Secondo quello che emerge da un nuovo studio pubblicato recentemente sulla rivista Veterinary Record, anche cani e gatti possono essere infettati dalla variante Alpha del Covid-19 (o variante B.1.1.7 di SARS-CoV-2).
Lo studio riporta che due gatti e un cane sono risultati positivi alla variante Alpha del Covid-19 su tampone rettale.
Due gatti e un cane hanno invece mostrato anticorpi contro contro la variante Alpha, 2-6 settimane dopo aver sviluppato segni di malattia cardiaca.
I proprietari di questi animali erano positivi per Covid-19 e avevano sviluppato sintomi respiratori 3-6 settimane prima che i loro animali si ammalassero.
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Variante Alpha Covid-19 in cani e gatti e patologie cardiache
La cosa interessante da segnalare è che tutti questi animali sono stati visitati per insorgenza acuta di malattie cardiache, inclusi gravi disturbi del miocardio di sospetta origine infiammatoria, ma senza segni clinici respiratori.
In tutti i pazienti, ulteriori test diagnostici non hanno rivelato altre potenziali cause virali, batteriche o protozoarie di miocardite.
Tutti gli animali interessati hanno avuto un notevole miglioramento con riposo in gabbia, ossigenoterapia e terapia cardiaca e sono tornati a casa dopo alcuni giorni di terapia intensiva.
In quattro gatti e tre cani, 2-4 settimane dopo la dimissione, i ricercatori hanno eseguito un riesame medico veterinario cardiaco.
In quel momento, nessuno di loro presentava sintomi evidenti di patologia.
Su di loro sono stati eseguiti esami ematici, un’ecocardiografia e un elettrocardiogramma (ECG).
I marcatori cardiaci del sangue erano tornati a valori normali o quasi normali in tutti i casi.
L’ecocardiografia mostrava qualche variazione di dimensioni, forma, struttura del cuore, mentre l’ECG, che precedentemente aveva riportato delle anomalie, risultava normale.
Trasmissione Covid-19 dall’uomo agli animali, non viceversa
Le gravi anomalie cardiache, che sono una complicanza ben nota nelle persone affette da Covid-19, non erano ancora state descritte negli animali da compagnia.
Secondo gli autori dello studio due sono poi i fatti interessanti che si sono evidenziati e che sono piuttosto indicativi, anche se non conclusivi.
C’è stato uno spiccato e repentino aumento negli animali del numero di casi di sospetta miocardite rispetto ad altre patologie cardiache.
Questo si è visto basandosi sulla percentuale di tutti i casi riferiti al servizio di cardiologia del Ralph veterinary referral centre (TRVRC) di Londra.
Inoltre, l’incidenza di questo aumento ha imitato la curva e la cronologia della pandemia umana di Covid-19 nel Regno Unito a causa della variante Alpha.
In base alle osservazioni fatte dagli autori, quindi, la trasmissione sembra avvenire dall’uomo agli animali da compagnia, ma non viceversa.
Malgrado i risultati di questo studio è da rimarcare che l’infezione da Covid-19 negli animali da compagnia rimane relativamente rara.