” caldo, umido, ben ossigenato e poco difeso.

Patologie respiratorie negli uccelli? La prevenzione è sempre la migliore cura

Ambienti polverosi, sporchi, umidi, sovraffollati, stressanti, uniti a carenze vitaminiche (diete inadeguate o monotone), compromissione delle difese immunitarie (stress, malattie ricorrenti o debilitanti), ma anche lo stesso abuso o inadeguato uso di farmaci favoriscono la proliferazione dei microrganismi più resistenti.

La prevenzione come sempre è la migliore cura: allevare un animale non deve prescindere mai dal conoscere le esigenze di ogni specie ospitata, creando le condizioni più simili a quelle naturali, siano esse ambientali o alimentari senza dimenticare il comportamento e le esigenze “psicologiche” come attività di gioco o privacy durante il riposo.

Fondamentale è poi effettuare una quarantena di ogni soggetto nuovo, anche solo per permettergli un corretto ambientamento e inserimento.

Nei prossimi articoli verranno esaminate alcune di queste malattie con metodi diagnostici e cure.

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