La piometra nella specie felina: impariamo a conoscerla!

La piometra, patologia uterina meno comune nel gatto rispetto al cane, è tipica del diestro ovvero quella fase del ciclo sessuale che segue all’ovulazione.

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la piometra nel gatto
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La piometra è una patologia uterina che si verifica meno comunemente nella gatta rispetto alla cagna. Possibile causa di perdita del potenziale riproduttivo, può in alcuni casi mettere in pericolo la vita stessa dell’animale.

È stata accertata una predisposizione di razza: Sphynx, Gatto Siberiano, Ocicat, Korat, Siamese, Ragdoll, Maine Coon e Bengala sembrano essere le più colpite.

Questa patologia è tipica del diestro (fase del ciclo sessuale che segue all’ovulazione) ed è determinata da una proliferazione batterica su un substrato già patologicamente alterato a causa di una risposta “esagerata” dell’utero alla stimolazione ormonale.

Quest’esagerata risposta prende il nome di Iperplasia endometriale cistica (processo degenerativo che si sviluppa a seguito delle ripetute stimolazioni del progesterone sull’endometrio) ed è indotta appunto, da alte concentrazioni di estrogeni, seguite da alte concentrazioni di progesterone in assenza di una gravidanza.

Perché la piometra è meno frequente nel gatto rispetto al cane?

La minore incidenza della patologia nella gatta va ricercata in primo luogo nella diversa fisiologia riproduttiva che, rispetto alla cagna, presenta importanti peculiarità.

La gatta è un animale a ovulazione indotta, ossia quest’ultima non avviene spontaneamente come nella maggior parte delle specie, ma è necessario l’accoppiamento.

Questo ha delle importantissime implicazioni fisiologiche: vuol dire in pratica che il suo utero non sarà sottoposto all’influenza del progesterone a meno che l’ovulazione non sia avvenuta.

Quali sono le cause della piometra?

I batteri responsabili di questa patologia entrano nell’utero tramite la cervice, dilatata durante il periodo dell’ovulazione (per permettere l’ingresso degli spermatozoi in seguito all’accoppiamento).

I batteri, facilitati dal leggero calo delle difese immunitarie dovuto all’influenza del progesterone, possono trovare un ambiente particolarmente favorevole a causa di degenerazioni endometriali parafisiologiche, come l’iperplasia endometriale cistica, e moltiplicarsi.

Per questo si parla anche di “complesso iperplasia endometriale cistica – piometra” perché nella maggior parte dei casi sono proprio le modificazioni dell’endometrio a predisporre inevitabilmente alla patologia.

Sebbene si siano ipotizzati altri meccanismi, la via ascendente (tramite la cavità vaginale) è considerata la via di colonizzazione più attendibile e frequente.

La maggior parte delle indagini batteriologiche condotte ha portato all’isolamento di ceppi di Escherichia coli, un germe particolarmente comune nell’ambiente vaginale, che presenta una spiccata affinità per l’utero, soprattutto nelle condizioni d’influenza ormonale sopra citate.

Quali sono i sintomi?

La piometra nella gatta, come nella cagna, può presentarsi in due forme principali: piometra aperta oppure chiusa.

Questa terminologia fa riferimento al fatto che la cervice sia pervia (aperta) oppure no.

Nel primo caso, quello più frequente nella specie felina, il sintomo più comune è rappresentato dallo scolo vulvare mucopurulento o emorragico ma non di grande entità.

Questo segno clinico, considerando le normali abitudini di pulizia della gatta, molte volte può passare inosservato soprattutto se i segni clinici concomitanti sono lievi o associati a condizioni generali relativamente buone.

Altri sintomi comprendono: letargia, depressione, inappetenza, anoressia, vomito, distensione addominale.

La poliuria (aumento della quantità delle urine prodotte) e la polidipsia (aumento della sete) che si hanno anche per effetto delle tossine derivanti da alcuni ceppi batterici, generalmente non sono presenti nella gatta.

Nel caso invece in cui la cervice non sia pervia, abbiamo una notevole raccolta di materiale purulento all’interno dell’utero, quasi sempre associato ad un coinvolgimento più grave e sistemico dell’animale, che presenta febbre, depressione, anoressia, vomito, disidratazione fino a segni progressivi di setticemia e shock.

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