Diritti degli animali: più tutela e pene più severe per i maltrattamenti

Il grande problema dei diritti animali e dei maltrattamenti suscita l’interesse di moltissimi gli italiani che chiedono pene più severe nei confronti di chi maltratta e uccide gli animali. Dopo il Convegno indetto dalla LNDC Animal protection, le soluzioni emerse alle diverse problematiche sono tante e necessitano di attenzione da parte delle Istituzioni.

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Ogni giorno, sulle pagine dei quotidiani locali e nazionali leggiamo notizie raccapriccianti su animali maltrattati o perfino uccisi. Tutto questo si potrebbe evitare e prevenire. Come? Lavorando tutti insieme per i diritti degli animali e condannare i maltrattamenti nei loro confronti.

E’ proprio con questo scopo che è nato il Convegno “Diritti degli Animali: le nuove frontiere per la loro tutela”, organizzato dalla Lega Nazionale per la Difesa del Cane (LDNC) e tenutosi lo scorso 6 novembre in streaming.

Il Convegno ha riunito i massimi esperti provenienti dal mondo veterinario, delle forze dell’ordine e giuridico, nonché dal settore della comunicazione, con lo scopo di fare il punto della situazione e condividere le possibili soluzioni.

“È davvero frustrante assistere a così tante morti crudeli e insensate e sentirsi impotenti”, afferma Piera Rosati – Presidente di LNDC – Animal Protection. “La Legge 189 del 2004 ha sì introdotto nuove figure di reato nel codice penale, ma attualmente tra casi archiviati, riti abbreviati, sospensione della pena e ‘messa alla prova’, praticamente nessuno sconta realmente nemmeno un giorno di prigione anche in caso di condanna, a dimostrazione del fatto che queste vittime e questi reati vengono spesso considerati “di serie B”. Il nostro obiettivo, anche grazie a questo Convegno, è fare in modo che sul piano giuridico, ma anche etico, gli animali diventino essi stessi oggetto di tutela in quanto tali, esseri senzienti, mentre oggi la legge tutela il ‘sentimento umano verso gli animali”.

Che cosa si può fare per cambiare la situazione nell’immediato futuro?

Fondamentale rimane sensibilizzare l’opinione pubblica attraverso campagne nazionali che stimolino la denuncia dei casi di reati. Diffondere la cultura della sensibilità alla sofferenza, questo è il punto focale. Ricordiamo infatti che in moltissimi casi, chi comincia maltrattando gli animali, spesso passa ad altre vittime appartenenti alle cosiddette categorie “deboli” come anziani, portatori di handicap e bambini.

Proprio per questo La Lega Nazionale per la Difesa del Cane ha chiesto non solo pene più severe per chi uccide e maltratta gli animali ma anche l’inserimento di percorsi formativi sulla tutela degli animali in tutte le scuole, nei corsi di formazione delle forze dell’ordine e dei medici veterinari perché: “Educare al rispetto della vita di ciascuno e all’empatia deve essere una priorità a tutti gli effetti”, sottolinea Rosati.

L’importanza del medico veterinario per i diritti degli animali

Michele Pezone, Responsabile nazionale diritti animali LNDC – Animal Protection, afferma:”Dalla mia esperienza, come legale della LNDC, combatto ogni giorno per i diritti degli animali nei tribunali di tutta Italia e sempre di più mi rendo conto di come la figura del veterinario forense sia fondamentale. In pochi sanno che in Italia esiste un’eccellenza: il Centro di Referenza Nazionale per la Medicina Forense Veterinaria. Rosario Fico, Direttore di questo Centro presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana, che ha partecipato con noi al Convegno, ci ha illustrato come il nostro Paese sia l’unico in Europa ad avere una struttura ufficiale, all’interno del Sistema sanitario nazionale, in grado di fornire una consulenza tecnico-scientifica di enorme valore a forze di polizia e magistratura nei casi di reati a danno degli animali. Questa figura si rivela fondamentale in moltissimi casi, perché spesso in tribunale non basta l’opinione del veterinario privato o pubblico”.

“Urge modificare il quadro legislativo di riferimento in modo tale da rendere perseguibile in maniera efficace chi commette reati a danno degli animali. Al momento non è così, basti considerare che attualmente la legge tutela il sentimento dell’uomo nei confronti degli animali e non gli animali in quanto tali” ricorda infine Michele Pezone.

Non esiste solo i maltrattamenti fisici ma anche etologici

Purtroppo un’altra questione complessa legata alla legge 189 riguarda le caratteristiche etologiche collegate al concetto di benessere animale. Non esiste solo il maltrattamento fisico, ma anche quello etologico connesso all’ambiente in cui l’animale si trova – pensiamo a circhi, laboratori di sperimentazione, allevamenti.

“Il danno etologico è equiparabile al danno fisico”, ha ribadito, durante il Convegno, Enrico Moriconi, Medico veterinario e Garante diritti animali della Regione Piemonte. L’analisi etologica deve stabilire lo stato di benessere dell’animale. 

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