La sterilizzazione del gatto è una molto diffusa. Nella femmina, le ragioni per le quali si ricorre a questa soluzione in genere sono: il controllo delle nascite, la diminuzione dell’incidenza di alcune patologie del tratto riproduttivo (principalmente la piometra ed i tumori mammari) ma soprattutto per eliminare quei comportamenti non molto graditi (vocalizzazioni) che spesso accompagnano la pubertà.
Nel maschio, i comportamenti indesiderati che si vogliono evitare con la sterilizzazione sono principalmente la tendenza a segnare il territorio spruzzando urina sulle superfici, ma soprattutto l’aumento marcato dell’aggressività e della rissosità nei confronti degli altri maschi della stessa specie.
Le lotte che ne conseguono in particolar modo durante la stagione riproduttiva, oltre a causare ferite a volte anche molto gravi, possono provocare attraverso il morso e la saliva, il diffondersi di patologie infettive molto serie e tipiche di questa specie come la FIV (immunodeficienza felina) e la FeLV (leucemia felina) causate da 2 retrovirus distinti, simili alla HIV (immunodeficienza umana).
Per tutti questi motivi è evidente che la sterilizzazione apporti davvero numerosissimi vantaggi.
Questo anche e soprattutto alla luce del fatto che i rischi legati a questa pratica nel gatto sono molto più bassi rispetto a quelli riportati per il cane.
In questa specie non sono stati evidenziati aumenti dell’incidenza di patologie ortopediche o neoplastiche, a differenza di quanto riscontrato nel cane.
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Sterilizzazione del gatto: cos’è, quando farla e quali sono i rischi?
Nel maschio la sterilizzazione prevede l’asportazione dei testicoli (orchiectomia).
Nella femmina invece l’asportazione delle ovaie (ovariectomia) o di utero e ovaie (ovaristerectomia).
Recenti studi dimostrano che la sterilizzazione del gatto è considerata sicura dopo le 6-8 settimane d’età.
Nelle razze giganti, tuttavia, come ad esempio il Maine Coon, potrebbe essere utile posticiparlo per permettere al gattino un adeguato sviluppo muscolo-scheletrico.
La sterilizzazione è pur sempre un intervento chirurgico e come tale presenta dei rischi anestesiologici.
Quest’ultimi vengono sempre analizzati e discussi dal Medico veterinario, prima di procedere, per evitare possibili complicazioni intra e post operatorie.
Un altro fattore da considerare è che l’animale, maschio o femmina, dopo la sterilizzazione tenderà ad aumentare di peso.
Per evitare ciò, sono previste specifiche diete che permettono ai gatti in questione di mantenere un peso ottimale ed evitare inoltre l’insorgenza di patologie endocrine e articolari.
E la sterilizzazione farmacologica?
Una validissima alternativa alla sterilizzazione chirurgica nel gatto è la sterilizzazione farmacologica mediante l’applicazione di un impianto sottocutaneo a base di deslorelina acetato.
L’impianto ha un’efficacia di circa un anno, non ha effetti collaterali ed è reversibile, ossia può essere rimosso in ogni momento.
L’uso dell’impianto rappresenta una soluzione ideale soprattutto per i gatti da riproduzione.
Questo perché unisce in sé il vantaggio di una sterilizzazione temporanea, evitando lo svantaggio dell’irreversibilità tipica della procedura chirurgica.