Macellazione rituale, tra libertà religiosa e rispetto del benessere animale

L’Avvocatura della Corte di giustizia europea ha ritenuto incompatibile con il diritto dell’Ue la legge fiamminga che vieta la macellazione degli animali senza stordimento, prevista da riti religiosi quali l’ebraico e l’islamico. Una posizione che fa discutere.

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A cura di: Dott.ssa Paola Fossati

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La macellazione rituale degli animali è una pratica eseguita nel rispetto di metodi dettati da prescrizioni religiose in base alle quali gli animali devono essere abbattuti quando sono ancora coscienti, perché le carni prodotte possano essere considerate edibili da parte di chi professa le religioni ebraica ed islamica (rispettivamente, carni kosher e halal).

Concessa dal Ministero della Salute la macellazione senza previo stordimento

A questo scopo, in Italia, con il Decreto 11/06/1980 del Ministero della Salute di concerto con il Ministero dell’Interno, era stata concessa l’autorizzazione alla macellazione senza previo stordimento “secondo i riti religiosi ebraico ed islamico, da parte di personale qualificato e appartenente alle rispettive comunità.

Il Decreto stabiliva che l’atto della iugulazione fosse eseguito con un coltello ricurvo, molto affilato e di dimensione tale da poter recidere con un unico taglio, contemporaneamente, l’esofago, la trachea e i grossi vasi sanguigni del collo.

Inoltre, avrebbero dovuto essere adottate tutte le precauzioni necessarie per evitare agli animali sofferenze inutili, ad esempio limitando il più possibile rumori e stress durante il contenimento; tutte le operazioni potevano essere eseguite solo in macelli autorizzati allo scopo.

Alcuni Paesi europei hanno vietato la macellazione rituale

Il successivo Dlgs n. 333/1998, di attuazione della Direttiva n. 93/119/CE, aveva con- fermato la deroga, che è contenuta anche nel Reg. n 1099/2009/CE, che attualmente disciplina la protezione degli animali durante l’abbattimento in Europa.

Il Regolamento riconosce che “è importante mantenere la deroga allo stordimento degli animali prima della macellazione, concedendo tuttavia un certo livello di sussidiarietà a ciascuno Stato membro” (considerando 18).

In base a questo principio, si consente sia il rispetto della libertà di religione sia la possibilità, da parte degli Stati membri, di adottare previsioni proprie in merito.

Prima del Belgio, Paesi come Norvegia, Islanda, Svezia, Lettonia hanno vietato così la macellazione senza stordimento.

Protezione degli animali o rispetto dei diritti umani?

Ma questo tipo di posizione, salutata con favore da chi si schiera per la protezione degli animali, ha sempre incontrato opposizioni, in quanto considerata una scelta contraria ai diritti umani (rispetto del proprio credo religioso).

Un aspetto delicato, reso ancora più rilevante dall’aumento della richiesta di animali macellati secondo la procedura rituale, che ha interessato l’Unione Europea negli ultimi anni.

Peraltro, in quest’ultimo periodo, si è anche sviluppato un interesse crescente per questa tematica da parte dei consumatori non direttamente interessati al consumo di carni halal o kosher, i quali si stanno dimostrando sempre più sensibili alla condizione degli animali produttori di alimenti.

Il problema, infatti, si colloca nella compatibilità del diritto alla libertà religiosa e il rispetto degli animali e del relativo benessere.

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